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Roma

GENZANO, MORTE DI MASSIMILIANO RISTAGNO: UN CASO DA RIAPRIRE – I° PARTE

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Tempo di lettura 2 minutiTanti indizi smentiscono la pista del suicidio: il nostro giornale è stato sulla scena del delitto

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di Chiara Rai

Genzano (RM) – Il 3 maggio scorso è stata depositata una nuova istanza di riapertura delle indagini sulla morte di Massimiliano Ristagno il 47enne trovato sgozzato a Genzano il 15 ottobre del 2012.

È il terzo tentativo dopo due archiviazioni. Il fascicolo, seguito dal Pm Taglialatela in Procura a Velletri, fu infatti archiviato l’ultima volta a luglio 2015 e sempre come suicidio anche se le circostanze in cui è morto Massimiliano Ristagno fanno fondatamente pensare che si sia trattato di omicidio.

I legali della zia della vittima, hanno depositato una nutrita istanza con elencati i motivi per i quali, a loro parere, non si è trattato di suicidio. Prima di tutto mettono in discussione la dinamica suicidiaria sostenuta dalla perizia medico – legale del dottor Silvestro Mauriello che localizza le lesioni mortali nella parte destra del collo di Massimiliano Ristagno , con movimento dall’alto verso il basso. Ristagno però non era mancino e utilizzava per tutte le sue attività quotidiane la mano destra per cui le lesioni che si sarebbe procurato da solo avrebbero dovuto trovarsi a sinistra del collo della vittima.

Dunque si sarebbe ucciso da solo e per giunta con la mano destra e sulla parte destra del collo quando invece è sicuramente un gesto più naturale quello prodotto da una dinamica “incrociata”. Ma non è tutto perché sull’arma del delitto, un coltello a serramanico, sono state trovate impronte digitali non appartenenti alla vittima e delle quali non è stata individuata la provenienza.

E poi addirittura sarebbero state rilevate delle impronte di scarpe diverse da quelle di Massimiliano sul luogo del delitto a Genzano. Qui, è stato trovato anche un guanto in lattice che però, a quanto scrivono i legali, non sarebbe stato repertato e quindi analizzato per verificare se vi fossero impronte digitali compatibili con quelle ritrovate sul coltello. Inoltre Massimiliano era conosciuto da tutti cone una persona sana, robusta, il quale non faceva uso di sostanze stupefacenti né di alcolici. Massimiliano faceva sport, passeggiava con il suo fedele amico a quattro zampe all’Olmata, un parco di Genzano, e amava stare in casa, fare una vita tranquilla.

E’ per questo che la sua morte assume i colori di un giallo intenso, un caso per cui la signora Carla che viveva insieme al nipote ucciso, si batte da ormai quattro anni affinché venga risolto: “E’ giusto che si debba sapere com’è andata vero?” dice con un filo di voce, “glielo dobbiamo a Massimiliano, lui non ha fatto del male a nessuno eppure lo hanno assassinato”.

Ma che vita conducevano Massimiliano Ristagno e la zia Carla, come è stato ucciso, cosa successe a Genzano nei momenti e giorni prima della sua morte? A Genzano, viveva Massimiliano con la zia Carla insegnante, prima con loro c’era anche il nonno al quale l’uomo voleva molto bene e che poi è venuto a mancare.

L’Osservatore d’Italia è stato sulla scena del delitto grazie alla gentile disponibilità della zia la quale ci ha contattati affinché possano essere riaccesi i riflettori sul caso. Anche perché è una vicenda irrisolta ma che vede molti punti interrogativi anche per quanto riguarda le indagini se si pensa che ci sono ancora molti personaggi che non sono stati ascoltati e che potrebbero sapere molto su questa storia. Tanti i misteri shoccanti e anche le sfumature esoteriche, i racconti sbalorditivi che abbiamo sentito e di cui vi parleremo in un prossimo articolo di questa inchiesta che vuole contribuire a trovare la verità sulla morte di quest’uomo.

L’Osservatore d’Italia continuerà a parlarne fin quando non inizierà a muoversi qualcosa, questo caso merita di essere riaperto.

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