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di Roberto Ragone
La frase del Procuratore Capo di Catanzaro, dottor Nicola Gratteri, intervistato martedì mattina 16 maggio da Gerardo Greco, durante la trasmissione Agorà, in onda su Rai 3, a proposito del caso di malaffare del centro per migranti di Isola Capo Rizzuto, è definitiva, e rivelatrice di una situazione che tutti ipotizzano, nel pubblico dell’uomo della strada, ma che raramente era stata espressa con tale chiarezza e concisione. La frase completa è: “Le mafie votano e fanno votare, partecipano attivamente alla vita politica e non stanno mai all’opposizione.” Gratteri è un magistrato che più volte ha dimostrato la sua obiettività; forse un personaggio ‘scomodo’ per alcuni. Il suo ‘mettere in chiaro’ ciò che altri mandano per segnali, in maniera criptica, dovrebbe far pensare tutti i cittadini per bene. Per proprietà transitiva, questa frase evidenzia che, se non stanno mai all’opposizione, le mafie appoggiano il potere.
Lo scopo di una organizzazione malavitosa è evidentemente quello di assumere più potere possibile, da sfruttare per guadagni illeciti, al di là di ogni partito o ideologia, rendendo molto chiaro chi comanda, in Italia come nel resto del mondo. Falcone e Borsellino, e prima ancora Dalla Chiesa, sono stati uccisi quando hanno toccato i soldi dei mafiosi. I ‘poteri forti’, di cui si favoleggia ogni volta che accade qualcosa di incomprensibile, sono evidentemente quelli che hanno in mano le leve di comando, e in questo caso potremmo parlare di ‘appoggi forti’. È cercando i poteri forti che si trovano gli agganci con chi conquista il potere in qualsiasi modo, lecito o, il più delle volte, illecito. Club Bilderberg, Trilateral, New World Order (o Nuovo Ordine Mondiale) fanno capo a persone potentissime, che controllano le banche d’affari e muovono grossi capitali, come è stato nel caso delle dimissioni di Berlusconi. Il fatto che se ne sia scritto, e che nessuno l’abbia contestato, è una dimostrazione della realtà di una certa situazione. Se quello che dice il dottor Gratteri corrisponde a verità, anche i nostri governi potrebbero aver goduto di tali ‘appoggi’: ricordiamo che l’ultima sentenza di Cassazione del processo Andreotti stabilì la sua mafiosità, non più perseguibile per prescrizione del reato. Intanto Renzi è allo sbando.
È di oggi, 16 maggio, la pubblicazione sul Fatto Quotidiano di un’intercettazione a suo carico in una telefonata con il padre, riportata nel libro di Marco Lillo, nella quale esorta Tiziano a ‘Dire la verità’. Una frase che dimostrerebbe l’innocenza del padre di Matteo. Detta ad arte? Chissà. Sapeva d’essere intercettato? È plausibile pensare che ne fosse al corrente, come presidente del Consiglio.
Ultimamente, in suo comunicato, riferisce di una “Impressionante crescita del PD”. Peccato che, sempre sul ‘Fatto’, leggiamo che nelle sue primarie, nonostante il voto dei richiedenti asilo e quelli procurati dal suo favorito De Luca, Matteo ha perso oltre un milione di voti. Patetico poi il tentativo di screditare la Raggi mobilitando i giovani del PD in maglietta gialla: li abbiamo visti rastrellare prati e giardini pubblici, senza minimamente avvicinarsi ad alcuno di quei cassoni stracolmi e popolati da topi e gabbiani che sono stati mostrati in televisione, e dei quali s’è persa ogni traccia. Insomma, se le cose stanno così, questo spiegherebbe perché la politica è arrivata ad essere lacchè dei potenti, e perché in politica troviamo tanti personaggi che non inviteremmo a cena a casa nostra. In realtà il panorama che ci da’ oggi la politica, con l’elezione di Macron, creatura di J P Morgan a presidente della Repubblica francese, è quello di succubanza a lobby e gruppi di potere, non solo in campo commerciale.
Il tentativo di introdurre la TTIP attraverso una votazione in parlamento europeo la dice lunga. Come la raccontano anche il TAP, definito ‘opera strategica’, che distruggerà l’economia di una regione come la Puglia, produttrice del 40% dell’olio extravergine d’oliva della nazione. Come la dice lunga la TAV, osteggiata giustamente dagli abitanti dei luoghi che essa attraversa. E potremmo continuare con il Ponte sullo Stretto, con la trivellazione petrolifera entro le dodici miglia, prima negata e poi riammessa in sordina; come il boicottaggio del referendum che avrebbe preteso dai petrolieri il rispetto degli accordi presi in conseguenza delle concessione per le trivellazioni in Adriatico, mentre ora le torri petrolifere rimarranno a futura memoria. Come l’inquinamento della Basilicata ad opera di trivellazioni, ora finalmente ammessa da chi l’ha provocata. Come potremmo dire anche delle varie ‘decisioni’ del Parlamento Europeo, espressione di una classe impiegatizia al soldo di chi comanda davvero. Potremmo metterci anche i vaccini, e la lobby del farmaco? Secondo alcuni sì, visto che, analizzati, i vaccini non sono nocivi in sé, ma per la poca cura con cui vengono preparati, risultando inquinati da metalli pesanti e altre piacevolezze, che sarebbero poi quelle che provocano danni ai bambini. Oggi l'industria alimentare è quella che fattura cifre molto importanti nel mondo e ricordiamo le varie proibizioni dell'UE che hanno cercato, nel tempo, di proibire i nostri prodotti tipici.
Un articolo di Dario Guidi, sul mensile della COOP 'Nuovo Consumo' di Aprile 2017, evidentemente inressata al settore alimentare, parla di "Alta concentrazione" di multinazionali dell'industria alimentare, marchi noti e meno noti, che valgono centinaia di miliardi di dollari, senza badare alla salute dei consumatori, ma solo agli interessi degli azionisti. Altri importanti fatturati, di cui nessuno parla, sono quelli dell'industria bellica, controllati, per forza di cose, a livello politico. possiamo star certi che la mosca va dove c'è il miele, e dove c'e denaro, si accalcano interessi non sempre limpidi. Come nel caso dei 'migranti'.
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