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GENZANO, LANUVIO, NEMI E APRILIA: PIU' VIGILI CHE POLIZIOTTI

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Tempo di lettura 4 minuti Ferrazza: "La scelta del federalismo della Lega, ha, di fatto, decentrato e delegato a Comuni, Province e Regioni molti servizi pubblici, con il risultato di un peggioramento del servizio"

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Angelo Parca

"Genzano, Lanuvio, Nemi e Aprilia, per colpa del federalismo più Vigili Urbani che Poliziotti. – Questo quanto affermato in una nota da Nazareno Ferrazza coordinatore dei Castelli Romani e Aprilia del Partito Liberale Italiano, il quale prosegue nella nota – Mentre si registrano un aumento di furti nelle nostre zone, scopriamo che il nostro territorio è quasi sguarnito di poliziotti. Infatti, sono soltanto 32 i poliziotti attivi nel Commissariato di Genzano, ricordiamo che il Commissariato di Genzano ha competenza nei comuni di Genzano, Lanuvio e Nemi. I 32 uomini devono garantire 24 ore al giorno per sette giorni su sette, come si fa a prevenire i furti su un territorio cosi vasto di quasi 70 kilometri quadrati?  Lanuvio ha il territorio più vasto con 43,91 kmq, seguito da Genzano con 18,15 kmq e Nemi con 7,36 kmq.  La scelta del federalismo della Lega, ha, di fatto, decentrato e  delegato a Comuni, Province e Regioni  molti servizi pubblici, con il risultato di un peggioramento del servizio. Perché non c’è un coordinamento, che utilizza al meglio le forze disponibili, infatti, tra Enti e Corpi non si parlano. Attualmente i Vigili Urbani in servizio sono 20 a Genzano, 8 a Lanuvio e 3 a Nemi. I quali a differenza dei poliziotti non devono garantire il servizio sulle 24 ore e quindi sono di più i vigili che i poliziotti durante il giorno. Lo dichiara Nazareno Ferrazza coordinatore dei Castelli Romani – Aprilia del Partito Liberale Italiano. Capita spesso di trovare ha distanza di pochi kilometri sulla via Nettunense più strutture di Polizia, infatti, si notano pattuglie della Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri e Vigili Urbani. Al tempo stesso in certi orari i Vigili Urbani non sono sufficienti a coprire la viabilità che si ingorga davanti alle scuole, specialmente in zona Bellavista, anche con la presenza dei Vigili Urbani il numeroso afflusso di auto  rallenta la Nettunense. La notte  invece i pochi Poliziotti e Carabinieri non sono sufficienti a coprire un cosi vasto territorio. Mentre,  la Polizia lamenta la mancanza di carburante, assistiamo a poca distanza dalla Stazione di Campoleone, all’accensione anche di giorno delle scritte della sede dei Vigili Urbani anche se chiusi, in Via Campoleone Scalo, infatti, il locale è quasi sempre chiuso. Il Comune di Aprilia si ricorda di Campoleone sono quando deve fare le multe, a chi non ha pagato il parcheggio, ma nessuno ha visto ben 11 posti auto con i vetri rotti. La scelta del Comune di Aprilia di decentrare e stata fallimentare, al contrario del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 “Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali”. La normativa permette di fare notevoli risparmi, ma non è stata applicata, ora invece con il decreto “Salva Italia”del Governo Monti, c’è stata un nuovo impulso specie nei Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti vedi Nemi. All’Articolo 30 comma 4 si legge: “Le convenzioni di cui al presente articolo possono prevedere anche la costituzione di uffici comuni, che operano con personale distaccato dagli enti partecipanti, ai quali affidare l'esercizio delle funzioni pubbliche in luogo degli enti partecipanti all'accordo, ovvero la delega di funzioni da parte degli enti partecipanti all'accordo a favore di uno di essi, che opera in luogo e per conto degli enti deleganti”. All’Articolo 32 (Unioni di comuni) al comma 1 si legge:  “ Le unioni di comuni sono enti locali costituiti da due o più comuni di norma contermini, allo scopo di esercitare congiuntamente una pluralità di funzioni di loro competenza. Prevedere che altri organi siano formati da componenti delle giunte e dei consigli dei contributi sui servizi ad esse affidati”. Alle Regioni il compito di incentivare questo processo virtuoso con l’articolo 33 comma 4, ma dal 2000 ad oggi con Giunte della Regione Lazio sia di sinistra che di destra, non vi è stata la volontà politica di far ridurre le spese a carico dei cittadini, infatti, dal comma si legge Al fine di favorire il processo di riorganizzazione sovra comunale dei servizi, delle funzioni e delle strutture, le regioni provvedono a disciplinare, con proprie leggi, nell'ambito del programma territoriale di cui al comma 3, le forme di incentivazione dell'esercizio associato delle funzioni da parte dei comuni, con l'eventuale previsione nel proprio bilancio di un apposito fondo. A tale fine, oltre a quanto stabilito dal comma 3 e dagli tabella e 32, le regioni si attengono ai seguenti principi fondamentali: a) “ nella disciplina delle incentivazioni: favoriscono il massimo grado di integrazione tra i comuni, graduando la corresponsione dei benefici in relazione al livello di unificazione, rilevato mediante specifici indicatori con riferimento alla tipologia ed alle caratteristiche delle funzioni e dei servizi associati o trasferiti in modo tale da erogare il massimo dei contributi nelle ipotesi di massima integrazione; prevedono in ogni caso una maggiorazione dei contributi nelle ipotesi di fusione e di unione, rispetto alle altre forme di gestione sovra comunale; b) promuovono le unioni di comuni, senza alcun vincolo alla successiva fusione, prevedendo comunque ulteriori benefici da corrispondere alle unioni che autonomamente deliberino, su conforme proposta dei consigli comunali interessati, di procedere alla fusione”. Articolo 35 (Norma transitoria) L'adozione delle leggi regionali previste dall'articolo 33, comma 4, avviene entro il 21 febbraio 2001. Trascorso inutilmente tale termine, il Governo, entro i successivi sessanta giorni, sentite le regioni inadempienti e la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, provvede a dettare la relativa disciplina nel rispetto dei principi enunciati nel citato articolo del presente testo unico. La disciplina adottata nell'esercizio dei poteri sostitutivi si applica fino alla data di entrata in vigore della legge regionale. Per capire meglio la scelta del Governo Monti, che ha modificato l’articolo 33 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, è aggiunto, in fine, il seguente comma: “3-bis. I Comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti ricadenti nel territorio di ciascuna Provincia affidano obbligatoriamente ad un’unica centrale di committenza l’acquisizione di lavori, servizi e forniture nell’ambito delle unioni dei comuni, di cui all’articolo 32 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ove esistenti, ovvero costituendo un apposito accordo consortile tra i comuni medesimi e avvalendosi dei competenti uffici. Grazie alla normativa che è nata la convenzione tra il Comune di Genzano e quello di Nemi  per i servizi di ragioneria e polizia locale."

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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