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GENZANO, OLMATA: CONCERTO LIVE ALL'ANFITEATRO DEL PARCO CON STEFANO D'ORAZIO

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Tempo di lettura 3 minuti Il cantautore romano torna a emozionare il pubblico con il nuovo bellissimo singolo “Io sto aspettando” e il sound indimenticabile dei vecchi successi.

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Redazione

Genzano di Roma (RM) – In grande stile torna a Genzano la musica d’autore con Stefano D’Orazio in concerto. L’8 agosto sul palco dell’Anfiteatro dell’Olmata, alle 21.30 (ingresso gratuito), il cantautore romano torna a emozionare il pubblico con il nuovo bellissimo singolo “Io sto aspettando” e il sound indimenticabile dei vecchi successi.

Dopo circa dieci anni di silenzio il vocalist dei Vernice, la band che spopolò negli anni 90, occupando i vertici delle classifiche con “Su e giù” “La ragazza dei sogni” e molti altri brani rimasti indelebili nel cuore di tanti, si ripresenta in scena con tanto da dire e la voglia di stupire ancora.

Con la produzione della Iso Media e Italo Fontana (U-Boat), l’etichetta discografica RGB lancia il nuovo progetto musicale di D’Orazio “Io sto aspettando“che, con video e singolo, si appresta a una nuova era.

Non una canzone d’amore ma piuttosto un testo autobiografico per l’artista che, con parole sgorgate dall’anima, esprime in musica l’amarezza per una vita vissuta per troppo tempo nell’attesa che tornasse il sereno.

“Io sto aspettando – racconta D’Orazio – nasce in un pomeriggio di pioggia come tanti. Proprio allora, infatti, mentre aspettavo che smettesse di piovere per tornare a casa, mi sono reso conto che nella mia vita non ho fatto altro che aspettare. Aspettare che accadesse qualcosa e che tornasse l’estate. Proprio In quel pomeriggio di pioggia ho sentito che gli anni passano via in fretta e per alcuni – conclude citando il testo – “si fa il buio troppo presto.   Fosse per me  ripartirei da un’emozione…” .  

Il viso di una bella donna e l’immagine di un uomo in attesa, volute dall’artista per trasferire in immagini simboliche il senso profondo di un testo che, a colpi di metafore, dipinge la storia difficile di un uomo sottoposto a dura prova dalla vita.

“Se dovessi dire – dichiara il cantante – cosa ho fatto in questi dieci anni di assenza non saprei davvero raccontarlo, so per certo, però, che l’emozione che mi porto dentro è di essere stato all’inferno “.

Rabbia, delusione ma anche tanta voglia di riscatto per D’Orazio che, come sempre, vestito d’immancabile bandana e cappello, si appresta a calcare di nuovo il palcoscenico con il desiderio forte di emozionare il pubblico . 

“Vivere il buio dopo avere conosciuto il sapore dolce del successo – commenta l’artista – è quanto di più difficile possa accadere a un uomo e se questo accade poi per aver peccato di eccesso di lealtà e altruismo è a dir poco devastante. Nella vita – continua – nessuno mi ha mai regalato niente. La musica era il mio sogno e mi è stato rubato. Dopo i Vernice ho  vissuto l’abisso, il dolore, la disperazione, la solitudine, ma la musica ha continuato a vibrare nel cuore e ora sono pronto a ricominciare “.

Emozionano le parole del cantante che, senza risparmiarsi, si racconta anticipando anche l’uscita di altri due singoli in autunno con la collaborazione di Mauro Conti al basso, Massimo Nardini alla tastiera, Fabrizio Reali alla batteria, Floriana Chiaramonti alla chitarra e cori, Riccardo Rita alla chitarra solista e Bruno Coltrè al sax.

“Sono attualmente in corso i lavori per il nuovo album – dichiara D’Orazio – che oltre agli ultimi brani, tra i quali anche “Derby” (presentato a febbraio scorso allo Stadio Olimpico in occasione della partita Lazio-Roma), racchiuderà anche alcuni pezzi inediti che, composti in questi anni di silenzio, ho tenuto in un cassetto  in attesa di oggi. Quel che conta adesso per me? – conclude – solo poter far musica . Il successo l’ho già vissuto ”.

Storia e Discografia

1988: Nasce il gruppo “Vernice”. Autore e Interprete dei testi Stefano D’Orazio.

1990: Primo singolo dei  Vernice  “Mi  fa svenire” (lato A)   “Ragazze moderne”  (lato B)

1992: Il gruppo approda alla finale di Castrocaro con il singolo “Scema”.

1993:  Arriva il contratto discografico con la Sony Music ed esce il primo album del gruppo intitolato “Vernice” dal quale i successi dei brani “ Su e Giù” “La ragazza dei Sogni“ e “Bughy”. In quell’anno 80 mila copie vendute per l’album e 100 concerti, in soli quattro mesi, realizzati dalla band  in tutte le regioni d’Italia.

