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di Cinzia Marchegiani
Buchenwald – I treni portavano i deportati in Germania nelle seconda guerra mondiale, ora hanno portato i rifugiati accolti con tante bandierine e tanti slogan di benvenuto dagli stessi tedeschi. Ma il tempo degli scatti fotografici è terminato e ora per il governo tedesco viene il tempo di attuare l’emergenza migranti.
La Germania deve affrontare la nuova sfida, mancanza coordinamento. La Germania deve ora affrontare la nuova sfida, quella dell'emergenza accoglienza migranti che ha fatto gestire all’Italia, Grecia e Spagna. E già si stanno creando spaccature che non vengono raccontare a Bruxelles. Dalle notizie che emergono dai giornali tedeschi, si parla già di mancanza di coordinamento degli afflussi dei rifugiati. Hannelore Kraft, il socialdemocratico (SPD) governatore del Nord Reno-Westfalia (lo stato più popoloso della Germania) ha spiegato che il numero di rifugiati che si aspettano quest'anno probabilmente salirà a 800mila persone, ed ha anche chiarito che lo sforzo necessario per affrontare l'afflusso sarà molto maggiore di quanto si pensasse.
Prime difficoltà accertate. E' stata organizzata una conferenza dove sono stati convocati tutti i ministeri degli interni dello Stato oltre al Ministero degli Interni federale a Berlino, dove è emerso che il Paese non potrebbe non avere le capacità promettenti per attuare una reale accoglienza, oltre ad una gestione dei vari coordinamenti deludente. Bavaria si lamentava come le vie di accesso non sono controllate, mentre Schleswig-Holstein parlano di afflusso scoordinato nelle strutture di accoglienza.
L’ex campo di concentramento di Buchenwald apre a 21 richiedenti asilo. Per affrontare il crescente afflusso di rifugiati, le autorità della città tedesca di Schwerte nella regione della Ruhr, ha preso una decisione controversa: gli immigrati saranno alloggiati presso l'ex campo di concentramento nazista di Buchenwald. In una conferenza stampa le autorità di Schwerte hanno spiegato che in questo ex campo nazista saranno ospitati 21 richiedenti asilo. Gli edifici originali di Buchenwald sono stati distrutti dopo la fine della seconda guerra mondiale e le caserme che sono attualmente funzionali sono state costruite nel 1950. Ma è stato anche spiegato che si tratta di una soluzione di emergenza, quindi inevitabile.
Nel campo di Buchenwald si calcola siano stati uccisi 56mila esseri umani. Inaugurato nel 1937, la maggior parte dei primi detenuti erano prigionieri politici, ma in seguito agli attentati Kristallnacht nel 1938 quasi 10mila ebrei furono mandati a Buchenwald e sottoposti a trattamenti crudeli. Qui esperimenti medici sono stati condotti sui detenuti dal 1941, alcuni dei quali finalizzati a verificare l'efficacia dei vaccini e per cercare di curare l’omosessualità attraverso trapianti ormonali. Nel campo nazista ci sono stati 112mila prigionieri fino al febbraio del 1945 e divenne un'importante fonte di lavoro forzato per i nazisti.
La scelta del lager non è stata casuale. Infatti, all'interno di Buchenwald erano stati internati degli scienziati da cui ci si aspettava la massima collaborazione (alcuni degli internati cui ci si riferisce sono Ludwing Fleck, Balachowsky e Van Lingen. Prima di provare una nuova formulazione, i medici delle SS provarono sui deportati i vari vaccini già esistenti per verificarne/falsificarne l'effettiva efficacia. Gli esperimenti furono condotti nel blocco/baracca 46 del lager di Buchenwald. Almeno 200 furono i morti per questo tipo di esperimento.
L'arrivo dei rifugiati e nuovi scenari per la Germania. L’arrivo dei rifugiati è stato accolto con un party di benvenuto allegro ed emozionante, ma ora i giornali tedeschi si chiedono come la Germania affronterà questo problema che dovrà sopportare per molti anni: “Potrebbe essere che gli stranieri rimarranno stranieri, creeranno un nuovo sottoproletariato parallelo. Un giornale ipotizza: "Allo stesso tempo, potrebbe anche essere che la Germania stia risolvendo quei problemi che, senza l'immigrazione, il paese dovrà affrontare nel 2040, come i problemi del mercato del lavoro, problemi dei fondi pensione e dei problemi di cura della vecchiaia”.
Insomma, alcuni quotidiani, ripropinano quello che alcuni economisti stanno già dichiarando da tempo, e cioè che l'Europa ha bisogno di 250 milioni di immigrati entro il 2050, per pagare le pensioni future e rendere giovane l'Europa che fa sempre meno figli. Peccato che questo loop è stato creato da politiche economiche che hanno strozzato le famiglie europee che hanno perso lavoro, casa e futuro. Ci si chiede a questo punto che tipo di lavori verranno assegnati ai nuovi europei importati dal continente africano…
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