Connect with us

Roma

GALLICANO NEL LAZIO, CENTRALE A BIOGAS: UNA FIACCOLATA PER DIRE NO INSIEME A L'OSSERVATORE D'ITALIA

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 7 minuti Arriva la diffida del difensore civico della Regione Lazio ma l'amministrazione ancora non indice il consiglio straordinario

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 7 minuti
image_pdfimage_print

di Cinzia Marchegiani

Gallicano nel Lazio (RM) – Il Comitato per Gallicano assieme ad altri Comitati in difesa dei territori ha organizzato una Fiaccolata venerdi 14 marzo alle ore 20, da Piazza Sant’Andrea a P.le Caduti di tutte le guerre, per dire No al Biogas, la centrale che si vorrebbe costruire nella Tenuta di Passerano. Purtroppo il Consiglio Comunale Straordinario, aperto a tutta la cittadinanza è un obiettivo che l’amministrazione di Gallicano nel Lazio ha disatteso nonostante avesse preso importanti impegni con l’intera collettività dallo scorso 30 gennaio. Di fatto, il Sindaco Accordino incredibilmente sembra sfidare un’intera comunità su decisioni che vanno a modificare concretamente l’ambiente, il territorio e la qualità di vita. La legge obbliga le amministrazioni ad attuare forme di consultazione dei cittadini sui progetti infrastrutturali più significativi qualora questi vanno a modificare sostanzialmente il territorio e il suo ambiente. L’intera comunità, non solo deve essere informata sui benefici e sui rischi, ma deve essere parte integrante delle decisioni stesse, ma il dibattito legato allo sviluppo delle energie alternative su questo territorio sembra essere incredibilmente posticipato a data incerta, nonostante sia arrivato anche dal Consiglio della Regione Lazio, a firma del Dr. Felice Maria Filocamo Difensore Civico l’invito al Sindaco e ai componenti della Giunta Comunale, al Presidente e ai membri del Consiglio di convocare il consiglio programmato e comunicare quanto prima la data stabilita, poiché, come recita la scrittura inviata: “nonostante ci siano state due Conferenze dei Capogruppi del 14 e 24 febbraio c.a., che dovevano valutare data e luogo, ancora non si è formalizzata alcuna decisione. La missiva obbliga riferire la data stabilita, facendo appello alla Convenzione di Arhus, la quale stabilisce che la partecipazione del pubblico alle decisioni che interessano la collettività in materia ambientale, con la possibilità di presentare osservazioni di cui alle autorità pubbliche devono tener conto, risulta una necessaria procedura da percorrere, per cercare soluzioni condivise tramite la concertazione con il territorio.”
Claudio Auriemma del Comitato per Gallicano invita la cittadinanza a partecipare alla Fiaccolata che si svolgerà per le vie del paese allo scopo di sensibilizzare la popolazione e le amministrazioni sul fatto che larga parte dei cittadini non condivide le scelte fatte dalla politica:” Scelte che non aiutano la cittadinanza ma continuano a degradare l’Agro Romano ormai assediato dalla Capitale che vuole trovare nuove zone da sfruttare e cementificare. Oltretutto è un territorio sotto l’occhio vigile di chi ha devastato ed inquinato altre regioni italiane e che oggi cerca nuove zone su cui continuare a fare i propri affari”

