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6 anni faon
Se ne sono dette e scritte tante sull’attuale momento politico di Genzano e sulle dinamiche che hanno portato ad un processo che appare ormai irreversibile.
Purtroppo nell’azione compulsiva di copiare e incollare comunicati per apparire in cima e racimolare pugni di letture si è persa di vista la concretezza di saper leggere attentamente perlomeno quello che è successo all’interno della maggioranza e che cosa ha portato alle dimissioni di massa dei consiglieri del Movimento 5 stelle Maurilio Silvestri, Marco Fermanti, Claudio Mariani e Alessandro Scoppoletti proprio mentre Daniele Lorenzon era partito per il Giappone.
Niente affatto, Lorenzon era al corrente che se non avesse mantenuto fede ai suoi impegni il fotofinish sarebbe stato l’inesorabile caduta. Dunque piuttosto che leggere o raccontare la storia di un ragazzo pugnalato alle spalle è necessario analizzare l’ennesima delusione da parte dei consiglieri M5S che hanno visto anche in questa occasione sfumare una promessa che se fosse stata mantenuta non si sarebbe creato questo disastroso epilogo.
Le dimissioni non sono state un fulmine a ciel sereno. Ormai era pian piano maturata una insoddisfazione da parte dei consiglieri di maggioranza che sono stati palesemente esclusi dalle decisioni prese dal giovane sindaco il quale li teneva in considerazione (parole dei consiglieri dimissionari ma comunque il clima teso era facilmente percepibile durante i consigli comunali, l’ultimo in particolare) “solamente quando vi era necessità del loro voto in consiglio, dimenticando che invece era stato eletto grazie alla trionfante campagna corale “IL SINDACO SIAMO NOI” che faceva proprio della partecipazione e della condivisione i propri valori principali”.
Il sindaco dunque sapeva che se avesse continuato a svilire, sminuire, demoralizzare la sua squadra avrebbe finito col perdere la loro fiducia. Tant’è che l’ennesima azione che ha portato alle dimissioni è stata messa in atto dal sindaco Daniele Lorenzon la sera prima della sua partenza quando il capogruppo Fermanti, Scoppoletti, Mariani, Nasoni e Silvestri si sono riuniti con l’intento di salvare il salvabile prima che Lorenzon partisse.
Il sindaco aveva promesso una sua dichiarazione ufficiale nella quale avrebbe annunciato una soluzione della crisi prima della partenza ma poi ha rifiutato il confronto, anche se alcuni gli avevano già annunciato le dimissioni e altri erano in procinto di seguirli. Nonostante questo non ha voluto parlare con i suoi consiglieri. Da lì altra delusione e altri dimissionari.
Lorenzon sapeva ma è voluto partire lo stesso e le foto in stile vacanza che sta diffondendo dicono tutto. Con la crisi in atto nella sua Città ampiamente avvertita nell’ultimo consiglio quando non si riusciva ad eleggere il presidente del Consiglio comunale non sarebbe stato opportuno rimandare la partenza? Meglio onorare l’impegno col Giappone che con la sua squadra che gli avrebbe consentito di restare al timone?
I consiglieri M5S sono stati molto chiari: “La giovane età, la totale inesperienza e la mancanza di vere competenze professionali sarebbero potute essere colmate dall’entusiasmo, dalla forza e dalle qualità di un gruppo che si è sempre posto al suo fianco per offrire sostegno, idee, progetti e totale abnegazione. Invece, sin dall’insediamento, il sindaco si è isolato dal gruppo del quale era espressione e dai cittadini che avevano riposto in lui la fiducia, spendendosi nella costruzione di strutture organizzative e modalità che avevano il solo fine di operare autonomamente e al di là di quelli che erano gli indirizzi politici e le aspettative della cittadinanza”.
Assolutamente no. Nonostante le buone intenzioni, l’affabilità e il fatto indubbio che Lorenzon non è una persona “navigata della politica”, purtroppo sono stati disattesi i principali punti del programma elettorale, primi fra tutti il coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni del territorio nelle decisioni strategiche e di forte impatto.
Il sindaco non ha coinvolto il Consiglio, “sminuendo in maniera poco democratica il ruolo dei consiglieri comunali”.
Di fatto, non ha messo in atto i regolamenti comunali approvati in consiglio, “ignorando gli Ordini del giorno depositati dai consiglieri di maggioranza – così come dichiarato dai consiglieri stessi – rappresentando nei consessi intercomunali posizioni non condivise dal gruppo consiliare, ignorando totalmente i tanti progetti, le proposte, le iniziative che i consiglieri hanno prodotto in questi due anni e mezzo. Come già detto nella lettera aperta, presenteremo un resoconto affinché i cittadini sappiano e possano giudicare in prima persona”.
Dunque in questa storia non c’è nessuna vittima e nessun carnefice. Nessun disegno dietrologico riferito a quanto successo. C’è un Sindaco che avrebbe potuto includere ma che ha di fatto escluso i suoi dalle decisioni. Purtroppo veramente perché avrebbe potuto rappresentare quel cambiamento promesso ai genzanesi che di fatto non c’è stato
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