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A. D. M.
Il leader di Syriza sembrava un leone: amato da tutti i greci difficilmente avremmo potuto immaginare che finisse come un felino graffiato da suoi che non è riuscito a gestire al meglio la crisi ellenica. La Grecia è chiamata domani alle urne per elezioni anticipate che rappresentano una sorta di referendum sull'operato del premier uscente di sinistra, Alexis Tsipras, e la sua sfida all'Ue fermatasi prima che lo strappo diventasse definitivo. Gli ultimi sondaggi confermano il grande equilibrio tra Syriza e Nuova democrazia: quattro danno avanti il partito di Tsipras, con uno scarto che va dallo 0,3% al 3,6%, ma altri indicano un testa a testa e due vedono in testa l'opposizione moderata guidata da Vangelis Meimarakis, con uno scarto tra lo 0,3% e l'1,4%. Anche i neonazisti di Alba dorata dovrebbero ottenere una rappresentanza in Parlamento superando la soglia di sbarramento del 3%: i sondaggi li danno al terzo posto con un dato che socilla tra il 5,6% e il 7,2%. I socialisti del Pasok sono dati al 5%. Dai rilevamenti emerge anche un 10% di indecisi che potrebbe spostare gli equilibri, cosi' come un astensionismo che potrebbe avvicinarsi al 40%
Secondo i media greci a fare la differenza potrebbe essere il voto di donne e giovani, proprio le categorie a cui venerdi' sera si e' rivolto Tsipras nel comizio finale a piazza Syntagma, ad Atene. Il premier uscente si e' detto fiducioso che la Grecia pronuncera' un nuovo no come quello del referendum di luglio sul piano di riforme dell'Ue, un "no alle politiche del passato", inviando "un messaggio chiave all'Europa" alle prese con la crisi economica e con quella dei migranti. "Vogliamo l'Europa della solidarieta' o quella della solidarieta' e della democrazia?", ha chiesto Tsipras affiancato dal leader dello spagnolo Podemos, Pablo Iglesias. Dopo le elezioni del 25 gennaio, che avevano proiettato Tsipras alla guida del governo, e il sofferto compromesso con l'Ue dopo la bocciatura nel referendum del piano di riforme chiesto dai creditori, Syriza si gioca una fetta importante del suo futuro politico. Meimarakis ha proposto un governo di "grande coalizione" Nd-Syriza dopo il voto. Uno scenario respinto come "innaturale" da Tsipras che semmai punta a un esecutivo allargato all'ala sinistra scissionista di Unita' popolare, il partito a cui ha promesso il proprio voto l'ex ministro delle Finanze di Syriza, Yanis Varoufakis.
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