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GIOIA E AMORE, MIRAGGI PER LE MENTI FALLACI…

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Tempo di lettura 6 minuti "Il corpo grida… Quello Che La Bocca Tace… La malattia è un conflitto tra la personalità e l'anima. "

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Sara Desirée Gàlea

Si, è proprio così, gioia e amore sono miraggi ‘’soltanto’’ per le menti fallaci, perché, invece, chi ha superato la barriera, ed il limite, che la mente riesce ad attuare nell’essere umano, entra in una  dimensione in cui la vita scorre nell’energia della gioia, e dell’Amore, in maniera costante. Vivere nella gioia, e nell’Amore, significa seguire le  ispirazioni, ed aspirazioni, insite nell’essere umano,  che non  si trovano nella mente razionale,  ma bensì risiedono dentro il cuore.

Le ispirazioni sono la richiesta di desideri inconsci, ovvero dell’anima, come anche le aspirazioni, e seguirle significa accettare  l’idea che dentro di noi c’è un essere che ha bisogno di vivere, a prescindere da ciò che la società, le istituzioni, le abitudini, e la cultura hanno imposto relegandolo in un corpo muto in cui lo status quo di vita è diventato il malessere, la sofferenza, e il sacrificio in nome di un ‘’falso Amore’’ che è stato preconfezionato per depistare l’essere umano dal seguire la propria vera natura…
Se io vi invitassi a cercare nella vostra memoria un ricordo a dimostrazione  che almeno una volta nella vita  una serie di  ‘’miracolose coincidenze’’ ( sincronicità)  vi ha regalato un desiderio, o un obiettivo molto sentito, voi non solo lo trovereste ma vi rendereste conto che soltanto un’intelligenza superiore potrebbe muovere un disegno così raffinato, nitido e che oltrepassa l’umana immaginazione. 

Usualmente, quando istintivamente seguiamo le sensazioni che il cuore ci invia,  otteniamo una serie di sincronicità, quindi eventi e persone che potrebbero favorire la materializzazione di ciò che abbiamo desiderato, in maniera quasi miracolosa,  ma spesso  non ce ne rendiamo conto perché distratti dai meccanismi illusori della mente che si azionano per tenerci dentro i nostri limiti,  o, se nel caso accettiamo ciò che sta accadendo,  sminuiamo l’evento creatosi etichettando le serie di sincronicità come coincidenze, dando alla mente il potere, quindi,  di nascondere, tenendoci  narcotizzati dentro la sua scatola,  la grande verità su chi siamo e possiamo fare,  ovvero esseri che hanno nel cuore un potere immenso per realizzare la propria vita, il potere dell’Energia Divina, o cosmica, o chiamiamola come vogliamo.
Ainoi, però, da un certo punto in poi, la vita della maggior parte degli esseri umani non vede più costellazioni di sincronicità e miracoli, ma  sequenze di eventi negativi che si realizzano per causa delle paure, e dei blocchi, che risiedono nel nostro subconscio, ed agiscono indisturbati grazie alle menzogne, ed illusioni, che la mente crea per tenerci  impegnati tra mille patimenti ed impedirci di ‘’risvegliarci’’.

Una reazione di ‘’autodifesa’’ che l’essere umano mette in atto per non sentirsi  responsabile dei propri continui fallimenti, è addossare l’intera responsabilità dei fallimenti a Dio o agli altri, quindi al  prossimo che non ci ha aiutato, rendendolo carnefice semplicemente per opportunità. Ma questa incapacità che abbiamo di ascoltare la profonda voce del divino è l’unica che abbiamo?  o ignoriamo completamente ogni  qual tipo di interazione con la nostra parte interiore e quindi con il divino?
Noi esseri umani abbiamo  chiuso ogni tipo di comunicazione con il nostro Sé, con Dio e  anche con quella del corpo.

