Connect with us

Editoriali

Gli 80 anni di Berlusconi e il suo "Grande Niente"

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

di Paolino Canzoneri
 
Molti ricordano i primi cartelloni pubblicitari sparsi nelle vie di tutte le grandi città italiane che mostravano visi teneri e sorridenti di bambini e a fianco la semplice scritta "Fozza Itaia". Eravamo entrati da poco in un decennio che sarebbe stato ricco di eventi storico-politici che avrebbero segnato la storia del nostro paese. Era il periodo in cui il pool di Mani Pulite aveva scoperto un sistema di tangenti, di raccomandazioni e di reciproche facilitazioni divenuto prassi per tutta la casta politica in lungo e in largo, Craxi aveva toccato il suo momento più basso e penoso fuggendo con la scorta dall'hotel Raphael aggredito da una pioggia non di chicci di riso come consuetudine nei matrimoni ma di monetine di una folla immensa di cittadini furiosi all'indomani delle sue dichiarazioni ed ammissioni di collusione con il sistema di tangenti suo e del partito socialista. Era solamente il 30 aprile del 1993 e poco dopo i cartelloni pubblicitari cominciarono ad invadere l'Italia. Chi si soffermava a guardarli sicuramente avrà pensato ad una probabile nuova trovata pubblicitaria di chissà quale prodotto o trasmissione televisiva a venire, ma nessuno poteva immaginare che in breve tempo avrebbe fatto capolino nella politica italiana un imprenditore con una esperienza e competenza nelle strategie di marketing e mass media come mai nel nostro paese. Silvio Berlusconi ebbe la capacità, sicuramente ben consigliato da altrettanti professionisti e consiglieri d'hoc, di comprendere che il suo enorme capitale e le sue aziende televisive avrebbero rischiato d' essere coinvolte duramente dalle indagini sempre in corso che oramai stavano scoperchiando il "vaso di Pandora" arrivando successivamnete a scoprire pure la sua iscrizione nella lista della loggia P2 e quindi serviva un espediente geniale che da un lato gli garantisse una certa immunità e dall'altro gli potesse conferire un'aura di pulizia e odor di santità come spiritosamente e ironicamente pochi anni dopo disse durante la trasmisione Porta a Porta condotta da Bruno Vespa nella TV di Stato. L'idea geniale è stata quella di creare un partito che si rivolgesse ai cittadini in un momento di sfiducia colossale per gli italiani da sempre indignati quando si assiste ad una sfacciata opulenza quale schiaffo alle difficoltà di sopravvivenza quotidiana con stipendi infami o dinanzi ad una dilagante disoccupazione. Un partito sorretto e gestito da un investimento enorme di capitali e da una espansione mediatica altrettanto gigantesca grazie alle TV private di appartenenza a Berlusconi che comprese anzitempo quanto fosse importante acquisire la maggior parte di piccole TV private su tutto il territorio per uniformarle in un suo marchio e per cosi poter davvero arrivare nelle case di tutti gli italiani. Passaggi fondamentali che rendono merito e valenza alla capacità imprenditoriale di un uomo che ha potuto fare tutto questo e che i libri di storia ricorderanno nel bene e sopratutto nel male come personaggio frai più importanti di un ventennio a cavallo di due secoli. La cornice in cui fare capolino doveva essere studiata a fondo e nei minimi dettagli e doveva parlare al cuore e alla pancia degli italiani e i primi spot indimenticabili lo ritraevano in una scrivania pulita ordinata con la foto alle spalle della famiglia, una luce e un colore vivo e rassicurante e la sua prima promessa di voler sistemare l'Italia con un intento e passione là dove i suoi precedenti avevano fallito. E in pochi giorni sparì dai cartelloni pubblicitari l'immagine dei bambini per dare posto alla sua di immagine seguita da promesse pazzesche al limite della credibilità. Le sue emittenti televisivi inziarono a pompare spot televisivi con una frequenza quasi continua praticamente da lavaggio del cervello e quindi vinse le elezioni. Tutto il governo di Silvio Berlusconi non è stato altro che una lotta senza esclusioni di colpi fra la magistratura che con le sue indagini andava chiarendo e scoprendo magagne e illecità di ogni tipo e la sua ostentata presunzione di voler condurre una vita come un Re di Roma, ebro del suo potere e con l'unica fissazione di godersela il più possibile attorniandosi di belle donne che lui stesso frequentava e sosteneva economicamente in un turbinìo di cene di lusso, incontri nella sua "reggia" ad Arcore e altro. Insomma la politica quale garanzia di immunità e scappatoia per guai legali e per continui avvisi di garanzia che la magistratura gli inviava a seguito di accuse gravi di corruzioni a mai finire.  L'Imprenditoria nel mondo a vari livelli ha sempre patito una certa difficolà nel rimanere sempre ligia, pulita ed esente da qualsiasi storpiatura o errori nella complessa gestione fiscale; la quantità enorme di passaggi burocratici, di coinvolgimenti di molte strutture fatte di collaboratori e di aziende e sub-aziende, portano alla necessità di utilizzo di carteggi enormi costituiti da una mole non indifferente di dati, firme, archiviazione e molto altro dove l'intoppo, l'imperfezione, l'errore in genere è sempre oggettivamente possibile anche quando il tutto viene gestito con onestà, perizia e precisione. Ma più della metà degli italiani non ha mai creduto alla sua tesi complottistica dei giudici schierati politicamente contro, pochi hanno avallato veramente la sua difesa contro un assedio politico di parte specie poi nell'appurare che la magistratura che lo attaccava apparteneva alla sua stessa corrente politica. Ci si chiede tutto questo cosa c'entri con la politica. Ci si chiede perchè un uomo di talento imprenditoriale con grandi mezzi a disposizione ha preferito tutelare i suoi interesse legiferando a suo vantaggio e prendendo l'Italia per i fondelli, illuderla, creare nei cuori dei cittadini quella gioia d'esser di fronte all'uomo giusto nel momento in cui serviva un vero salvatore del paese. Quel che resta è la consapevolezza di una occasione persa, una scellerata illusione che a qualcuno interessasse veramente la sorte di questo paese. Ora che Silvio Berlusconi compie 80 anni non si può fare altro che augurargli che abbia il coraggio di rivedere il suo passato e finalmente comprendere quanto sia stato futile e di bassa lega l'aver primeggiato piaceri carnali, interessi biechi e folle rincorsa all'arricchimento forsennato a tutti i costi. Come un moderno Giulio Cesare o come un faraone egiziano. La storia di un uomo e del suo "grande niente" che suo malgrado ha gonfiato le tasche di altri omuncoli per assicurarsi il suo schieramento politico e che ha umiliato comunque una fazione politica, una idelogia che ha avuto nel suo passato esponenti di un certo livello che oggi si rivolterebbero nella tomba. "Buon Compleanno Silvio Berlusconi".

