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di Andrea Barbi
FERRARA – Diego Viviani, primo cittadino di Goro, piccolo comune nel basso ferrarese balzato su tutte le prime pagine di cronaca nazionali quando, lo scorso ottobre, i cittadini di una sua frazione, Gorino, hanno improvvisato delle barricate sulle strade del paese per impedire l'arrivo di 20 venti richiedenti asilo, di cui 12 donne e 8 bambini, smentisce, durante un'intervista, concessa in esclusiva per L'Osservatore d'Italia, di aver ricevuto pressioni politiche da parte della regione Emilia Romagna mirate ad accogliere l'arrivo di nuovi migranti.
E' della scorsa settimana, infatti, la notizia pubblicata sulla stampa locale della provincia di Ferrara, poi ripresa anche dal nostro quotidiano, di un ipotetico ricatto del governo regionale ai danni del sindaco Viviani e della locale cooperativa dei pescatori. Secondo questa tesi, mai dimostrata da prove empiriche, la “politica regionale”, volendo riscattare la pessima immagine che i fatti di Gorino hanno dato della gestione del fenomeno migratorio, avrebbe convinto l'amministrazione locale e i rappresentanti dei lavoratori della zona ad accettare il nuovo arrivo di un gruppo di profughi con mezzi non convenzionali.
D'altronde la vicenda è stata strumentalizzata da alcuni esponenti di partiti di minoranza che non hanno perso l'occasione di presentare la protesta dei goresi come fallimento della filosofia dell'accoglienza a tutti i livelli. Per questo non era difficile immaginare che qualcuno volesse rimediare all'onta mediatica subita. Nello specifico si parlava di una sorta di tacito accordo tra i palazzi di Bologna, i cui rappresentanti si sarebbero impegnati al rilancio della fragile economia locale, e le istituzioni del piccolo comune deltizio che avrebbero garantito l'accoglienza di profughi, da sistemare in alcune strutture di proprietà della suddetta cooperativa. La posta in gioco, sarebbe stata molto alta, consistendo nella costosa manutenzione della “Sacca di Goro”, uno specchio d'acqua tra la laguna e il mare che rappresenta il fulcro dell'economia basata sulla pesca del comune in questione. Un'economia, come già anticipato, fragile, poiché fragile è l'ecosistema dalla quale dipende. A causa del naturale avanzamento del territorio del delta del Po, dovuto al continuo deposito dei detriti che il più grande fiume italiano trasporta nella corrente delle sue acque, la sacca necessita di una costante manutenzione per impedirne il progressivo insabbiamento.
Un'accusa infamante perché riguarderebbe una condotta vigliacca e scandalosa soprattutto se proveniente da un' istituzione pubblica.
Il problema però non si pone poiché, come garantisce il sindaco Viviani, tutto ciò non è mai accaduto, questa la sua dichiarazione: “Smentisco tutto, non ho mai ricevuto alcun tipo di ricatto o pressioni politiche di qualsiasi tipo, né da parte della regione Emilia Romagna, né da nessun altro. Da quando è accaduta la “vicenda delle barricate a Gorino” ho avuto modo di promuovere diversi incontri pubblici, aperti a tutta la cittadinanza, poiché volevo dialogare con tutti i miei compaesani, volevo capire le loro perplessità, le loro paure e accogliere le loro richieste, per tranquillizzarli e fargli ritrovare la fiducia nelle istituzioni locali che in quei giorni loro hanno percepito come nemiche. Continuo a sostenere che la loro reazione sia stata esagerata, anche in virtù del fatto che personalmente io credo che l'accoglienza sia un dovere e una responsabilità di ogni singolo individuo nei confronti dei più bisognosi. Non voglio quindi giustificare in alcun modo le barricate dalle quali mi sono dissociato fin da subito, ma è stata una situazione improvvisa e inaspettata che ha contribuito ad una interpretazione scorretta, da parte di chi ha manifestato, dell'azione della prefettura, vista come una prevaricazione sui cittadini inconsapevoli. Ciò che è accaduto è stato in seguito strumentalizzato, ma non è stata una manifestazione politica e Gorino non è un covo di razzisti, come certi personaggi sui media ci hanno descritti. Nessun richiedente asilo è attualmente in arrivo nel comune di Goro, ma in accordo con i miei concittadini, sto valutando la possibilità di ospitare migranti qualora qualche privato mettesse a disposizione, volontariamente, un edificio di sua proprietà. Purtroppo nel nostro territorio non abbiamo edifici pubblici dismessi da recuperare per questo scopo e le proprietà private fino ad ora visionate non sono agibili, ma ne valuteremo altre perché è giusto che anche Goro, come gli altri comuni della provincia di Ferrara si faccia carico, nel suo piccolo, di questa terribile emergenza mondiale.”
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