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Editoriali

GOVERNO RENZI “E’ UNA LUSINGA, DURA MINGA, DURA NO”

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[ IL VIDEO "DURA MINGA" CON ERNESTO CALINDRI DA CAROSELLO 1958 ]
 

 

di Emanuel Galea

La seduta estenuante a Palazzo Madama, lunedì 29 luglio è terminata con un sonante fallimento, nonostante una seconda mediazione personale del Presidente del Senato, interrompendo prima i lavori d’Aula per permettere a tutti di raccogliere le idee. Quali idee a Palazzo Madama? Qui regnano i voti incrociati : “Togliete gli emendamenti e poi discutiamo” da parte del governo e dall’opposizione : “È una condizione irricevibile”.

FI ribadisce che i termini dell’accordo tra Renzi e Berlusconi non si toccano e lascia intendere che tra questi ci sia anche l’Italicum, caposaldo dell’intesa di Via del Nazzareno.  
Il paese , deluso ed estenuato da mesi di attesa , affronta il mese di  agosto mostrando  segni di stanchezza. La  luna di miele di Renzi con gli italiani dà segni di disgelo. Il premier ha terminato la sua volata in pianura. Oggi, a proprie spese,  impara cosa vuol dire pedalare in salita.  Li ha sorpreso agosto,  Montecitorio non ti conosco, si fanno le pulizie, si nasconde  la spazzatura  sotto i tappeti, la  passerella a Genova per assistere ai funerali di una vergogna nazionale, sorrisi ai fotografi, quattro pacchie sulle spalle e si rivedrà a settembre per non cambiare nulla.” Ciò che è, già è stato; ciò che sarà, già è” , parola di Qoèlet.
No caro Renzi, la sua  è una lusinga, dura minga, non può durare.

La gente ancora chiede spiegazioni riguardo “all’abolizione completa” del finanziamento pubblico ai partiti, “all’abolizione del Senato” e non un rimpiazzo con qualche altro carrozzone, abolizione del bicameralismo a favore del monocameralismo,  una seria  spending review,il fiscal compact, l’abolizione reale delle Provincie, le Partecipate .  Qual è la sua posizione verso la politica di Bruxelles? Renzi non risponde. Le risposte li abbiamo davanti agli occhi. Fumo, fumo che acceca, proclami e buoni intenti.

Le stesse domande li abbiamo posti il 18.02.2014, su questo giornale, a conclusione del nostro editoriale “Renzi-vino nuovo in botti vecchie”.In quell’editoriale gli chiedevamo : “E’ disposto (Renzi) a scendere a compromessi, perché se no o gli si guasta il vino, oppure si sfascia lui”.
Dispiace assistere al suo lento e continuo logoramento.

La luna di miele con i mercati finanziari mostra seri cedimenti. L’effetto 80 euro che hanno costituito, molto probabilmente ,a  parte di quel 40,8% di voti di consenso, stanno esaurendo la loro forza di trazione.  Secondo sondaggi Swg,(azienda italiana sondaggi e ricerche) se si dovesse votare oggi, il Partito Democratico scenderebbe sotto la fatidica soglia del 40% attestandosi al 39% .

La gente si sta stancando del  continuo annuncio di riforme, cambiamenti, intenti e  lusinghe,  mentre vive altra realtà di un’ Italia ferma, stagnante, sempre con l’apprensione che da un momento all’altro piovano nuovi provvedimenti fiscali. Strano? Non direi.
La  Commissione  Bilancio e Finanza di Palazzo Madama sta «ragionando di estendere il bonus degli 80 euro anche ai nuclei familiari monoreddito che non superino la soglia di reddito di 31.000 euro e che contino, al loro interno, almeno tre figli”. Felice ragionamento per l’estensione del bonus. Ci sono le coperture? Ce la fa il Governo con un debito pubblico di 2.170.299miliardi, a mantenere l’impegno, senza aumentare ulteriormente il carico fiscale?
 

Che ne è del Jobs act? Qual è la sua portata ? Quali sono le sue novità  rispetto ai giovani e ai disoccupati. Quali sono i suoi atteggiamenti atti a riportare le percentuali della popolazione inattiva a quote più tollerabili?
Risulta che il ddl sul lavoro è in coda alle riforme costituzionali, quella del Senato e quella del titolo V che è tutto dire. Chi sta seguendo le “schermaglie” a Palazzo Madama non può aver dubbi sull’esito.
Il Jobs Act slitta a settembre, tanto vero che qualcuno sta domandando : ll Jobs Act di Renzi è una  realtà o una semplice  illusione?
La legge elettorale si retrocede pure essa a settembre mentre l’approvazione finale del Ddl costituzionale che riforma Senato e titolo V della Costituzione, sempreché il governo sopravvivrà, vedranno la luce entro dicembre 2015.
Altro che una riforma al mese! 

No, caro Renzi, questa è la “politica del poi poi e le tue riforme appartengono al  mai mai” Gli italiani ormai si stanno sempre più convincendo. Questo governo è una lusinga, dura minga, non può durare.
Gli italiani non riescono a intravedere i benefici dalla “pseudo abolizione delle Province. Una spending review, tanto sbandierata e osannata si è rivelata un’operazione  timida e impacciata, modesta e ben guardinga a non calpestare i “diritti acquisiti”.
La spending review per le forniture, servizi,le  trasferte, le rappresentanze …. E’ solo una lusinga. No caro Presidente , dura minga.

La riforma della Pubblica Amministrazione, non diciamo che sia una lusinga, semplicemente è una chimera.
. Quando in campagna elettorale, Renzi prometteva di fare una riforma al mese, pochi avevano creduto. Non per sfiducia verso  il giovane Renzi, pieno di entusiasmo, voglia di fare, un vulcano di idee, buoni intenti. Non l’hanno creduto perché gli mancava un serio programma. La sua inesperienza , salvo un cambio di rotta, lo riporterà indietro a Palazzo Vecchio. La vera riforma inizia nel sottobosco del “potere”, la riforma dell’esecutivo, dove giacciono più di 500 decreti attuativi che stanno mettendo il governo in affanno. Corsia preferenziale andrebbe riservata alle  riforme capaci di risollevare la crescita, aumentare l’occupazione, diminuire il mostruoso debitopubblico per rilanciare l’economia. Non sembra che si sta operando in questa direzione e per questo che il Governo Renzi dura minga, non può durare, perché è una lusinga.