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Cronaca

Fuga di Johnny Lo Zingaro: si poteva evitare? Ecco cosa ne pensano gli esperti

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Tempo di lettura 5 minutiDott.ssa Petrillo: "Johnny lo Zingaro ha studiato a tavolino il piano per evadere. Questo episodio ci conferma che esistono criminali irrecuperabili"

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di Angelo Barraco

 

CUNEO – E' passata una settimana da quando si sono perse completamente le tracce di Giuseppe Mastini, meglio noto come Johnny Lo Zingaro, uscito dal carcere di Fossano per recarsi a lavoro insieme ad altri tre detenuti che come lui si trovavano in regime di semilibertà. Lui però non è mai arrivato alla scuola di Polizia penitenziaria di Cairo Montenotte, tra la provincia di Cuneo e quella di Savona. Di lui si dice che fosse un detenuto modello e per il suo comportamento carcerario infatti, gli era stato concesso di poter svolgere un lavoro esterno appellandosi all'articolo 21, che consente lo svolgimento di attività lavorative all'esterno della struttura sulla base del comportamento e delle relazioni degli psicologi. Il suo passato è macchiato da una lunga scia di sangue che ha avuto inizio quando era ancora giovincello e ha ucciso un tranviere. Questa non è certamente la sua prima evasione, la prima avvenne dal carcere di Casal del Marmo e la successiva dall'Isola di Pianosa. Le manette ai suoi polsi scattano nel 1983, a seguito di una sparatoria con le forze dell'ordine. Ottenne una licenza premio quattro anni dopo e nel 1987 si macchiò di violenti crimini come furti, rapine, sequestro di persona, sparatoria e l'omicidio. La Dott.ssa Mary Petrillo spiega infatti che " è il classico manipolatore: cioè in grado di manipolare la situazione per apparire come in realtà non è. Johnny lo Zingaro, infatti, è riuscito ad ottenere grazie al famoso articolo 21, il permesso di lavoro esterno al carcere: è stato abile a ingannare il direttore del carcere di Fossano e soprattutto gli educatori e gli psicologi che in tutto questo tempo lo hanno seguito. Quindi bisogna stare molto attenti con certi soggetti perchè riescono a gestire abilmente la situazione e Johnny lo Zingaro ha studiato a tavolino il piano per evadere. Questo episodio ci conferma che esistono criminali irrecuperabili. Basti pensare che il Mastini cominciò a soli 11 anni la sua carriera criminale: furto aggravato con tanto di sparatoria con la Polizia. A 14 anni invece uccise per la prima volta: vittima un povero autista dell'Atac".

Nel 1989 arrivò per lui la condanna all'ergastolo. Johnny Lo Zingaro adesso è nuovamente evaso, le ricerche attualmente non hanno portato a nessun esito positivo e sono state estese anche oltre confine. Intanto l'Osapp, organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria, accusa il suo segretario generale, Leo Beneduci "il degrado a cui sono giunte le istituzioni penitenziarie, soprattutto laddove il buonismo fuori luogo applicato ad oltranza nei confronti dei detenuti, quale che ne sia la pericolosità, arreca danno dapprima ai poliziotti penitenziari del tutto abbandonati a se stessi e poi agli inermi cittadini costretti a subire le conseguenze delle disfunzioni penitenziarie" chiede inoltre una commissione d'inchiesta parlamentare "che faccia finalmente luce sulle disfunzioni e sugli sprechi dell'attuale politica penitenziaria nazionale nonché sui danni arrecati dagli attuali vertici dell'Amministrazione penitenziaria centrale". Ma dov'è Johnny Lo Zingaro? Chi lo sta aiutando in questa fuga? Tanti i dubbi, le domande e le ipotesi che si accavallano nella mente di chi indaga e chi ha avuto modo di conoscere la sua storia in questi lunghi anni, si è detto inoltre che dietro la sua fuga potrebbe esserci una donna dell'Est Europa con la quale avrebbe avuto una relazione. L'unica certezza è che l'uomo ha raggiunto in taxi la stazione di Genova Brignola, il resto è un mistero contornato da dubbi e ipotesi. Il suo legale lancia un appello "Mi auguro che il mio cliente rientri e spieghi perché si è allontanato".

