GROTTAFERRATA (RM) – Il progetto DTT e la fusione nucleare al centro del convegno curato dall’amministrazione comunale di Grottaferrata che ha visto come relatori d’eccezione Aldo Pizzuto, direttore del Dipartimento Fusione e Tecnologia per la Sicurezza Nucleare di Enea, Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio, il viceministro della Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti, oltre alla moderatrice dell’evento la ricercatrice Enea, Cristina Mazzotta e il primo cittadino Luciano Andreotti che ha salutato i convenuti in apertura convegno.
Si è parlato delle opportunità
per il territorio legate alle ricerche sulla fusione nucleare, processo, quest’ultimo, opposto
alla fissione nucleare, che si propone di riprodurre il meccanismo fisico
che alimenta le stelle per ottenere energia rinnovabile,
sicura, economicamente competitiva, in grado di sostituire i combustibili fossili e contribuire al raggiungimento
degli obiettivi di decarbonizzazione.
La DTT, acronimo di Divertor Tokamak Test, sarà un cilindro ipertecnologico alto 10 metri con raggio 5, all’interno del quale saranno confinati 33 metri cubi di plasma con un’intensità di corrente di 6 milioni di Ampere (pari alla corrente di sei milioni di lampade) e un carico termico sui materiali fino a 50 milioni di watt per metro quadrato (oltre due volte la potenza di un razzo al decollo).
Un progetto ideato dall’ENEA in collaborazione con CNR, INFN, Consorzio RFX, CREATE e alcune tra le più prestigiose università italiane
E il sito
di Frascati, per requisiti tecnici, economici ed ambientali richiesti, ospiterà il Divertor Tokamak Test,
con relativo impatto economico per l’intera area dei Castelli Romani. La
presenza continua di uno staff scientifico internazionale, infatti, avrà una
considerevole ricaduta economica per il territorio non solo sul livello
industriale e sulla nascita di start up, ma anche su attività turistico
ricettive, trasporti, enogastronomia, residenze, scuole e infrastrutture.
Un progetto da 500 milioni di euro che rappresenta una importante sfida tecnologica per l’Italia e che potrà generare un giro d’affari da 2 miliardi di euro.