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Editoriali

Full Face: ringiovanire senza il bisturi

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Tempo di lettura 4 minuti Effetti ringiovanenti quasi miracolosi. Di cosa si tratta?

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di Tiziana Bianchi

Dopo un’estate all’insegna dell’eccessiva esposizione solare e degli abusi alimentari facciamo i conti con le conseguenze negative della disidratazione e del rilassamento cutaneo. Con le nuove tecniche del botulino arrivano, finalmente, soluzioni innovative con effetto lifting totale del viso, senza l’utilizzo del bisturi. Intervista alla dr.ssa Roberta D’Emilio.

L’esposizione solare, gli abusi alimentari o, più semplicemente, periodi di stress di varia natura, molto spesso danno luogo a fenomeni di disidratazione e rilassamento cutaneo del viso che tendiamo a sottovalutare. Inesorabilmente i segni della stanchezza connotano sempre più il volto, precorrendo i tempi d’invecchiamento.  In casi come questi, per evitare danni maggiori, l’importante è rivolgersi ad esperti qualificati in medicina estetica.
Ne parliamo con la dr.ssa Roberta D’Emilio – presso Villa Salaria in Roma – che, da oltre venti anni, si occupa di medicina e chirurgia estetica perfezionando tecniche per l’utilizzo della tossina botulinica che offrono massima naturalezza di risultati e sicurezza, con invasività minima e senza dover ricorrere all’utilizzo del bisturi.

Dr.ssa D’Emilio, dopo gli eccessi delle vacanze, come possiamo intervenire per limitare l’incalzare dei segni dell’invecchiamento?

La medicina estetica mette a disposizione diverse possibilità d’intervento non soltanto per migliorare il nostro aspetto ma anche per migliorarne la salute. Si può intervenire sulla superficie cutanea, sul tono muscolare o con il riempimento delle rughe, dipende dalle problematiche e dalle esigenze del singolo paziente. Negli ultimi dieci anni si sono fatti passi da gigante in questo settore per naturalezza e stabilita` dei risultati ottenibili senza dover, necessariamente, ricorrere al bisturi.

Con quale modalità si decide il trattamento al quale sottoporsi?
Partiamo generalmente dalle esigenze personali, psicologiche e sociali del paziente. Vi sono, ad esempio, trattamenti che lasciano piccoli segni visibili per qualche giorno ed altri no. Dipende, quindi, dagli impegni di lavoro, dalla vita sociale che si conduce o, anche, da ragioni di riservatezza. E` un processo al quale il paziente partecipa a pieno titolo. Il coinvolgimento avviene attraverso immagini che, per casi analoghi, mostrano il risultato concretamente ottenibile.

Cosa intende per esigenze psicologiche?
La psicologia dell’aspettativa, cioè cosa si aspetta il paziente e con quali tempi. Qualificare e quantificare il risultato con la relativa tempistica è fondamentale per massimizzarne gli effetti.  In ogni caso, deve essere chiaro che l’aspettativa del paziente e` subordinata e vincolata ad una valutazione medica dello stato di salute, senza lasciare spazio a fantasiose richieste.

Lei ha perfezionato la tecnica Full Face con effetti ringiovanenti quasi miracolosi. Di cosa si tratta?

E` una tecnica d’infiltrazione del botulino che, oltre a trattare la parte superiore del viso, prende in considerazione parte della mandibola e del collo, ridonando tono muscolare a zone che maggiormente risentono, nel tempo, dell’azione della gravità, con caduta verso il basso e della perdita di definizione dell’angolo della mandibola.

Coinvolgendo la parte inferiore del viso, non si corre il rischio di alterare la naturale espressività?
Esattamente come per la parte superiore esiste la possibilità di avere un rilassamento dell’attività` muscolare, senza alterare l’espressività del viso con effetti di viso stupito o mummificato, anche la parte inferiore può essere trattata in estrema tranquillità. Si interviene sul muscolo platisma che origina dalla mandibola e, passando per il collo, arriva sino alla seconda costola, senza intervenire sui muscoli mimici del viso. Pertanto, i muscoli mimici, con una maggiore funzionalità aumenteranno il loro tono muscolare al punto da fornire un miglior effetto su tutta la struttura del viso.

L’utilizzo su larga scala di questa sostanza ha manifestato criticità?
I primi utilizzi del botulino, in diversi settori della medicina, risalgono già agli anni ’30. Si utilizza in ambito oculistico, in neurologia, come antidolorifico nel trattamento di alcune tipologie di cefalee, per l’ipersudorazione. E` utilizzato anche per simmetrizzare emiparesi facciali per lesioni del nervo causate anche da ictus o per lesioni neurologiche spastiche.

Quindi, la sostanza è utilizzata in totale sicurezza?