Noi de L'Osservatore D'Italia abbiamo parlato con la Dott.ssa Mary Petrillo, Psicologa, criminologa, Coordinatrice del Crime Analysts Team, Docente Master Univ. Niccolò Cusano.
Appresa la notizia della evasione del noto criminale Giuseppe Mastini, detto Johnny lo Zingaro, da studiosi e professionisti del settore sentiamo la necessità di dimostrare che, in base alla vasta letteratura scientifica sull'argomento, è importante considerare diverse variabili di tipo relazionale, psicologico, criminologico, culturale, ecc., che aiuti a meglio comprendere, soprattutto da parte della magistratura, chi è violento e come non lo è allo stesso modo di un altro violento, in quanto ognuno è mosso da dinamiche interne diverse. Accade, infatti, genericamente, che anche un uomo che non ha mai messo in atto un comportamento violento ad un certo punto, invece, lo faccia e questo perché si verificano situazioni particolari, vi sono, poi, invece, uomini che agiscono in modo violento in maniera sistematica, indipendentemente dalle circostanze; è chiaro che tale dinamica comportamentale fa chiaramente intendere che vi sia una problematica di natura patologica, non psichiatrica, sono persone che sono "presenti a se stesse" , non sono "malati di mente" ed ecco perché la loro aggressività non è sempre prevedibile a chi li conosce nella vita quotidiana, tanto che quando ce li ritroviamo, poi, in prima pagina sui giornali, accusati di aver ucciso la propria compagna, o anche hanno commesso altri gravi omicidi o abusi vari, le persone rimangono sbalordite sentiamo ripetere le frasi "era una brava persona", "era una persona normale", in un soggetto come Giuseppe Mastini, invece questa parte non è stata affatto una "sorpresa". Questa analisi è molto importante, in quanto per alcuni soggetti, come prevede la legge, sono previsti programmi di trattamento, che a nostro parere devono essere individuali e non simili ed uguali per tutti, perché ogni violento è violento in modo diverso e per diverse variabili e circostanze, altrimenti si rischia che questi interventi risultino poi inefficaci. Ma chi è Johnny lo zingaro? È un criminale che ha dimostrato più volte di vendere cara la propria pelle e che nessuno e niente fermerà mai il suo " io"! Indubbiamente è uno di quei soggetti che sottoposti a testistica appropriata rivelerebbe molto di se stesso e probabilmente scopriremmo di avere a che fare con un antisociale con tendenze psicopatiche. Le sue origini risalgono ad una famiglia di giostrai di etnia sinti, inizialmente, vivono tutta la famiglia al nord di Italia, poi , quando Giuseppe ha appena 10 anni si trasferiscono, invece, tutti a Roma e qui come arriva, Giuseppe Mastini comincia, fin da subito, a frequentare la gioventù criminale del luogo in zona Tiburtina e all'età di 11 anni compie un furto con relativa sparatoria con le forze dell'Ordine. Un grave reato avviene poi nel 1975 ai danni dell'autista atac Vittorio Bigi che viene ucciso dal 14enne Johnny lo zingaro! Il cadavere del povero Bigi venne ritrovato dalla Polizia di Stato trucidato e riferisce li famoso e bravo poliziotto Nicola Longo, che si occupò del caso personalmente, che ritrovarono il corpo in un campo di cavoli; pare che Bigi, vedendo un ragazzino in giro di notte, decise di dargli un passaggio, ma mai avrebbe immaginato che per mano di quel ragazzo avrebbe trovato la morte. Giuseppe Mastini, pare aggravasse il suo potenziale criminale attraverso l'uso di sostanze stupefacenti, dopo questo evento venne arrestato, ma la sua storia criminale continuò con altre fughe ed evasioni, entrava ed usciva dal carcere rendendosi colpevole di vari gravi reati, addirittura un suo coinvolgimento pare fosse anche nel caso della morte di Pier Paolo Pasolini. La cosa che più deve farci ragionare e quindi continuare nei nostri studi in criminologia e scienze forensi, è proprio capire che soggetti come Mastini riescono ad ottenere licenze premio per buona condotta e possibilità di lavorare esternamente al carcere, tutte possibilità che potrebbero e dovrebbero aiutare la magistratura a saper prendere decisioni più mirate e giuste per il soggetto in questione evitando che accadano situazioni come questa avvenuta il 30 Giugno 2017: l'evasione!

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