Ghost Recon Wildlands, i fantasmi sono tornati

 

di Francesco Pellegrino Lise


L’attesa è finita, dopo oltre 4 anni di sviluppo da parte di Ubisoft, Ghost Recon Wildlands è finalmente sbarcato su Pc, Xbox One e PS4 proponendosi come uno dei titoli open world più vasti di sempre, affrontabile in totale libertà sia da soli che in compagnia di altri giocatori. Certo, c’è da sottolineare che il titolo in questione ha ben poco da condividere con la saga di Ghost Recon originale, quindi è bene prepararsi a un’esperienza di gioco nuova, con nuovi protagonisti e con un approccio totalmente differente. Quindi, una volta detto ciò e salutato il caro buon vecchio capitano Mitchell, ecco che cosa ha da offrire l’ultimo titolo bellico della software house francese. Quando si parla della produzione di cocaina e del narcotraffico, il primo pensiero vola principalmente al Sud America. Questo perché purtroppo l’economia e gli equilibri della regione sono inequivocabilmente legati a queste attività illecite, con effetti tangibili in ogni parte del mondo. Proprio da questo concetto parte la trama di Wildlands. Il titolo, ambientato in Bolivia, presuppone infatti che una delle organizzazioni che gestiscono tale produzione di stupefacente, il “Santa Blanca”, decida di spingersi un po’ più in là arrivando a controllare non solo il mercato della droga ma anche l’esercito, le autorità, la giustizia, la politica e tutto il resto. Ecco quindi nascere un Narco-Stato nel quale l’organizzazione stessa governa e detta legge con tutte le conseguenze del caso. A capo di tutto questo impero c’è poi un personaggio dotato di grande carisma e di una “lucida” follia di origine quasi religiosa, pronto a rinunciare ai piaceri terreni e ai soldi per ottenere il potere e la totale fiducia del “suo” popolo. Nato come un semplice cartello di narcotrafficanti, il Santa Blanca è cresciuto rapidamente, tanto da destabilizzare gli equilibri del paese così da costringere il governo boliviano a scendere in guerra con un esercito organizzato, l’Unidad. Sfortunatamente questa mossa non ha sortito gli effetti sperati ma, anzi, ha aggravato la situazione ed il governo si è trovato costretto ad accettare un accordo con il cartello consegnandogli il controllo del paese e dell’Unidad. Da qui il passo verso la conquista delle rotte del narcotraffico è stato breve. Sfruttando una fitta rete di conoscenze ed una struttura organizzativa intricata, il Santa Blanca ha iniziato ad inondare di polvere bianca gli Stati Uniti ed il Canada sotto la guida di El Sueno, il leader auto-proclamatosi prescelto dalla Santa Muerte tanto carismatico quanto efferato, capace di raccogliere i favori del popolo boliviano con la propaganda e la violenza. A lui rispondono direttamente i vari rami del Cartello ed è a lui che, ovviamente, decide di puntare la CIA quando la situazione nel paese si fa insostenibile. Proprio da qui ha inizio la storia di Wildlands.

 

 

La prima fase dell’operazione purtroppo non va come previsto. L’agente infiltrato Ricardo “Ricky” Sandoval, dopo 7 lunghi anni di lavoro sotto copertura, viene scoperto e giustiziato brutalmente mentre l’ambasciata americana a La Paz cade vittima di un tremendo attentato. Questi due eventi spingono le forze americane ad intervenire inviando in Bolivia una squadra di 4 agenti speciali, i Ghosts appunto, per collaborare con le forze ribelli dei Kataris 26 e smantellare pezzo per pezzo l’organizzazione criminale. Arrivare a El Sueno non sarà però un’impresa facile, e per questo l’operazione, nome in codice Kingslayer, basa tutto sulla raccolta di informazioni e sul completamento di numerosi incarichi atti ad indebolire progressivamente i 4 rami del cartello e costringere il boss ad uscire allo scoperto. Dal punto di vista della giocabilità, il nuovo open world di Ubisoft rappresenta, prima di tutto, qualcosa di unico nel suo genere. Questo capitolo si differenzia per stile e contenuti da qualsiasi prodotto attualmente sul mercato. Wildlands non è il classico open world dalla trama lineare, il lavoro di Ubisoft infatti presenta al giocatore un punto di partenza, lasciandogli però piena libertà sulla scelta di cosa fare, quando farlo e con chi affrontarlo. Il cartello Santa Blanca si ramifica in una costellazione di affiliati dal diverso peso specifico in termini di importanza e difficoltà. Ciò, però, non impone alcun ritmo alla progressione. Si può infatti decidere di iniziare dal più facile al più complesso, oppure di viaggiare da una provincia all'altra destabilizzando la fase del contrabbando, il braccio armato, o quello della propaganda a piacimento o addirittura di agire a macchia di leopardo colpendo qua e la il nemico. In tutto questo è poi possibile aiutare gli alleati ribelli del Pakari 26 recuperando risorse e mezzi, sabotando i convogli del cartello o indebolendo la presa dello stesso sulla popolazione intimidendo i boss locali. Questi aiuti consentiranno al team dei Ghosts di chiedere ai ribelli di ricambiare il favore fornendo il loro aiuto quando richiesto, con attacchi mirati, diversivi, colpi di mortaio e mezzi. L’immensa mappa di gioco si svela man mano che si procede nell'esplorazione, accendendosi di tanti punti luminosi quando si recuperano dati e dossier importanti. Quelle icone rappresentano la grande ricchezza che nasconde Wildlands. Infatti gran parte del coinvolgimento narrativo del titolo deriva proprio dai collezionabili e dai dati raccolti esplorando l'ambiente di gioco. Leggende e folklore, dossier e registrazioni sui variopinti membri del cartello, sul corpo speciale dell'Unidad e sul loro sconsiderato modus operandi contribuiscono a comporre un puzzle capace di dipingere un mondo criminale finemente progettato e raccontato.

