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Redazione
Genova – Erano circa le 2 di notte dello scorso 4 settembre quando una coppia di poliziotti genovesi, lui in servizio alla Squadra Mobile e lei al Commissariato Sestri Ponente, sono stati svegliati di soprassalto dalle urla di invocazione di una ragazza e dallo scampanellio alla porta. Riconosciuta la figlia dei vicini di casa i due, pensando ad un'intrusione nel loro appartamento, si sono precipitati nell'abitazione accanto dove la giovane diceva che la madre 51enne era morta.
Effettivamente la donna era seduta esanime su una sedia, appoggiata al muro, cianotica in volto. I due poliziotti, senza perdersi d'animo, hanno accertato che la stessa non respirava ed era in arresto cardiaco, quindi hanno immediatamente avvisato il 118, spiegando ciò che stava avvenendo e seguendo le indicazioni fornite dall'operatore.
Sdraiata la donna in terra, gli agenti hanno iniziato le manovre del massaggio cardiaco, avvicendandosi tra di loro. Dopo svariate sollecitazioni, la sventurata in un rantolio ha aperto la bocca in un tentativo di respirazione autonoma, dal ritmo irregolare ma via via crescente. Dopo 12 minuti di massaggio cardiaco il respiro si è fatto più cadenzato ed il volto ha iniziato a riprendere colore.
Di lì a breve è sopraggiunto personale paramedico che ha proseguito nelle manovre, utilizzando un apparecchio defibrillatore e somministrando i primi medicinali e successivamente personale medico, che ha stabilizzato le funzioni vitali e ha disposto il trasporto in ospedale.
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