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ambiente

Agenda 2030, sostenibilità ambientale: ecco come impegnarci

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

La sostenibilità ambientale è uno dei goals previsti nell’Agenda 2030. Tale documento evidenzia obiettivi molto importanti tra cui, porre fine alla fame nel mondo, dire stop alla violenza sulle donne etc …

Nelle scuole italiane e non solo sono stati avviati progetti per arrivare ai traguardi preposti.
Negli ultimi anni, l’obiettivo della sostenibilità ambientale ha visto una maggiore consapevolezza individuale e collettiva.

All’interno di molte scuole, sono state programmate diverse attività tra cui, insegnare la raccolta differenziata, organizzare gite guidate presso inceneritori e impartire lezioni o laboratori di educazione civica e ambientale da parte dei docenti.

Ogni proposta ha rappresentato la possibilità di rendere i ragazzi e gli adulti maggiormente consapevoli di alcune problematiche legate al nostro pianeta: dalla deforestazione, alle banche di plastica che osteggiano la pulizia dei nostri mari, al riscaldamento globale fino ad arrivare alla totale trasformazione del territorio mondiale.

Molte di queste problematicità, causate principalmente dall’agire umano, vengono studiate non solo dalla scienza, ma anche dalla geografia. Siamo in un mondo globale in cui la questione ambientale e le sue possibili modifiche future preoccupano gli studiosi.
Per tale motivo il concetto di sostenibilità dell’ambiente è un argomento che sta molto a cuore agli esperti e non solo.

Tuttavia, sono nate diverse occasioni per evitare una totale inaccuratezza da parte dell’uomo. Pertanto, per sviluppare una maggiore sensibilità di fronte alla cura costante e attiva del nostro ambiente sono state previste diverse iniziative, partendo proprio dal comportamento dei cittadini stessi:

  • periodicamente si svolgono numerose campagne ambientali per sviluppare una corretta raccolta differenziata da parte dei singoli Comuni, Regioni e Stati;
  • ogni città al suo interno ha organizzato incontri in cui vengono spiegate le diverse fasi di raccolta dei rifiuti;
  • si sono definite regole precise per mantenere pulite le città;
  • di tanto in tanto ogni regione predispone seminari o incontri a tema su come incentivare l’uomo a rendere sempre più vivibile l’ambiente in cui abita;
  • molte scuole hanno sviluppato ricerche e sondaggi, tramite esperti del settore, per sensibilizzare i giovani e gli adulti a far fronte a questa urgenza di “pulizia” all’interno degli ambienti in cui si vive;
  • si organizzano, inoltre, convegni internazionali sulla sostenibilità ambientale e su eventuali nuove tecniche di intervento.

In generale, dalle scuole, alle diverse associazioni e al governo si è trattato l’argomento sulla sostenibilità, ponendo questi obiettivi come primari e improrogabili per “risistemare” il nostro pianeta.

Continua a leggere

Editoriali

Aggressione omofoba a Roma: chi ha più prudenza l’adoperi!

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Mercoledì due ragazzi, per un bacio, sono stati aggrediti da un gruppo di egiziani al grido: “Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare” rischiando davvero grosso.