Lo sapete che il corpo cerca di comunicare con noi attraverso malattie, malesseri etc?
La metamedicina studia proprio questi meccanismi, ovviamente è un discorso molto ampio che io non posso affrontare in quanto non è di mia competenza ma, attingendo dal sapere di chi preposto, ho estrapolato qualche dettaglio  per farvi rendere conto di come il corpo ci parla, e quindi:
Il corpo grida… Quello Che La Bocca Tace… La malattia è un conflitto tra la personalità e l'anima.

Molte volte…
Il raffreddore "cola" quando il corpo non piange…
Il dolore di gola "tampona" quando non è possibile comunicare le afflizioni.
Lo stomaco "arde" quando le rabbie non riescono ad uscire.
Il diabete "invade" quando la solitudine duole.
Il corpo "ingrassa" quando l'insoddisfazione stringe.
Il mal di testa "deprime" quando i dubbi aumentano.
Il cuore "allenta" quando il senso della vita sembra finire.
Il petto "stringe" quando l'orgoglio schiavizza.
La pressione "sale" quando la paura imprigiona.
Le nevrosi "paralizza" quando il bambino interno tiranneggia.
La febbre "scalda" quando le difese sfruttano le frontiere dell'immunità.
Le ginocchia "dolgono" quando il tuo orgoglio non si piega.
Il cancro "ammazza" quando ti stanchi di vivere.
Gli occhi non ‘’vedono’’ quando non vuoi guardare ciò che è intorno a te, quando quello che vedi ti fa paura.
Ed i tuoi dolori silenziosi? Come parlano nel tuo corpo? La malattia non è cattiva, ti avvisa che stai sbagliando cammino.


Ovviamente ho citato le più diffuse forme di malattie ma vi consiglio la lettura di questo testo: Metamedicina di Claudia Rainville ‘’ Ogni sintomo è un messaggio’’ guarigione a portata di mano, così da poter comprendere come il corpo ci parla, perché… ogni singola cellula lo fa. Ora sicuramente i medici che stanno leggendo schizzeranno in piedi gridando allo scandalo ma … io ho insegnato a mio figlio piccolo, 11 anni, quindi puro e non corrotto mentalmente, a farsi passare i dolori parlando con le cellule ( prima di questo mi chiedeva di imporgli le mani sulla parte dolente e  di farlo semplicemente guarire). Non sto dicendo che dovete abbandonare la medicina allopatica, anche se quel giorno giungerà, ma vi sto dicendo di credere che anche voi stessi potete essere la vostra pillola miracolosa. Quanti guariscono prendendo farmaci placebo? Vi siete chiesti perché? Si danno la guarigione pensando che sia il farmaco a farlo. Vi siete chiesti come hanno fatto alcuni esseri umani a guarire da tremendi mali soltanto cercando di vivere con gioia quella che pensavano dovesse essere l’ultima pagina della loro vita? Chi pensate che gli abbia dato la guarigione? Se stessi! la propria forza, voglia di vivere.  

Per tanto se individui normali, e ce ne sono tantissimi, riescono a riacquistare la salute, e a sanare la propria vita, ed il proprio corpo, semplicemente credendo in se stessi, chiunque può farlo, ed il famoso cambio di paradigma del 21.12.2012 ci vuole uomini divini, persone in grado di fare i propri miracoli, ed è questo che stiamo cercando di fare insieme, conoscere per credere, e quindi applicare. Cosa fare per recuperare il colloquio con Dio e con la parte interiore di noi, il Sè superiore, che ci farebbe riappropriare del nostro potere creativo di ricevere desideri, creazioni, guarigione e qualunque cosa vogliamo che sia giusta per noi? ( notate bene, che sia giusta per noi, non tutto ciò che desideriamo ci arriva perché non tutto sarebbe salutare, ed il nostro Io interiore lo sa):
1) sbarazziamoci di tutte le idee imposte
2) sbarazziamoci dell’idea che dobbiamo vivere secondo il desiderio di chiunque
3) concediamoci di recuperare l’idea che Dio, o energia intelligente, non sta chissà dove ma si trova con una sua scintilla dentro il nostro cuore, accanto alla scintilla dell’Anima.
4) … concediamoci di parlare con lui a voce, o mentalmente, come fosse un amico, mettendo le mani in mezzo al petto, sul chakra del cuore, ( posizione dei defunti) aspettandoci una risposta che giungerà sotto forma di emozione meravigliosa, ma anche di idee, di parole. Fidatevi di ciò che sentirete, o vedrete, affidatevi.
5) Cerchiamo di credere nuovamente ai miracoli aspettandoci che ci arrivino, ma… non aspettandoci che arrivino da chissà dove, ma sapendo che ci arriveranno attraverso delle sincronicità che ci coinvolgeranno, insieme ad altri, nella creazione degli stessi.
6) Siate voi stessi Dio, vivendo nella, e della, sua voce, e luce.

