Gli Skyline “nodi vinciani”, Oreste Ruggiero: “Un intreccio fra arte, cultura e istituzioni, finalizzato alla sicurezza”

Si è conclusa, con un corale apprezzamento la cerimonia inaugurale della 4° opera Skyline – Le Città di Leonardo, realizzata dall’Architetto-artista Oreste Ruggiero per la Questura di Milano. Oltre al Questore di Milano Giuseppe Petronzi e all’autore dell’Opera Maestro Ruggiero, alla presentazione dello Skyline, ispirato ai “nodi vinciani”, erano presenti il Prefetto di Milano Renato Saccone, il Prefetto di Pisa Maria Luisa D’Alessandro, la Direttrice del Polo Museale della Lombardia Emanuela Daffra, il Presidente della Federazione Italiana delle Associazioni degli Amici dei Musei Italo Scaietta, tutti i Questori della Lombardia e i vertici delle specialità della Polizia di Stato e delle altre Forze di Polizia della Lombardia, i Prefetti Gianlorenzo Fiore e Gian Valerio Lombardi già Prefetto di Milano. Presenti anche
Alberto Bellotti Generale dell’Arma dei Carabinieri a riposo Presidente sezione territoriale ANCRI Milano e Gianfranco Cicala consigliere nazionale ANCRI referente Lombardia.

Il Prefetto Francesco Tagliente, ideatore del progetto e moderatore dei lavori, richiamando il legame tra l’arte, il decoro degli uffici adibiti ad uffici di polizia e la sicurezza, ha chiarito che “così come l’ambiente urbano determina il comportamento sociale (una lampadina accesa può avere la potenzialità di scoraggiare un furto) la sicurezza e il decoro degli ambienti di lavoro consentono di ridurre gli incidenti sul lavoro, altrettanto il decoro degli ambienti di lavoro degli operatori dell’Amministrazione della Pubblica sicurezza, soprattutto se adibiti alla ricezione del pubblico e delle denunce determina una maggiore produttività a beneficio della sicurezza dei cittadini”.
Il Questore Petronzi ha sottolineato l’importanza di un contesto ambientale di decoro e, in questo caso, anche artistico, che può aiutare sia il cittadino sia gli operatori di Polizia che vivono quotidianamente l’ambiente della Questura. Un contesto di maggiore decoro, dignità e al tempo stesso anche di sicurezza che chiude un circuito virtuoso di efficienza nella sicurezza. Un ulteriore tassello di un percorso identitario istituzioni-società civile caratterizzato dal costante rafforzamento di quelle politiche della sicurezza partecipata che, nel corso del tempo, ha via via saldato l’attività della Polizia alle migliori esperienze professionali e civiche del Paese.
L’architetto artista Oreste Ruggiero, invitato ad illustrare le opere Skyline – Le città di Leonardo, ha esordito che “a Firenze Leonardo si è formato stilisticamente alla bottega del Verrocchio mentre nell’intera città che ha maturato la sua filosofia; a Roma ha trovato, soffrendo, nuove energie per non sentirsi superato dal dinamismo di Michelangelo e Raffaello; a Pisa si è arreso con rispetto davanti alla Natura che non gli consentì la deviazione del fiume Arno. Ma è a Milano, con una prima permanenza continua di oltre venti anni, che si sono sviluppate in modo compiuto l’arte, la scienza ed è maturata la filosofia di Leonardo,
facendo sintesi del personaggio così come è conosciuto e ammirato nel mondo, tanto da farlo definire ‘Uomo universale’. La città di Milano – ha aggiunto – ha infiniti elementi che la caratterizzano: l’essere da sempre, fino dal suo Duomo in stile gotico internazionale, città aperta al mondo; l’essere riferimento della creatività e della moda, della cultura, dell’arte, e non meno rappresentare il felice connubio fra tradizione e innovazione…”.
Tutti questi elementi sono fusi ed espressi nell’opera Milano Skyline presso la Questura di Milano.
Un’iniziativa d’intreccio fra arte, cultura e istituzioni promossa da Francesco Tagliente e accolta dal Questore di Milano Giuseppe Petronzi che ha condiviso la continuità del tema iniziato a Firenze Luoghi pubblici e simboli delle città di appartenenza. Spiegare un’opera da parte del proprio autore è sempre cosa non facile, ma al di là delle dimensioni che la caratterizzano di mt. 2,70 x 1,40 e della tecnica mista, l’auspicio è che con la linea, più che con i volumi pieni, la composizione riesca a illustrare quell’intreccio infinito di rapporti tra istituzioni e cittadini, tra pubblico e privato, che caratterizza la città di Milano e che
l’artista ha voluto esaltare nel colore della modernità degli anni ’60: la luce ormai simbolo di un’epoca, multicolore, vitale e gioiosa delle insegne al neon.

“Ma quegli intrecci – ha proseguito Oreste Ruggiero – sono anche presenti nella famosa Sala delle Asse del Castello Sforzesco e negli altrettanti famosi nodi simbolo dell’Accademia di Leonardo da Vinci, che diventarono subito moda per le decorazioni della Milano dell’epoca”.
Quindi suggestioni, emozioni e la presenza di Leonardo che non sovrasta altero, come nel monumento in Piazza della Scala ma si confonde, con i tratti della città, la sua Milano, e le è grato con gioia per quanto essa gli ha saputo offrire, e a noi di conseguenza attraverso la bellezza della sua arte e la profondità della sua filosofia. L’artista, in quest’opera, afferma che ha inteso evocare, anche attraverso la lezione di Leonardo e oltre la città, il rispetto della Natura come Maestra di ogni cosa al mondo e regola di riferimento universale. Non a caso ai lati dell’opera, che ne fanno parte come un trittico, sono posti due pannelli che rappresentano i filari di betulle che si aprivano ai viandanti per dare spazio, improvvisamente, al profilo e
alle luci della città. La stessa visione che si aprì a Leonardo al suo arrivo a Milano, da Firenze, nel 1482, per rimanervi quasi venti anni e dove, lui, figlio di una serva o forse addirittura di una schiava, poté trovare finalmente la sua casa, la sua dimensione, il rispetto per la sua creatività e la fama. “E forse anche, in quella città – ha concluso Oreste Ruggiero, Leonardo condivise una profonda affinità elettiva, per la cultura e la forza d’animo, con Isabella di Aragona; ma questo è un altro capitolo che porta a Napoli e non meno a Bari”.