 

 

Il nuovo Ghost Recon non fa nulla per nascondere la sua vena multigiocatore, perseguendo tale via in modo solido e convincente. Se affrontato in solitaria, infatti, il titolo perde di mordente e il rischio che ci si possa stancare presto è davvero molto alto. I lupi solitari devono fare i conti, infatti, con un sistema tattico semplificato rispetto al passato che non permette la scelta tra un ampio ventaglio di ordini da impartire al proprio team. Il menù infatti si limita a poche azioni dirette, solitamente poco precise e destinate all'intero gruppo. Il tatticismo, marchio di fabbrica della serie, ne esce davvero mutilato e porta il giocatore a fare un largo uso del "colpo sincronizzato", abilità di squadra in cui è possibile rendere più facili gli assalti alle strutture nemiche. Una volta marcati gli ostili con il binocolo, o con il drone utilizzato per lo scouting, basta infatti impartire l'ordine agli infallibili compagni per vedere stramazzare a terra i bersagli in rapida sequenza. Discorso differente invece quando si gioca in cooperativa, il titolo infatti cambia completamente volto, riuscendo a regalare delle belle soddisfazioni come coordinare un attacco chirurgico con altri compagni, ma anche sapere che qualcuno può fallire un colpo mandando all’aria una strategia ben pianificata. Insomma, l'attento studio delle location e il momento della pianificazione diviene parte integrante di un'esperienza di gioco più complessa e profonda, arrivando a rappresentare, forse, il momento più importante dell'intera sessione di gioco. Il valore tattico-strategico del titolo, insomma, ne esce decisamente rafforzato, così come la difficoltà complessiva dello scontro e la componente collaborativa con i compagni di squadra. Giocando con altri amici, infatti, non è possibile effettuare il "teletrasporto" alla loro posizione, come, ad esempio, avviene in single player per i compagni controllati dall'I.A. Di conseguenza passano in primo piano dinamiche che possono apparire banali come decidere chi guida e con quale mezzo darsela a gambe, oppure ricordarsi di non lasciare indietro il proprio team nel caso di una ritirata precipitosa. Uno degli aspetti più piacevoli di Wildlands è la personalizzazione del proprio soldato in qualsiasi momento si voglia e la possibilità di cambiare armi e gadget per queste a patto di averle sbloccate. La personalizzazione del proprio alter ego e delle bocche da fuoco infatti è uno degli elementi più importanti nel gioco e, fortunatamente, Ubisoft ha saputo svolgere un lavoro davvero ben fatto. Il proprio marine inoltre, man mano che prosegue nell’avventura, svolge missioni, uccide ed esegue ordini, aumenta di livello acquisendo nuove abilità. Queste spaziano dalla mira con le armi, ai danni che si possono subire, all’equipaggiamento trasportabile, alle modifiche del proprio drone e tanto altro ancora. Tutta questa rosa di elementi rende l’intera esperienza di gioco ancora più profonda e spinge i giocatori a voler portare il proprio personaggio fino al livello massimo.

 

 

A portare sugli schermi dei giocatori l’enorme area di gioco presente in Ghost Recon Wildlands ci pensa l’ultima versione del motore grafico AnvilNext, capace di riprodurre una vasta gamma di ambientazioni differenti con un buon livello di dettaglio e senza alcun caricamento, se si escludono quelli iniziali e quelli relativi alle cut-scene. Il motore riproduce in maniera egregia un’alternanza completa del ciclo giorno/notte, una vasta gamma di effetti climatici differenti ed una gestione abbastanza accurata della fisica legata agli oggetti. Unica nota di demerito va al sistema di guida dei veicoli. La fisica applicata ai mezzi infatti non riesce a trasmettere le sensazioni che uno si aspetterebbe nella realtà. Quasi tutti i veicoli a quattro ruote, poi, soffrono di un'eccessiva reattività mentre le moto, pur rimanendo abbastanza guidabili sulle strade asfaltate, si dimostrano inutilizzabili sui terreni sconnessi, dove invece ci si aspetterebbe i risultati migliori. Gli elicotteri invece, nonostante siano alcuni fra i mezzi più utilizzati per spostarsi da una zona all’altra, non sono particolarmente pratici da pilotare e solo dopo qualche ora di gioco si riesce a prendere confidenza con il sistema di controllo ma, anche in questo caso, è davvero difficile poterli sfruttare a. Gli unici mezzi pilotabili senza problemi sono le imbarcazioni, pratiche da guidare e capaci di trasmettere una buona sensazione di guida in quasi tutte le situazioni. Parlando del comparto audio, questo è generalmente di buon livello e garantisce grande soddisfazione in ogni situazione. Il titolo inoltre beneficia di una completa localizzazione in lingua italiana. Il doppiaggio è di buona fattura e si avvale di numerose voci famose tra cui spicca ovviamente quella di El Sueno, magistralmente interpretato dal nostro ormai noto Luca Ward. Tirando le somme, questo Ghost Recon Wildlands si propone agli occhi dei gamers come un titolo dalle ottime possibilità di divertimento, ma che fa del comparto multi giocatore la sua vera anima. Se infatti si ha intenzione di andare avanti nell’avventura in solitaria, il gioco perde davvero molti punti. Per chi invece ha intenzione di sconfiggere il signore della droga in compagnia di altri tre amici, il discorso cambia radicalmente e Wildlands diventa un giocone con la G maiuscola in grado di offrire tantissime ore di divertimento.

GIUDIZIO GLOBALE:


Grafica: 9
Sonoro: 9
Gameplay: 8
Longevità: 8


VOTO FINALE: 8,5