Non ho bestemmiato, non ho detto che voi siete Dio, egli è l’onnipotente, l’energia cosmica, vi sto dicendo però che egli vuole che noi canalizziamo il suo amore per  manifestare ciò che desideriamo.
Se lo farete, come   un’Apocalisse il bene toglierà  tutto quanto è  tossico nella vostra vita per riconsegnarvi in mano la vostra ‘’meravigliosa’’  esistenza.
Non riuscirete più ad ingannarvi per mezzo della vostra mente se vi affiderete al cuore, perché il cuore vi mostrerà gli inganni, e le trappole.
Cosa credete che sia il sesto senso, la veggenza,  doti degli stregoni wudù?… Ma su per favore! I poteri psichici esistono da sempre, siamo noi che non li sappiamo attivare,  perché la mente ci impedisce di farlo. Ci vuole schiavi della nostra stoltezza ed incapacità di vivere. Liberatevi dal falso benessere, quello che vi inscatola dentro una nebbia che vi corroderà fino a portarvi tra atroci patimenti fisici, e psicologici!
Datevi la gioia di assaporare nuovamente il  ‘’Carpe Diem’’  così  tutto diventerà più bello, puro, sincero, vero, appagante,  più tutto ciò che di bello desiderate.  La menzogna deve essere esiliata.  Gli occhi devono imparare a vedere non più dentro i limiti della mente razionale  ma devono andare oltre,  per acquisire la capacità di vedere i pericoli,  le possibilità, le paure, le proprie zone d’ombra.
-E’ questa la magia dell’Amore?   la verità più pura?  Il grande potere che rende l’uomo divino?
Si, è questo l’Amore, è l’integrità di vedere e accettare le proprie, e degli altri, zone d’ombra. Vedere le proprie possibilità ed assecondarle, sentirsi responsabili della propria vita,  del proprio corpo, delle malattie, delle gioie.
-Fa male amare?
No, il dolore lo manifesta la mente  perchè vuole stare dentro il suo senso,  non comprende la grandezza dell’Amore cosmico, solo quando ella si quieta  diventa tutto parte del tuo essere ciò che sei.
Chi sei?
Tu sei, non c’è altro da sapere, devi soltanto vivere in comunione con la tua Anima, e con il Maestro che vive nel tuo cuore.
-E se lui non ti sente?
Lui ti ascolta sempre, e ti parla anche, sei tu che lo ignori, per paura di dover cambiare …
Per avere dei cambiamenti positivi nella vita bisogna vivere  l’Apocalisse interiore, ed ora sta iniziando il nuovo mondo per te e per chiunque vorrà
 E  chi non vorrà?
Vivranno ciò che è giusto per loro, tu intanto sii il  cambiamento che vuoi vedere nel mondo, lo ha detto un illuminato, Ghandi, e risuona come una verità quasi assoluta … Ognuno di  noi fa la differenza…
L’Oceano è fatto di tante piccole gocce …
E’ stato un piacere essere qui con voi ma ora è giunto il momento di lasciarci, alla prossima settimana, stessa pagina, stessa gioia
Namastè

 

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Roma, aggressioni e borseggi: intervista all’onorevole Riccardo De Corato

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In seguito all’aggressione avvenuta ieri sera a Simone Cicalone, noto youtuber impegnato a compiere riprese per mostrare i troppi fenomeni di borseggio che avvengono nella metropolitana di Roma abbiamo contattato al telefono l’onorevole Riccardo De Corato, già vicesindaco della città di Milano, assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia ed oggi parlamentare italiano e vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera.

