G8 IRRUZIONE ALLA DIAZ: PD IN UN MARE DI POLEMICHE, SI SCAGLIA SULL'EX CAPO DELLA POLIZIA

 

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Redazione

Un Pd sempre più spaccato con un premier sempre più alle prese con moniti "multimediali": si allontana dalla realtà e "cinguetta" continuamente su Twitter. E anche altri del Pd non ne riescono a fare a meno. La condanna dell'Italia per ricorso alla tortura durante il G8 di Genova diviene un caso politico, che agita le acque di un Pd gia' alle prese con la spinosa questione della legge elettorale. Se il governo, nel 2001, era a guida centrodestra, e' il principale partito del centrosinistra a dividersi. Perche' Gianni De Gennaro, all'epoca capo della polizia, venne tirato in ballo con l'accusa di falsa testimonianza, assolto al processo del 2011 ed in seguito nominato ai vertici di Finmeccanica. Un incarico riconfermatogli la scorsa estate dall'attuale governo. Ragion per cui fanno rumore i 140 caratteri di twitter con cui il presidente del Pd, Matteo Orfini, oggi tuona; "Lo dissi quando fu nominato e lo ripeto oggi dopo la sentenza. Trovo vergognoso che De Gennaro sia presidente di Finmeccanica". M5S e Sel rilevano un'incongruenza. "Noi chiediamo le dimissioni di De Gennaro da presidente di Finmeccanica ma non lo facciamo in modo ipocrita. Perche' non siamo stati noi nel 2013 a metterlo a capo di Finmeccanica, ma e' stato un governo di centrosinistra", rileva il grillino Vittorio Ferraresi. E Nicola Fratoianni, di Sel: "Siamo talmente convinti che sia una vergogna da permetterci di chiedere a Matteo Orfini, presidente del Pd, di fare qualcosa di piu' che un semplice tweet: chieda al Presidente del Consiglio (che e' anche segretario del Pd) di risolvere il problema".
Il premier nel frattempo si trovaimpegnato in un botta e risposta, anch'esso su twitter, con uno dei leader della contestazione di Genova, Luca Casarini, che all'epoca guidava le cosidette "Tute Bianche". Scrive Casarini, rivolgendosi al segretario del Pd e Presidente del Consiglio: "Sulla condanna dell'Italia per tortura alla Diaz non dici nulla. Come mai?". Secca replica del diretto interessato: "Quello che dobbiamo dire lo dobbiamo dire in Parlamento con il reato di tortura. Questa e' la risposta di chi rappresenta un Paese". Controreplica: "Ok. ma un primo ministro di un paese democratico si schiera subito di fronte a una vergogna nazionale. Rottamare e' anche questo".