L’Osservatore d’Italia e la Redazione Lazio saranno Media Partner di questo evento, poiché nostro obiettivo è quello di testimoniare e comunicare questi percorsi di crescita collettiva che prendono forma anche nei piccoli comuni. La politica che dovrebbe amministrare il bene comune e quello delle future generazioni non può banalizzare e/o sminuire la portata dei progetti proposti, di fatto, non si possono confondere processi aerobici dei rifiuti organici che assolutamente “non producono biogas sotto l’effetto del sole” e paragonarli con i processi anaerobici realizzati nelle centrali a biogas che producono biometano, come a giustificare la bontà dei progetti proposti, nella capacità di immagazzinare gas che altrimenti nella decomposizione normale andrebbe perso nell’aria.
Il Prof. Aldo Garofalo, ex docente di analisi chimiche all’Università della Tuscia, con un documento chiarisce anche ai profani questi due sistemi che sono diametralmente opposti:
• L’aerobico demolisce la sostanza organica in modo “naturale” e non produce gas combustibili. Se utilizza la sostanza organica selezionata (da raccolta differenziata spinta e potature verdi) produce un fertilizzante ottimo per impieghi in agricoltura e florovivaismo nella forma di compost di qualità.
• L’anaerobico agisce per lo più a caldo, con produzione di metano e altri gas (bruciati per ottenere energia elettrica) e in genere di percolato liquido inquinante. Il rifiuto esausto viene poi “stabilizzato” in presenza d’aria e, a seconda della tipologia, dà origine a un prodotto di composizione chimica e qualità nettamente inferiore al compost aerobico, oppure a un nuovo rifiuto da portare ancora in discarica.
Occorrerebbe capire come la valutazione dell’impatto ambientale sia attendibile quando è accertato che gli impianti di digestione anaerobica (in assenza d’aria) delle biomasse per produrre biogas (metano e altri gas), siano esse da FORSU (frazione organica dei rifiuti solidi urbani) o da qualsiasi altro organico, creano gravi conseguenze su ambiente e salute, in particolare producono: emissioni inquinanti gassose e scarti inquinanti liquidi e solidi. Nella documentazione di Garofolo si legge che le emissioni inquinanti gassose, pre-post combustione, minimizzate come “trascurabili” da tutti gli interessati al banchetto degli incentivi, sono invece presenti con tutto il loro carico venefico come decine e decine di molecole organiche (espresse come COT, limite150 mg/Nm3) inglobate nel particolato e in particolare nelle nanopolveri. Mentre i mercaptani, aldeidi, alchilsolfuri, idrocarburi alifatici, acidi grassi sono solo alcune delle sostanze volatili nocive e/o irritanti presenti. Quelle più pericolose comprendono gli idrocarburi clorurati e aromatici (benzene) cancerogeni.
Vale la pena continuare a leggere il breve riassunto delle conseguenze impattanti:
”I frutti avvelenati delle “innovative” e decantate tecniche di filtrazione dei fumi sono le nanoparticelle. La legge le ignora e, come trent’anni fa, fissa dei limiti per il solo particolato più grossolano (PM10: limite 10mg/Nm3), quello meglio bloccato dai filtri. E’ una presa per i fondelli se si pensa che i pericoli maggiori provengono dalle nanopolveri (più piccole di un micron) che nessun filtro riesce a fermare se non in parte, ma ci sono, sono tante e penetrano a fondo nei polmoni, nelle cellule.
Presenti anche l’ossido di carbonio potente veleno inibitore dell’emoglobina (CO limite 800mg/Nm3), che per quanto minimizzabile con catalizzatori ossidanti non scende mai sotto i 500-650 mg/Nm3, gli ossidi di azoto (NOx limite 500mg/Nm3) i cui valori sono sempre vicini se non superiori ai limiti massimi e per impianti ≤1mega watt sono ben 35kg/giorno (quantità di emissioni che corrisponde ai fumi prodotti da 10.000 automobili che in un giorno percorrono una distanza di 20 km), l’ammoniaca che per quanto in parte abbattuta si ritrova sempre nei gas emessi. Idem per l’idrogeno solforato (H2S).