INTERVISTA ESCLUSIVA ALL’ONOREVOLE RICCARDO DE CORATO, VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI DELLA CAMERA

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: Riccardo Cucchi presenta i suoi libri

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Ieri sera in una piazza dell’Olmo piena all’inverosimile la “padrona di casa” l’elegantissima, come sempre, Emanuela Bruni ha dato il via alla serata, accompagnato dalla superba professionalità e simpatia di Giampiero Cacciato, facendoci ascoltare la sigla di “Tutto il calcio minuto per minuto” la trasmissione radiofonica per eccellenza che ha accompagnato le storie e le domeniche di tutti noi, donne e uomini, amanti di quello che è definito “il gioco più bello del mondo”: il calcio.
L’ospite è un sorridentissimo Riccardo Cucchi, voce storica di Radio Rai.
Anche stavolta, quasi una combinazione, “sono le 18 e 4 minuti” riprendendo la frase incipit del prologo di Radiogol, uno dei due libri presentato assieme a Un altro calcio – è possibile.
Emanuela, giornalista di razza, lo stimola immediatamente con un quesito: Oggi lo sport ed il calcio, nello specifico, sono importanti dal punto di vista sociale?
La risposta di Riccardo Cucchi diventa il filo che collega tutta la serata.

Giancarlo Ceccarelli, capitano della Lazio campione d’Italia Primavera stagione 1975/76

Ci spiega, con estrema dovizia, che già con le Prime Olimpiadi del 1896 lo sport abbia cercato di “sterilizzare”, usa proprio questo concetto, ogni forma di conflitto simulando un combattimento ma restando legato a valori alti ed etici che, purtroppo, le guerre ovviamente non prendono in considerazione.
“Il calcio è immerso nella vita, ne è parte stessa, è una delle tante attività umane. Immaginarlo isolato dal contesto sociale, politico ed economico è pura illusione” questo è il filo conduttore che lega i due libri.
Il calcio e lo sport nei due libri che ci presenta, spiega con serenità “sono il pretesto per parlare di altro”; calcio e sport, aggiunge, “sono storia dell’umanità, sono storia di rapporti umani, è cultura, è molto altro” racchiudendo poi questo concetto che lascia spazio ne “Un altro calcio – è ancora possibile” dove scrive: “il calcio è una sorta di carta assorbente che si impregna di tutto ciò di cui è impregnata a sua volta la società. Ma ha un obbligo etico, imprescindibile: deve promuovere valori”
Lo smarrimento della sua identità ma soprattutto l’avere perso il principio primo che lo sport eleva, la passione, lo sta riducendo in un qualcosa che ormai è più paragonabile ad un “bancomat” usato per fare business e fino a quando i tifosi non si renderanno conto che queste holding gestiscono “sentimenti”, tramutandole in denaro, resterà un qualcosa di assai lontano da quelle emozioni di un tempo.

Non c’è nostalgia, però nelle sue parole: il suo è un messaggio che vuole portare un cambiamento etico nei valori che il calcio può e deve mostrare perché il rischio è che “non può rinunciarvi senza pagare il prezzo di smarrire la sua stessa identità”.
Focalizza la sua attenzione sugli ultimi mondiali in Qatar dove il calcio è stato usato “per nascondere” le palesi ed evidenti violazioni dei più elementari diritti per un essere umano: “il calcio, dice, non può farsi strumentalizzare”.
8 stadi costruiti di cui oggi solo 2 restano in piedi: cita il quotidiano britannico The Guardian che raccontava in quei giorni di milioni di uomini usati come “schiavi moderni” gli venivano sequestrati i passaporti, dice con sdegno tra lo sguardo allibito dei partecipanti alla serata.
Oltre 6500 morti, la maggior parte di loro caduti da impalcature “i mondiali sono stati giocati in novembre/dicembre con un temperatura mite negli stadi ma loro – si riferisce agli schiavi moderni – hanno lavorato sotto temperature ben superiori ai 30/40 gradi”.
Quello che stasera compare in piazzetta dell’Olmo è un grido di dolore di chi, come lui, nato nella curva della Lazio dove, passati gli anni da radiocronista, è tornato per vivere la passione del calcio, vuole difenderlo dalle commistioni politiche e dai petrodollari ed invita qualunque dirigente sportivo ad assistere ad una partita di calcio direttamente in curva dove potrà riscoprire “il senso vero della passione sportiva” che non può e non deve essere confusa, dice, “né con lo spettacolo, né con l’intrattenimento”.