1994: Esce l’album “Quando tramonta il sole”. I Vernice partecipano al Festivalbar e l’omonima canzone è scelta come sigla della manifestazione.

1995: Esce il nuovo album “Stefano D’Orazio” dal quale il successo  “Solo un brivido”. In quell’anno la band si scioglie e, da quel momento, il nome Vernice non potrà essere più utilizzato.

1997: Stefano D’Orazio inizia la sua carriera da solista  e realizza il suo primo album “Non ci prenderanno”. All’interno oltre il singolo omonimo  pezzi di forte intensità come: “Innamorato”; “ Amore Amore” e “Nasce l’alba”.

2000:  Esce il singolo per la Pull di Milano “Arriva l’Estate”

2004:  Esce il brano “Balla” in playlist a Radio Uno 

2005:  D’Orazio esce con “Certe Persone”

2005-2013: Stefano D’Orazio esce di scena e dall’ambiente musicale. Nessuno ne conosce il motivo.

2014: A febbraio nasce “Derby”, brano legato all’amore per il calcio e per la donna. Trasmesso allo stadio Olimpico  in occasione del derby “Lazio–Roma”

Luglio parte “io sto aspettando …”

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Roma

Omicidio a Roma, venti anni a chi uccise e lasciò Michelle in un carrello

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“Ho commesso un reato gravissimo e voglio pagare per quello che ho fatto”.

Una lettera, poche righe, prima che il giudice del tribunale per i minori si ritirasse in camera di consiglio, prima che gli venissero inflitti 20 anni di carcere. E’ quanto ha letto in collegamento video dal carcere di Treviso l’imputato, il giovane di origini cingalesi che nel giugno dello scorso anno ha ucciso a coltellate Michelle Causo a Roma per poi lasciare il cadavere, chiuso in una busta di plastica, in strada abbandonato in un carrello a poca distanza da un cassonetto per l’immondizia nel quartiere Primavalle.

“L’ho uccisa ma non ho premeditato l’omicidio”, ha aggiunto l’imputato, all’epoca dei fatti 17enne come Michelle, che aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato che consente uno sconto di pena. I genitori della ragazza erano presenti in aula al momento della lettura del dispositivo.

Con questa sentenza – ha detto la madre – riusciamo un pochino a dare giustizia a Michelle. È la prima volta che un minore prende 20 anni, ma se li merita tutti. Adesso andiamo avanti, ho un altro figlio e mi dovrò dedicare completamente a lui”. Il tribunale ha, di fatto, recepito l’impianto accusatorio della Procura.

Le aggravanti sono legate al tentativo di sbarazzarsi del cadavere, infilandolo in una sacca nera dell’immondizia. L’aggressione avvenne in un appartamento di via Dusmet. Il minore, nel tentativo di sbarazzarsi del corpo, non si preoccupò di ripulire la scena del crimine, tracce di sangue furono trovate ovunque a cominciare dall’androne del palazzo. L’esame autoptico svolto sul corpo della ragazzina confermò il drammatico quadro emerso subito dopo il ritrovamento del cadavere.

Tra i ragazzi si consumò una prima discussione accesa con urla, percepite distintamente anche dai vicini, e poi l’aggressione. Dalle ferite riscontrate nel corso dell’esame è emerso che il giovane colpì la ragazza utilizzando un coltello da cucina. Un’azione omicida che forse era iniziata con un fendente alla schiena per poi proseguire con almeno altri cinque colpi sul resto del corpo della minorenne. Un vero e proprio massacro che si sarebbe consumato in pochi minuti.

Altra certezza è che dopo il delitto, messo in atto dal ragazzo in uno stato di alterazione dovuto all’assunzione di alcol e droga, ci fu il drammatico e velleitario tentativo di lasciare il corpo lontano dal luogo dell’aggressione, la casa dove il ragazzo viveva. La madre, infermiera di origini cingalesi, era fuori mentre il padre era in Sri Lanka.

Madre e figlio si erano trasferiti da poco nell’immobile dove nel corso di una perquisizione venne trovata della droga, sostanze utilizzate per produrre mix di stupefacenti sintetici. Nel corso dell’udienza del 29 maggio scorso l’imputato aveva fornito la sua versione di quanto accaduto in quella tragica giornata. Il giovane ha affermato di avere aggredito la ragazza con una prima coltellata perché si era sentito offeso da alcune affermazioni fatte da lei.

In merito alla ricerca su internet, effettuata il giorno prima dell’omicidio, su “come sferrare colpi letali”, l’imputato ha sostenuto di averla fatta perché doveva recarsi in una zona isolata e voleva capire come comportarsi in caso di eventuali attacchi. In base ad una perizia psichiatrica disposta dal tribunale l’imputato era, comunque, capace di intendere e di volere al momento del fatto.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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