Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
Alberto De Marchis
Genzano (RM) – Una targa per non dimenticare il medico più amato di Genzano e dei Castelli Romani, tra i fondatori dell’ospedale genzanese: Vittorio Barbaliscia. La targa è stata voluta e finanziata dal personale dell’ospedale, a rappresentarlo l’infermiera Elisabetta Mannoni, per ricordare un uomo che ha aiutato tante persone, “Vittorio – hanno detto nelle letture durante la predica della messa – è riuscito a fare i miracoli in terra perché ha amato tante persone e per questo si è guadagnato subito un posto in paradiso”. A ricordare il medico genzanese, anche il sindaco di Genzano Flavio Gabbarini, commosso per la scomparsa dell’amico e leale sfidante in politica. Non potevano mancare tutti i suoi amici più stretti a cominciare da Fabio Papalia e Arnaldo Melaranci che hanno condiviso con Vittorio non solo un percorso politico ma anche umano e di grande amicizia. Dopo la cerimonia religiosa, Elisabetta Mannoni, in rappresentanza del personale, ha letto una lettera dedicata a Vittorio.
Ecco il testo della lettera:
Ad un anno dalla scomparsa del dott. Vittorio Barbaliscia, abbiamo voluto ricordarlo facendo realizzare una targa commemorativa che resterà qui per sempre. E’ stato per volere e desiderio di tutto il personale che ha avuto modo di conoscerlo e di aver svolto la propria attività lavorativa con lui, ha voler affiggere questo ricordo alla sua memoria. Inizialmente per la realizzazione di ciò, avevamo pensato di collaborare con il comune di Genzano, ma, non ce ne voglia il sindaco, se abbiamo abbandonato questo progetto e da soli siamo andati avanti, pensando che, qualora l’amministrazione voglia proporre una altra iniziativa analoga, per una persona come il Dott. Barbaliscia, non è mai troppo.
Tanti, purtroppo sono i colleghi che ci hanno lasciato, medici, infermieri, personale ausiliario. Vorrei ricordare l’ultimo scomparso da pochi giorni il dott. Nello Damario. Tutti bravi professionisti meritevoli di stima, di ammirazione e di un affettuoso ricordo.
Per il dott. Barbaliscia abbiamo voluto di più, perché lui era una persona unica, straordinaria. Non è retorica la mia, sappiamo bene di chi sto parlando. Ricordiamo un medico professionalmente preparato, con uno spiccato senso del dovere, ottimo collega e collaboratore, che ha saputo traghettare, anche contro la sua volontà, in maniera ineccepibile, il trasferimento del suo amato reparto di chirurgia. Luogo questo che lo ha visto nascere da semplice assistente chirurgo a dirigente. Un uomo generoso, disponibile con un elevato senso di altruismo di cui pochi sono capaci e dal quale dovremmo prendere tutti esempio. Ognuno di noi ha un ricordo particolare di lui, sicuramente un buon ricordo, vista la sua gentilezza. Vorrei ricordare due momenti del suo modo di essere. Il primo, quando in occasione del matrimonio della sua prima figlia, M. Grazia, invitò tutti noi alla sua festa dicendo che la sua seconda famiglia non poteva mancare in un momento così bello della sua vita. Il secondo, e questo è un mio ricordo personale, è quando un bambino, mentre giocava a pallone, cadde dalla rupe che sorregge Nemi, in un luogo impervio e pericolosissimo, lui, che venne in soccorso, nonostante i consigli dei vigili del fuoco presenti, con la sua goffaggine ( nel senso buono della parola) volle scendere per tentare di salvarlo. Riuscì a trasportarlo in elicottero a Roma dove rimase solo con il solo camice da medico, tra l’altro anche sporco, a P. S. Giovanni. Scherzosamente, poi raccontava, nel suo dialetto Genzanese che era tornato con l’autobus della STEFER e si era fatto lasciare alla fermata davanti da Pippotto. Questo era il Dott. Barbaliscia .
Si è discusso su dove mettere questa targa, qualcuno ha proposto di dedicare a lui il blocco della sala operatoria, qualcuno la voleva fuori del reparto di chirurgia, poi abbiamo pensato che il luogo migliore per poterlo ricordare da tutti era il posto dove lo aspettavano tutti. Infatti, su questo corridoio ogni giorno erano ad attenderlo cittadini di Genzano, di Lanuvio, di Nemi, lo attendevano qui, persone autorevoli, persone importanti, lo attendevano qui suore, sacerdoti, gli extracomunitari di tutto il territorio. Per tutti lui si è reso disponibile. Per alcuni sono bastati piccoli consigli, per altri grandi interventi. Ed anche se la patologia non era di sua pertinenza bastava la rassicurazione del Dott. Barbaliscia per rasserenare e tranquillizzare l’animo di tanta gente. Gente che oggi lo rimpiange e lo ricorda con profondo affetto.
Io, ho avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo quando ero ancora una allieva infermiera, sono trascorsi tanti anni da allora. Durante quest’ultimo anno della mia attività, da quando lui e scomparso, spesso è capitato, con le mie colleghe di lavoro, di fronte a casi particolari, di fronte a difficoltà, che ci siamo guardate e abbiamo pensato e anche detto: ci manca il Dott. Barbaliscia. Avevamo ancora bisogno di lui. La sua famiglia aveva ancora bisogno di lui, tante persone avevano ancora bisogno di lui, questo ospedale aveva ancora tanto bisogno di lui. Oggi lo ricordiamo.
Questa targa commemorativa, servirà soprattutto a ricordarlo in futuro, servirà a tutti quelli che non hanno avuto il piacere e l’onore di conoscerlo. Dalle parole scritte su questa lapide, i nuovi operatori, i pazienti, le persone che leggeranno, capiranno che il dott. Barba liscia è stato un medico che ha fatto della sua professione e di questo ospedale la sua seconda casa.
LEGGI ANCHE:
Correlati