l’abbraccio fraterno di Riccardo Cucchi all’amico Giampiero Cacciato sotto lo sguardo attento di Emanuela Bruni

Poi Giampiero Cacciato “da Cogoleto” – ci tiene a specificare alla platea – che per anni ha collaborato con Riccardo Cucchi, “ero io a preparargli il microfono”, dice, dopo l’aneddoto dei tamburi camerunensi seguiti durante i mondiali di Francia 98 invece di recarsi allo stadio, affronta un tema assai delicato nello sport: il razzismo.
“Una cosa stupida”, dice tra gli applausi Riccardo Cucchi ed aggiunge che “se c’è qualcosa che mi ha insegnato la mia carriera giornalistica è che non c’è niente di più contraddittorio dello sport con il razzismo” e ricorda il primo caso passato alla cronaca di razzismo in Italia: cita l’acquisto, nel 1989, del giocatore di origine ebraica, Ronny Rosenthal, da parte dell’Udinese. Gli ultrà di questa squadra si sollevarono dimostrando un rigurgito antisemita generando una ingloriosa marcia indietro della socieà che non perfezionò l’acquisto adducendo come scusa banale un problema vertebrale.
Cucchi sottolinea l’atteggiamento costante di molte società che minimizzano tale problema giustificando che lo stadio rispecchia l’atteggiamento razzistico del mondo. Ma questo, dice, non può diventare una scusa e consiglia un’utopia: rovesciare il tema facendo divenire lo stadio il luogo virtuoso senza alcun atteggiamento razzistico isolando tutti coloro che lo manifestassero, sia sugli spalti che, ahimè, anche sui campi stessi.
Una idea rivoluzionaria perché il tifoso razzista è colui che contraddice ed infrange il concetto stesso di sport.
Una lezione morale, la sua, che viene accolta dagli applausi dei tantissimi presenti stasera in piazza dell’Olmo a Frascati.

E poi inizia il momento degli aneddoti: da Mario Giobbe che gli sintetizzò così il lavoro di radiocronista “Più breve sei, più bravo sei”.
All’esame in Rai con un Sergio Zavoli, presidente di commissione, che gli chiese: “Se noi decidessimo di avvalerci della sua collaborazione cosa vorrebbe fare” e la sua risposta “sfacciata”, aggiunge, fu: “il radiocronista!” Sapete come andò a finire? Fu costretto da Zavoli ad inventarsi una partita ed a commentarla: ma Zavoli non sapeva che quello era per Riccardo Cucchi il sogno che coltivava da bambino e fu davvero un’apoteosi, uno Juventus – Milan che fu il lasciapassare per l’ingresso in Rai, Mamma Rai.
All’essere stato, durante la finale dei 100 metri di Seul, il radiocronista che disse il maggior numero di parole: praticamente un record nel record.
Poi la “gavetta” in periferia, Campobasso, laddove ci si preparava alla presenza al microfono ed a presentarsi al microfono (dizione, parlare bene, lessico forbito) con un maestro d’eccezione: il grande attore Arnoldo Foà.
Ma il momento più entusiasmante le trasferte al fianco di Enrico Ameri che gli aveva stilato un regolamento e, una volta allo stadio, aveva come compito quello di segnare i calci d’angolo “ho avuto sempre il terrore di sbagliare i conti”.
E poi il racconto dello scudetto alla Lazio l’emozione incontenibile ed il dovere di essere, fino alla fine della carriera, dentro quella neutralità che contraddistingue il bravo giornalista.

