Connect with us

Roma

GENZANO, ANNULLATA LA MOSTRA "QUATTRO PASSI NELLA STORIA"

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 3 minutiPapalia – Lollobrigida: "Presa di posizione dell'amministrazione comunale incomprensibile e irrispettosa"

Published

on

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti

Redazione

Genzano (RM) – "La presa di posizione dell'amministrazione comunale di Genzano, che ha portato all'annullamento della mostra 'Quattro passi nella storia', organizzata dalla S.S. Lazio Motociclismo, è assolutamente incomprensibile, nonché irrispettosa nei confronti di tutti gli sportivi, ed in particolare di coloro che hanno a cuore i colori biancocelesti". E' quanto dichiarano, in una nota, l’ex assessore regionale Francesco Lollobrigida ed il consigliere comunale Fabio Papalia. "L'ottusa visione ideologica di una parte della sinistra genzanese, – prosegue la nota –  tra l'altro in un contesto assolutamente apolitico, ha portato a contestare il fondale preparato dagli organizzatori nei quali erano raffigurati cinque personaggi importantissimi nella storia della più antica polisportiva della Capitale: Luigi Bigiarelli, il fondatore, Silvio Piola, Fausto Coppi, Giorgio Chinaglia ed il Gen. Giorgio Vaccaro, al quale ancora oggi la tifoseria biancoceleste riconosce il merito di aver evitato la fusione con la nascente As Roma."

Lollobrigida e Papalia proseguono nelle dichiarazioni: "Motivo di questo 'rigetto', a quanto apprendiamo, l'uniforme con il quale viene raffigurato nella foto il Gen. Vaccaro. Cosa pretendevano gli amministratori genzanesi, che venisse fatto un fotomontaggio mostrando Vaccaro in jeans e t-shirt? Sarebbe un po' come ritoccare le foto del Dalai Lama e vestirlo in abiti talari per non offendere i cinesi". "La storia dello sport italiano è legata indissolubilmente a quella della nostra Nazione, che piaccia o no ai censori 'rossi' del Comune di Genzano. Vaccaro è stato un personaggio fondamentale per la Ss Lazio e per la Figc, visto che sotto la sua guida gli Azzurri conquistarono due campionati del mondo e una medaglia d'oro alle Olimpiadi. Ci auguriamo che gli organizzatori della mostra  non cedano di fronte al ricatto politico e proseguano in questa lodevole iniziativa, che può essere un'occasione di approfondimento storico sia per i tifosi biancocelesti che per tutti gli appassionati di sport.

Tutta la nostra solidarietà alla SS Lazio Motociclismo ed al consigliere del Pd Luca Lommi, organizzatore di questa importante iniziativa che nulla aveva a che vedere con la politica. Comportamenti del genere fanno emergere una mentalità arcaica e priva di cultura storica. La speranza è che finalmente la faziosità venga abbandonata da certi personaggi soprattutto in momenti in cui la storia necessita di un’analisi obiettiva e imparziale."

 

Wikipedia Giorgio Vaccaro

Vaccaro giunse a Roma da bambino e da romano d'adozione arrivò a toccare le massime gerarchie fasciste divenendo generale della Milizia fascista e dello sport italiano attraverso una serie di esperienze che ne hanno documentato le capacità come atleta praticante (da giovane fu buon pugile, schermidore e ciclista) e la competenza come dirigente. Amante degli sport in genere, da Consigliere Nazionale della Corporazione-Spettacolo e della Federazione Italiana Scherma, divenne il primo presidente della Federazione Italiana Rugby, segretario del CONI, presidente della Federcalcio e membro del CIO. Fu l'organizzatore delle vittorie mondiali italiane ai mondiali del 1934 e del 1938 e del trionfo Olimpico del 1936. Patito del calcio, si avvicinò alla S.S. Lazio negli anni venti. Due i motivi secondo Giorgio e Alessandro Vaccaro (Paco), nipoti di Giorgio Vaccaro come narrato in "Calcio Romanus Sum" di Piero Strabioni: "La Lazio incarnava l'ideale di purezza sportiva e lealtà a cui uno sportivo come lui non poteva restare indifferente ed inoltre gli sembrò naturale porre la sua abilità da dirigente al servizio della società più antica della città". Alla sua figura si lega più di un aneddoto biancoceleste, il più celebre e determinante fu quando impedì nel 1927 la fusione della S.S. Lazio con tre altre squadre romane (Alba, Fortitudo e Roman) per fondare l'A.S. Roma. Muore il 25 settembre 1983 recando con sé la carica di Presidente Generale della società laziale, ricevuta l'anno precedente.