Certamente, siamo in un ambito di totale sicurezza, anche se non significa che l’utilizzo e` indicato per tutti. Ci sono specifiche condizioni nelle quali e` precluso come, ad esempio, allergie a pollo, uova e tacchino, malattie autoimmunitarie dell’apparato muscolare (ad esempio Miastenia Gravis oppure Sindrome di Eaton Lambert). Ad ogni modo, la previa valutazione del medico rimane una conditio  sine qua non per l’applicazione.

Nell’ambito della sua esperienza, come valuta il risultato in relazione alle diverse tipologie di pazienti?
Vi e` una variabilità legata alle caratteristiche soggettive ma, globalmente, sia negli uomini che nelle donne, i risultati sono sempre stati positivi senza alterazioni e con soddisfazione del paziente, in una parola direi entusiasmanti. Ovviamente l’intensità del risultato varia anche in funzione dell’età` poiché più si e` avanti con gli anni e più, al rilassamento muscolare, si associa anche un maggior rilassamento cutaneo.

Ma allora il botulino è indicato anche per eliminare le rughe?

Il botulino non e` una sostanza riempitiva per cui e` impossibile “riempirsi con il botulino”, come impropriamente talvolta si afferma. Agisce semplicemente sulla eccessiva contrattilità di alcuni muscoli che porta alla generazione di alcune rughe. Ma, in situazioni di rugosità più importanti, estese in tutto il viso, il solo botulino non rappresenta la soluzione.  In questo caso si può integrare con infiltrazioni di acido ialuronico che ha funzione riempitiva e rigeneratrice.

Come si procede quando si rendono necessari diversi trattamenti?
Generalmente, propongo un’integrazione differita dei trattamenti. Iniziando con il botulino, osservandone gli effetti nel medio termine. Successivamente, ove necessario, procedere ad una  infiltrazione di acido ialuronico, oppure trattamenti con biostimolanti o altre valide tecniche.

A proposito di tempistiche: quanto tempo e` necessario per sottoporsi al trattamento del botulino, in quanti giorni si raggiunge il risultato e quanto dura l’effetto?
Il tempo tecnico di applicazione del botulino si attesta intorno ai 15-20 minuti ed i primi risultati sono apprezzabili nell’arco di una settimana. Tra i 10 e 15 giorni si effettua un controllo e, ove necessario, si procede ad un piccolo ritocco. Il risultato definitivo si raggiunge dopo circa un mese con una durata variabile dai tre ai sei mesi.

Una volta terminato l’effetto cosa accade al viso?
Nel tempo, lentamente e gradualmente, i muscoli del viso riprendono la normale attività contrattile ritornando esattamente allo status quo ante senza alterazioni di alcun tipo. Laddove, invece, al termine degli effetti si procedesse ad un’ulteriore applicazione, la durata nel tempo ed i risultati tenderebbero a migliorare ancora perché, tenendo a risposo il muscolo per un maggior tempo, perde forza contrattile e volume.

Insomma, il trattamento con il botulino e` una vera e propria alternativa all’intervento chirurgico?
Piu` che un’alternativa la definirei una possibilità di ottenere rapidamente un certo grado di miglioramento, anche notevole, che sicuramente può ritardare o addirittura eliminare l’esigenza di rivolgersi alla chirurgia.

Per maggiori approfondimenti: demilioroberta@gmail.com
 

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Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Un anno senza Silvio Berlusconi

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Era il maggio del 2016, mancavano pochi giorni alla sfida tra Beppe Sala e Stefano Parisi candidati sindaco di Milano.
Io ero un “semplice” candidato nel municipio 8 ove ero residente.
Una serata elettorale come tante io, ovviamente, giacca e cravatta come “protocollo detta”.
Si avvicina un amico e mi fa: vuoi venire a salutare il presidente?
Io tentenno – non lo nascondo, mi vergognavo un po’ – lo seguo entro in una stanza.
Presenti lui, il presidente, Maria Stella Gelmini, il mio amico ed un altro paio di persone.
Presidente lui è Massimiliano Baglioni è uno dei candidati del nostro schieramento, dice il mio amico.
Il presidente mi stringe la mano mi saluta e con un sorriso smagliante mi chiede:
Cosa pensa di me?
Ed io, mai avuti peli sulla lingua, rispondo:
Presidente non mi è particolarmente simpatico, lo ammetto, ma apprezzo in Lei quella Follia che ci unisce in Erasmo da Rotterdam.
Sorride si gira verso la Gelmini e dice:
Mary segna il numero di questo ragazzo, mi piace perché dice ciò che pensa.
Si toglie lo stemma di Forza Italia che aveva sulla giacca e lo appende sulla mia.
Non lo nascondo: sono diventato rosso.

Oggi, ad un anno dalla morte di Silvio Berlusconi riapro il cassetto della mia memoria per ricordare questo italiano che ha fatto della Follia un impero economico, una fede calcistica, una galassia di telecomunicazioni.
Conservo con cura quella spilla simbolo di  un sogno, simbolo di libertà.
Grazie ancora, presidente, ma si ricordi: non mi è, ancora oggi, simpatico.

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