Di certo, per un laziale purosangue come lui il momento più bello, ma che fa il paio con Inter – Empoli del 12 febbraio 2017 dove uno striscione della curva nord interista gli tributa un grazie immenso:
A TE IL NOSTRO APPLAUSO PER AVERCI EMOZIONATO PER DAVVERO IN UN MONDO FINTO – RICCARDO CUCCHI SIMBOLO DEL NOSTRO CALCIO

Lo striscione dedicato a Riccardo Cucchi dai tifosi neroazzurri il 12 febbraio 2017

Riccardo Cucchi ieri sera ci ha fatto scoprire quanto ancora la bellezza di questo gioco amato da milioni di italiani, ai tempi d’oro Tutto il calcio minuto per minuto raggiunge picchi di 25 milioni di ascoltatori, sia collegata alla quella passione che si vuole scippare via a noi che lo amiamo.

Una serata splendida chiusa dalla sua voce che ripete: qui da Frascati e da Riccardo Cucchi è tutto a te la linea studio centrale.

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Esteri

6 giugno 1944, operazione Neptune: il ricordo dopo 80 anni dallo sbarco in Normandia

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Don quella mattina del 6 giugno 1944 era li con tutti i suoi commilitoni.
Non sapeva, di certo, che quel giorno potesse fare la Storia,
Si, la Storia che si legge sui libri e di cui lui è stato uno dei protagonisti.
In questi giorni, dopo ottant’anni, è tornato li.
“Settemila dei miei compagni di marina sono stati uccisi. Ventimila fucilati, feriti, caricati sulle navi, sepolti in mare” ci dice Don Graves, un veterano del corpo dei Marines, con serenità e con un luccichio di lacrime negli occhi.

Nella foto Don Graves insieme al dottor Emilio Scalise

“Voglio, aggiunge, che i più giovani, le nuove generazioni sappiamo quello che noi abbiamo fatto”.
Per molti dei veterani presenti oggi qui il 6 giugno 1944 resta una pagina dolce e nel contempo amara: molti dei loro amici hanno perduto proprio su queste spiagge la loro vita.
E stamattina a Saint Mere Eglise quelli che un giorno erano “l’un contro l’altro armati” si abbracciano nel ricordo di una delle pagine più sanguinose della II Guerra Mondiale: lo sbarco in Normandia.

Cinque teste di ponte, l’operazione Neptune, per consentire agli eserciti alleati di creare quel terzo fronte determinante per la sconfitta del nazismo.
Oggi si ricorda il sacrificio di giovani, un tempo nemici, ed oggi uniti nel loro ricordo.
Una cerimonia solenne ma che diventa importante per l’abbraccio nel nome di una pace che stenta su tutto il pianeta e che vuole ricordare il coraggio e l’abnegazione di molti ragazzi che sapevano di andare a morire.

il mitico campanile di Saint Mere Eglise

Una nota leggera: come ogni anno sul “mitico” campanile di Saint Mere Eglise svetta un paracadute, assieme ad un manichino, che ricorda il fatto realmente accaduto di un soldato americano paracadutista che nel lancio sul paesino rimase impigliato con la vela del suo paracadute, rimanendo illeso ma bloccato in quella posizione.

il paracadute con il manichino svetta sul campanile di Saint Mere Eglise

In questi giorni, come già scritto in un nostro articolo (https://www.osservatoreitalia.eu/d-day-80-anni-dallo-sbarco-in-normandia/), alcune Jeep e di un Dodge Ambulanza di proprietà dei soci dell’Associazione HighWay Six Club ha raggiunto le spiagge francesi ed il dottor Emilio Scalise, uno dei soci, ci ha raccontato in presa diretta l’emozione: “Un giorno che resterà indelebile nella mia memoria”.

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