Giocate e ludopatia: un paradosso tutto Made in Italy

Raddoppia la tassa sulla fortuna che passerà dal 6 al 12% sulla parte di vincita eccedente i 500 euro: si applicherà a Gratta&Vinci, al SuperEnalotto, al Win for Life e alle Videolottery. Restano invece escluse le vincite realizzate con la Lotteria Italia, le scommesse, il poker e i casinò online, bingo e slot machine, per queste ultime la vincita non può mai superare i 100 euro. Aumenta la tassazione anche per una delle passioni degli italiani, ma in maniera minore: per il Lotto, il “prelievo” passa, sempre dal 1 ottobre, dal 6% all’8%. E così dopo che nella manovra di Aprile è stato approvato il decreto che prevede la riduzione delle slot, che dovranno passare dalle attuali 400mila a circa 265mila, il governo da una parte persegue la lotta al gioco d’azzardo e dall’altra aumenta il gettito nelle casse statali derivante proprio dalle lotterie della fortuna.

 

Secondo un’analisi del Servizio Bilancio della Camera, con l’aumento delle aliquote si può prevedere un aumento di gettito pari a 143 milioni annui (48 mln per il Lotto e 95 mln per gli altri giochi) a partire dal 2018. In base a questi dati, è possibile stimare un maggiore gettito pari a 36 milioni nell’anno in corso, cifra che salirà a 322 milioni nel triennio periodo 2017-2019. Sempre ad aprile scorso, il decreto approvato nella manovra, stabiliva un taglio di circa 135mila unità in due step: il 15% entro la fine di quest’anno, mentre il restante 19% entro il 30 aprile 2018.

Da una parte quindi un taglio drastico alle slot machine, a cominciare dai generalisti secondari e dai bar e tabacchi, per arrivare, in tre anni, alla riduzione delle attività nelle quali si scommette e si gioca e dall’altra, invece, si aumenta il gettito derivante proprio da quel fenomeno verso il quale molti pseudo moralisti amano riempirsi la bocca con slogan anti ludopatia. Ma proprio quest’ultima è tra i primi contribuenti dello Stato. Un paradosso, come al solito, tutto made in Italy.