(Secondo l’International Energy Agency – IEA Bioenergy – i biogas da biomasse contengono in media intorno a 10.000 ppm di H2S e circa 200 ppm di ammoniaca). I desolforatori usati negli impianti non fanno sparire il gas solfidrico, bene che vada ne intrappolano una parte (mai tutto) come residuo solido tossico e nocivo (costituito da solfuri metallici) da smaltire.
Per quanto riguarda l’impianto proposto a Gallicano si ipotizza che una torcia di emergenza sarà attivata per c.a. 1200 ore/anno. Questo particolare sfugge a molti, ma significa che per 1200 ore ogni anno viene bruciato gas grezzo super inquinato, così come si sprigiona dalla massa in digestione e quindi con tutta l’ammoniaca, l’idrogeno solforato, le particelle carboniose cancerogene e il micidiale particolato.
2) I liquidi e i solidi di scarto del ciclo sono a forte impatto inquinante, in primis i percolati, costituiti da alte % di azoto ammoniacale, metalli, salinità. Tutti gli impianti a biomasse-biogas riciclano sulla massa in digestione parte dei percolati a seconda che si tratti di impianti a secco o a umido. Il risultato non cambia: il cosidetto “compost di qualità” è una bomba ecologica a tempo sparsa nei terreni agricoli. Grazie anche alla crescita esponenziale di spore di batteri clostridium comprendenti botulino e tetano. L’aumento dei batteri termofili è documentato e connesso alla temperatura (55°C) a cui avviene di norma la digestione anaerobica, quale appunto quella dell’impianto di Gallicano.
Nelle specifiche progettuali si legge che ben 5000 t/a di materiale da avviare alla digestione anaerobica sono fanghi di provenienza esterna che comprendono il codice CER 190812, ovvero fanghi prodotti dal trattamento di acque reflue industriali dalla cui composizione ci si può aspettare di tutto.
Inoltre sempre a Gallicano i progettisti destineranno i fanghi super inquinati prodotti dalla filtrazione per osmosi del percolato al ricircolo sul materiale organico in compostaggio. Questi due fatti sono di particolare gravità perché introducono nella massa compostata una quantità incredibile di sostanze inquinanti, tra cui i metalli pesanti. Quindi la depurazione e/o la filtrazione dei percolati eccedenti, interventi con cui si vuole tranquillizzare la popolazione, non risolvono il problema perché generano comunque rifiuti tossici e nocivi, di cui nessuno parla. Idem per i filtri e biofiltri del digestore esausti, saturi delle sostanze tossiche sviluppate durante la digestione o combustione, inevitabilmente da smaltire in discariche speciali.
3) Gli ossidi di azoto e il monossido di carbonio, al pari dell’anidride carbonica hanno un impatto serra rilevante. La storia ridicola del preteso “impatto zero” – L’anidride carbonica emessa sarebbe uguale a quella catturata dalle piante da cui proviene l’organico – nasconde il fatto che il compostaggio aerobico storico, alternativo alla digestione anaerobica, non produce gas serra e mantiene il carbonio e l’azoto in forma organica, oro per le piante.
Una domanda sorge spontanea, siamo sicuri che quando questa centrale avrà finito il suo ciclo (quando saranno finiti i finanziamenti statali o gli incentivi verdi?) come affermato nel verbale di deliberazione del Consiglio, il territorio ritornerà inalterato come una semplice dismissione di un distributore di carburante?
Eppure le regioni e i paesi che già hanno anticipato queste tecnologie stanno pagando a caro prezzo l’inaffidabilità di certe leggerezze. Di certo il confronto non può essere ancora rimandato e la Fiaccolata potrebbe essere un momento di confronto importante rivolto anche ai paesi limitrofi. L’importante che i dubbi non siano tacciati per propaganda politica, poiché gli interessi fortunatamente non devono essere solo economici.

LEGGI ANCHE: 

 01/03/2014 GALLICANO NEL LAZIO CENTRALE A BIOGAS: E' GIALLO SUL CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO RIPETUTAMENTE RINVIATO

 27/02/2014 GALLICANO NEL LAZIO: CONSIGLIERI DI OPPOSIZIONE DIFFIDANO IL SINDACO


 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

Continua a leggere

Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

Continua a leggere

Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti