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Esteri

Gran Bretagna, Covid-19: record di morti. Restano stabili le condizioni di Boris Johnson

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Boris Johnson resta in terapia intensiva al St Thomas hospital di Londra, in condizioni “clinicamente stabili” dopo l’aggravamento dei sintomi del suo contagio da coronavirus e “risponde ai trattamenti”. Lo rende noto in un aggiornamento quasi identico a quello di ieri un portavoce di Downing Street, precisando che il primo ministro britannico non è in grado al momento “di lavorare”, ma può “contattare chi vuole”: e quindi è cosciente. 

 BoJo combatte e migliora ma in Gran Bretagna è record di morti  – Boris Johnson “è un combattente”, aveva detto ieri Dominic Raab, il ministro degli Esteri chiamato a vestire i panni del supplente. E le ultime notizie ufficiali dal St Thomas Hospital di Londra sembrano confermarlo: il premier britannico resta ricoverato in terapia intensiva, tra i malati gravi colpiti dal coronavirus in un Regno Unito che proprio oggi fa segnare un triste record di quasi 1000 morti i più; ma “la sua condizione sta migliorando”, ha annunciato Rishi Sunak, 39enne cancelliere dello Scacchiere e rampante numero 3 del governo, protagonista della conferenza stampa di stasera a Downing Street. E’ toccato a lui dare i primi barlumi di buone notizie da giorni a un Paese sotto shock. “Oggi il primo ministro si è messo a sedere sul letto, reagisce e dialoga positivamente col team medico”, ha reso noto. Rassicurazioni subito riecheggiate via Twitter dal ministro della Sanità, Matt Hancock, contagiato a sua volta dal virus nelle settimane passate (“bellissimo che il primo ministro sia ora seduto e che le sue condizioni stiano migliorando. Combatterà fino a uscirne!”, le parole di Hancock); e che soprattutto rappresentano, se troveranno conferma nelle prossime ore, il segno di un progresso rispetto al bollettino della mattina. Quando un portavoce si era limitato a parlare di condizioni “clinicamente stabili” e di un Johnson che rispondeva “ai trattamenti”: cosciente, tanto da poter aver “contatti” con interlocutori esterni, ma certo non in grado “di lavorare”.

Le decisioni, intanto, restano affidate al voto “collettivo” del gabinetto, sotto la guida di Raab, ma con Sunak – astro nascente proiettato alla guida dell’economia nazionale da Dominic Cummings, la sulfurea eminenza grigia di Downing Street a sua volta alle prese col Covid-19 – in posizione d’immediato rincalzo, a quanto è dato capire. E si tratta di decisioni cruciali sullo sfondo di un Paese che vede i contagi registrati salire oltre 60.000: forse “non fuori controllo” rispetto alla stabilizzazione della curva evocata dai consiglieri scientifici del governo; ma con ben 938 morti in più in 24 ore, e ad almeno una settimana ancora dal picco previsto sull’isola.Di qui l’intenzione pressoché certa di prorogare le restrizioni del lockdown, oltre il termine delle tre settimane in scadenza Lunedì di Pasqua indicato inizialmente da BoJo per una verifica. Proroga che il governo locale laburista del Galles ha già formalizzato nel suo territorio. E che Londra si appresta a confermare per tutto il Regno a giorni, come Sunak ha lasciato intendere chiaramente stasera: spiegando che “la priorità” deve essere ora quella di “proteggere la salute” prima che l’economia. Al di là della massa di danaro pubblico promesso da lui stesso come aiuto ai lavoratori e al business, in un contesto nel quale la vita vale più dei soldi e “un impatto significativo sulla crescita” sarà del resto inevitabile.

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