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ROMA – Lui si è presentato come uno stakanovista seriamente intenzionato ad abbassare le tasse sul lavoro che poi sono la zavorra dei lavoratori italiani che non riescono più a tenere aperte le loro imprese. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ospite di Domenica In è stato intervistato da Pippo Baudo.
Alcuni passaggi importanti di quanto affermato dal premier che così ha aperto l'intervista: "A Palazzo Chigi arrivo alle 7,30/7,45" e torna a casa "dopo le 21 o verso mezzanotte se c'è qualche impegno, ma comunque è un bel lavoro. E per chi fa politica lamentarsi che si lavora troppo…finchè il fisico regge lo devi fare". "I governi fanno quello che dice la Costituzione e non hanno aggettivi. Erdogan choc: la Germania 'pratica il nazismo' di cui facevo parte e più che il testimone ,abbiamo preso la campanella, abbiamo cose da completare del governo Renzi e anche delle cose nuove e importanti. La scadenza è la fine della legislatura poi i governi possono finire prima se non hanno la maggioranza in Parlamento ma io dico sempre ai miei colleghi che dobbiamo lavorare non avendo in mente la durata ma le nostre responsabilità".
"Le cicatrici della crisi si fanno sentire ancora e che ci sia una crisi di fiducia è abbastanza comprensibile, ma le cose fatte in questi anni ci hanno rimesso in carreggiata e penso che le cose possono migliorare non solo nei grandi numeri astratti ma anche nelle nostre buste paga". "Ci vuole l'ottimismo di un grande Paese". "Se devi immaginare un aggettivo per il governo dico rassicurante perche penso che l'Italia ha bisogno di essere rassicurata". "L'obiettivo del prossimo documento di economia e finanza è un ulteriore abbassamento delle tasse sul lavoro, dobbiamo rendere gli investimenti sul lavoro più vantaggiosi". "I giovani ed il lavoro sono due cose che vanno insieme e a questo ci aggiungiamo il Mezzogiorno. Abbiamo fatto cose importanti sul piano del mercato del lavoro e questo ci ha consentito di avere settecentomila posti stabili, e non sono pochi. Io ricordo campagne elettorali in cui si prometteva un milione di posti di lavoro; noi ne abbiamo fatti 700 mila senza clamori, ma la disoccupazione giovanile è ancora alta, quello che manca è la capacità di far crescere ad un ritmo diverso la nostra economia". "Io vorrei, anche per togliere l'idea di provvisorietà del governo, che l'esecutivo si dia un'agenda di riforme che mi auguro si portino a termine. Anche all'Europa va dato un messaggio: non è che le riforme si sono fermate, c'è stata una sconfitta, un cambio a palazzo Chigi io lavoro in continuità con quello che ha fatto Renzi e nei prossimi mesi andremo avanti con le riforme finchè avremo la fiducia".
"Lo sforzo che abbiamo fatto è quello di rendere un po' più fluida la collaborazione tra le autorità centrali e gli enti locali perché noi ci dobbiamo rendere conto di una realtà: non lo cancelli con un improvviso colpo di bacchetta magica il flusso migratorio, lo puoi gestire e ridurre i numeri e l'illegalità quindi ma difficilmente si fa scomparire. Quindi si devono ridurre i numeri". I sondaggi sulla fiducia degli italiani nel governo? "E' inevitabile la sfiducia degli italiani, veniamo dalla crisi economica più grave dal dopoguerra, ci stiamo riprendendo se guardiamo ai grandi numeri dell'economia, la pressione del fisco sta diminuendo, ma i grandi numeri non arrivano immediatamente alle nostre famiglie". "Mi è piaciuto che la legge sul Mezzogiorno sia stata approvata senza fiducia che ormai è diventata un'eccezione. Io vorrei un Parlamento in cui si collabora nell'interesse del paese, un Parlamento che non è palcoscenico per risse, certo le opinioni sono diverse, ma vorrei meno scontri e litigi e un po' più di produzione di norme da parte nostra sarebbe apprezzato dai cittadini"
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