Per fortuna, invece di reagire, hanno chiesto l’intervento delle forze dell’Ordine che, prontamente, sono intervenute mettendo in salvo i due ragazzi. In queste situazioni “Ci vuole prudenza!”

È un pensiero che la mia generazione ha recepito troppe volte in malo modo e, di contro, le generazioni attuali non sanno neanche da dove provenga.

E se alla mia età arrivo a scrivere di questo è perché il clima che si respira in ogni parte del mondo predica proprio la prudenza. Assistiamo, troppe volte, a situazioni in cui le aggressioni, le violenze, i soprusi colpiscono e fanno piangere proprio perché quella virtù molto predicata e poco praticata, la prudenza appunto, viene accantonata per imporre magari le nostre ragioni di fronte a soggetti che non hanno nulla da perdere pronti a tutto e senza scrupoli.

E non mi si venga a dire “ci rivuole il manganello” perché violenza chiama violenza, aggressione chiama aggressione, sopruso chiama sopruso.

Non so “offrire” una ricetta perché i tanti “Soloni”, esperti in materia, sono decenni che “toppano”, sbagliano, predicando il “dente per dente”.

Occorre “certezza di pena” e “controllo del territorio”. E se a tutto ciò aggiungiamo un “cultura woke” che, a mio avviso, vuole imporre a colpi di “politicamente corretto” scelte sulla vita di ognuno ci ritroveremo davvero a riconsiderare vero ed attuale il pensiero di Thomas Hobbes “Homo hominis lupus”, l’uomo è lupo agli uomini.

Perché l’integrazione non si impone per legge come anche l’inclusione.
Sono processi che passano attraverso l’accettazione di entrambe le parti in modo paritetico e rispettoso ognuno dell’altro.

Quindi, “prudenza” perché, come diceva Henry de Montherlant: Bisogna fare cose folli, ma farle con il massimo di prudenza”.

l’immagine rappresenta l’allegoria della Prudenza

Continua a leggere

Editoriali

L’illusione della superiorità e l’incoscienza di chi crede di avere una coscienza superiore: Beata ignoranza!

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Nell’era dell’informazione e dell’autorealizzazione, sempre più individui si convincono di possedere una coscienza superiore, una sorta di illuminazione intellettuale e morale che li pone al di sopra della massa. Questa percezione, spesso priva di una reale base di merito, non solo è pericolosa, ma anche profondamente ingannevole. L’illusione della superiorità può infatti condurre a un’autocelebrazione sterile e alla svalutazione di tutto ciò che non rientra nella propria visione del mondo.

L’autocompiacimento dell’ignoranza

Uno dei fenomeni più diffusi è l’autocompiacimento dell’ignoranza. Alcuni individui, forti di una conoscenza superficiale acquisita attraverso fonti discutibili o parziali, si autoconvincono di avere una comprensione profonda e completa delle cose. Questo atteggiamento li porta a rifiutare qualsiasi opinione contraria, chiudendosi in una bolla di autoconferma. Il paradosso è che più limitata è la loro comprensione, più ferma è la loro convinzione di essere superiori.

La mediocrità travestita da eccellenza

Chi si illude di avere una coscienza superiore spesso ignora la necessità di un’autoanalisi critica e di un continuo miglioramento. Questa mancanza di umiltà e di riconoscimento dei propri limiti porta a una stagnazione intellettuale e morale. La mediocrità, in questo contesto, si traveste da eccellenza, mascherata da un velo di arroganza e presunzione. La vera eccellenza richiede infatti la capacità di riconoscere i propri errori e di apprendere continuamente dall’esperienza e dagli altri.

Il confronto con la realtà

Per smascherare l’illusione di una coscienza superiore, è essenziale confrontarsi con la realtà in modo aperto e onesto. Questo implica ascoltare opinioni diverse, accettare critiche costruttive e riconoscere l’importanza della competenza e dell’esperienza. Solo attraverso questo confronto si può sviluppare una vera comprensione e una consapevolezza autentica.

L’importanza dell’umiltà

L’umiltà è la chiave per evitare la trappola dell’illusione di superiorità. Riconoscere che la propria conoscenza è limitata e che c’è sempre spazio per migliorare è il primo passo verso una crescita autentica. L’umiltà permette di apprendere dagli altri e di riconoscere il valore della diversità di pensiero e di esperienza. Solo con questa attitudine si può sviluppare una coscienza realmente superiore, basata non sulla presunzione, ma sulla consapevolezza e sulla continua ricerca del miglioramento.

L’illusione di una coscienza superiore è un inganno pericoloso che porta all’arroganza e alla stagnazione. La vera superiorità non risiede nella convinzione di essere migliori degli altri, ma nella capacità di riconoscere i propri limiti, di apprendere continuamente e di confrontarsi con la realtà in modo aperto e umile. Solo attraverso questo percorso si può raggiungere una consapevolezza autentica e contribuire in modo significativo al proprio sviluppo e a quello della società.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti