GIANNI TONELLI SULLA LEGITTIMA DIFESA

GIANNI TONELLI SULLA LEGITTIMA DIFESA

“BISOGNA PRENDERE A CALCI NEL SEDERE LA CLASSE DIRIGENTE CHE PARTORISCE SIMILI IMBECILLITA’”

DI ROBERTO RAGONE

Dottor Tonelli, ci dia un suo parere su questa nuove versione della legge sulla legittima difesa.

È il simbolo della decadenza di una classe dirigente che non ha capacità, ed è sotto scacco di gruppi estremisti. Una classe  eccessivamente ideologizzata, e che non ha la capacità di assumersi una responsabilità. Ma che norma è quella che indica come criterio di punibilità o di legittimazione del diritto naturale alla autotutela, alla propria difesa quello che può essere il giorno o la notte: e se uno fa i turni e dorme di giorno? D’inverno saremo più sicuri? Andremo con il canto del gallo? E l’ora legale? Dobbiamo considerare anche la latitudine? Perché a Torino d’estate le giornate sono più lunghe che a Palermo. Sono delle cose folli, e non c’è bisogno d’essere dei giuristi per comprenderlo. Sono delle imbecillità colossali che devono spingere la nazione Italia a prendere a calci nel sedere la classe dirigente che le partorisce, perché analoghe imbecillità vengono partorite ogni giorno a carico dell’economia del paese, per ciò che riguarda l’energia, o le politiche sociali, dalla sicurezza  al’immigrazione.

Da ciò che si vede dall’esterno, pare che una parte della sinistra stia con Ermini, mentre un’altra parte gli è contraria.

Sì, è così, perché c’è una parte maggiormente ideologizzata,  mentre alcuni sono meno vincolati da queste imbecillità. Ma, anche la sinistra, o si libera da questa zavorra, o altrimenti non potrà mai ambire a governare decentemente il paese, ma è destinata a naufragare ancora come ha fatto fino ad oggi.

I recenti fatti relativi a episodi di violenza e di rapine, con la reazione delle vittime sorprese in casa, magari di notte, e gli effetti giudiziari conseguenti ci hanno sempre dato, dall’esterno, l’impressione che i delinquenti siano troppo tutelati, e che quindi, per assurdo, che lo stato li tuteli più dei cittadini. Ha avuto anche lei questa impressione?

È così, perché una parte della sinistra considera le devianze come figlie delle contraddizioni della nostra società, e la brava gente, quindi, non deve più stare al centro del sistema, ma ci devono andare loro, i deviati. Siccome la gente per bene approfitta, e ha goduto finora, delle opportunità di questa società, come deve pagare le tasse, deve anche farsi carico di questi oneri, fino ad arrivare fin nel campo della legittima difesa, e quindi  fino a considerare moralmente censurabile chi si difende, prima ancora che giuridicamente. Una parte della sinistra sta con i delinquenti, ed è tipico del partito dell’antipolizia, che comunque è molto forte all’interno delle istituzioni, ed ha radici profonde: pensiamo al manifesto degli intellettuali contro il commissario Calabresi. Oppure vogliamo parlare della pseudocultura autoreferenziale italiana nel circuito mediatico? Nella classe dirigente del paese, quindi nel Parlamento, voglio pensare a Manconi, alla Boldrini. Guardi, costoro non hanno simpatia nei confronti delle forze dell’ordine, ma anzi, ogni giorno ci dimostrano la loro avversità, perché noi difendiamo la gente per bene, e quindi noi siamo il nemico di coloro che invece vorrebbero che al centro del sistema ci fosse ro le devianze. È un fatto ideologico.

Un’ultima battuta a proposito delle caccia a Igor il russo, o come si chiama lui. Secondo lei, lo prendono?

Lo prenderemo più in là, ma non adesso. Perché a mio parere Igor non è più lì. Questo è uno che anche se ha attorno una cintura blindata di venti o trenta chilometri, nel giro di due ore venti chilometri li ha già fatti di corsa. È una persona che viene da un mondo che è un po’ diverso dalla nostra bambagia, anche come metodo criminale. A mio parere non è più lì. Sono convinto che prima o poi ci sbatterà la testa, non potrà stare alla macchia vita natural durante.