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Alle 17,00 di ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito all’onorevole Roberto Fico, presidente della Camera dei deputati, il mandato esplorativo per la creazione di un governo con il Partito Democratico. Nell’accettare, il presidente Fico ha dichiarato che prioritari nei suoi sondaggi saranno i programmi.
Quindi un mandato non ampio, come ci si aspettava, ma mirato.
Un mandato a breve scadenza, come è stato anche per la Casellati. Impossibile, nonostante la buona volontà di Salvini, si è rivelato l’accordo che sarebbe logicamente emerso dai risultati elettorali, cioè un governo CDX- M5S. o, al limite, Lega-M5S, impossibile per lo sbarramento di Berlusconi, che ha rifiutato un appoggio esterno di Forza Italia al governo, ma anche per l’impossibilità di Salvini di abbandonare i compagni della Lega in seno alla coalizione.
Già da ieri il presidente Fico ha iniziato le consultazioni
Dieci punti sono fondamentalmente quelli proposti da Di Maio per un accordo ‘alla tedesca’. Bisogna vedere ora la reazione dei Dem di fronte a questa occasione che probabilmente era nelle loro previsioni. Il percorso di Fico non sarà però così agevole. Non tutti, infatti, nel PD, sono d’accordo ad una alleanza con un partito che fino a ieri li ha messi alla berlina, arrivando a dire che avevano ‘le mani sporche di sangue’. Certamente contrari saranno i renziani, che hanno in Senato la loro roccaforte: infatti in Senato i numeri di una maggioranza parlamentare sarebbero risicati. A questa alleanza parteciperebbe, con tutta probabilità, anche Grasso con LEU, il che darebbe qualche numero in più per l’accordo. In caso di fallimento anche di Fico, l’alternativa sarebbe un governo tecnico, il ‘governo del presidente’, certamente auspicato da chi invoca ordini dall’alto dell’UE. Oppure un governo di tregua, con la partecipazione di tutte le forze politiche: una soluzione a scadenza breve, adottata per cambiare, se non altro, la legge elettorale.
Strada in salita, quindi, anche per Fico
Il punto cruciale sarà la discussione sui 10 punti da mettere in atto secondo il calendario di Di Maio, punti che nel tempo hanno subito una modifica rispetto a quelli presentati in programma elettorale. Nessuna influenza, come qualcuno si aspettava, hanno avuto le elezioni in Molise, dove la coalizione di Centrodestra ha rafforzato le sue posizioni, risultando la più votata. M5S al 38% hanno in sostanza confermato le proprie posizioni, mentre non c’è stato l’atteso sfondamento della Lega in seno al CDX.
Roberto Ragone
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