Goro: ufficializzato l'arrivo di un nuovo gruppo di richiedenti asilo

 
di Andrea Barbi
 
GORO (FE) – Le istituzioni emiliane costringono gli abitanti di Goro ad una accoglienza forzata. Proprio nella frazione di Gorino, nel comune di Goro in provincia di Ferrara, dove alcune settimane fa gli abitanti (quasi tutti pescatori o legati al settore della pesca, unica vera risorsa economica della zona) alzavano le barricate contro l’arrivo di richiedenti asilo che sarebbero stati ospitati nell’ostello del paese, requisito per l’occasione dal prefetto di Ferrara. Riuscendo ad ottenere un cambio di programma da parte delle istituzioni, vissuto dagli stessi come una vittoria della volontà popolare contro l’arroganza e la prepotenza della classe politica, ora tutto è cambiato. 
 
È stato ufficializzato, infatti, l’arrivo a breve, di un nuovo gruppo di richiedenti asilo, non se ne conosce ancora il numero, che verranno ospitati in alcune strutture all’interno del territorio comunale. Questi edifici sarebbero direttamente riconducibili al Copego (Consorzio Pescatori Goro) e a locali della ex capitaneria di porto. Dunque la società formata dagli stessi pescatori che si sono ribellati alla decisione presa dall’alto di ospitare migranti ora sarebbero promotori, in accordo con le stesse amministrazioni pubbliche contro le quali si erano sollevati, di un nuovo piano di accoglienza locale. Ma gli animi non sono stati rabboniti dalla mediazione del sindaco di Goro (eletto in una lista civica legata alla sinistra) Diego Viviani, lo stesso che durante i giorni “dell’emergenza barricate” si era inizialmente reso irreperibile, che nelle ultime settimane ha organizzato incontri e tavole rotonde con i rappresentanti delle categorie produttive goresi. Non è riuscito ad infondere la volontà spassionata di accogliere stranieri; c’è dell’altro. In paese tutti sanno di avere la mani legate. Sono tenuti in scacco dalla regione Emilia Romagna che in cambio della promessa di stabilità economica locale condizionata dalla buona salute della Sacca di Goro pretende collaborazione sulla questione migranti.
 
La Sacca di Goro è una laguna, di circa 2.600 ettari di superficie, che si estende dalla foce del Po di Volano a quella del Po di Goro. A sud una barra di sabbia, detta Scanno di Goro, delimita il confine con il mare aperto, le cui acque entrano nella Sacca attraverso una bocca lagunare di 1.500 m compresa tra il lido di Volano e la punta dello Scanno. La sua origine risale agli ultimi due secoli ed è dovuta alla parziale occlusione di un tratto di mare aperto, come conseguenza dell’avanzamento delle due foci meridionali del Delta del Po (Goro e Donzella). L’economia di Goro, come anticipato, è principalmente basata sulla pesca ed in particolar modo su quella delle vongole. Goro infatti è fra i primi paesi in Europa per l'esportazione della vongola, ma da tempo la pesca è in crisi. La sacca proprio per le sue caratteristiche morfologiche è portata ad insabbiarsi e per sopravvivere ha bisogno di continua e costosa manutenzione. Una collaborazione, così posta, alquanto forzata ma ormai sempre più prossima a concretizzarsi.