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di Simonetta D'Onofrio
Guardiamo al futuro con un occhio rivolto alla solidarietà per le persone bisognose, collocandola al primo posto in una scala di valori, affinché si possa veramente aiutare il prossimo sempre e ovunque. Ḕ in sintesi il concetto espresso da mons. Giancarlo Bregantini durante la presentazione del libro “Dio non si stanca di perdonare” (editore Palladino), svolta mercoledì scorso a Roma presso la sede di Radio Vaticana, moderata da Piero Damosso, caporedattore del TG1 in collaborazione con l’associazione dei molisani a Roma “Forche Caudine”.
Un vero e proprio diario, in formato tascabile, dedicato alla storica presenza della visita di Papa Francesco in terra molisana, che ripercorre con le immagini e le parole di gioia vissuta in quel giorno da un’intera regione.
Lo dice chiaramente il Vescovo dell'Arcidiocesi di Campobasso-Bojano, durante illustrazione del testo; si devono mettere insieme gli sforzi di tutti, partner sociali, imprese e altri attori di rilievo per uscire dalla crisi che stiamo vivendo, le conseguenze sociali ed economiche che si toccano per mano hanno raggiunto livelli critici. Riappropriarsi della dignità affinché si possa garantire un’esistenza nella propria terra, capace di governare le proprie famiglie. Ḕ proprio su questa direzione che sono state rivolte dai molisani a Papa Francesco le varie testimonianze. Letture, pensieri, sentimenti interamente indirizzati al cambiamento, a un forte desiderio a superare la crisi, non solo economica, che la gente vive in tutta Italia, ma che è forse più sentita in una piccola regione come il Molise.
Attenzione verso la famiglia rimodulandone anche il tempo trascorso insieme ai bambini, sviluppo, crescita e ricerca della qualità nel territorio e nei prodotti che dà la terra, attenzione agli ultimi. Sono queste le parole chiave che rappresentano il significato di ciò che hanno espresso i molisani sabato 5 luglio al Santo Padre, riprodotte anche nel volume.
A margine della giornata sono stati letti alcuni brani tratti da “Dio non si stanca di perdonare”, parole pronunciate da Papa Francesco e la lettera scritta dai detenuti del carcere d’Isernia per sua Sanità, metafora della sofferenza e del divario con chi vive dentro le “sbarre” di una prigione.
Al termine dell’incontro Mons. Bregantini ha raccontato un aneddoto che ha fatto sorridere i presenti. Per far comprendere la semplicità nei gesti del Papa, ha ricordato quando gli è giunta una lettera, a lui indirizzata, con scritto a mano sulla busta “F. Casa Santa Marta, 00120 Città del Vaticano”. Il Vescovo ha detto: “In genere anch’io ho un segretario che si occupa della corrispondenza, lui invece la lettera non solo l’ha scritta, ma anche imbustata personalmente”.
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