Connect with us

Frosinone

FROSINONE, SQUADRA MOBILE, SCACCO ALLA BANDA DEGLI ALBANESI: 8 PERSONE ARRESTATE

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 3 minuti L’ indagine ha preso le mosse da un episodio avvenuto a Frosinone, la notte del 17 luglio 2014, quando si affrontarono in un violento scontro un gruppo di rumeni e una banda di cittadini albanesi

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

Red. Cronaca

Frosinone – Gli uomini della Squadra Mobile di Frosinone, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Frosinone Dr. Antonello Bracaglia Morante, hanno arrestato otto persone resesi responsabili, in concorso tra loro, del reato di detenzione e spaccio continuato di sostanze stupefacenti. L’ indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Frosinone e coordinata dal Sostituto Procuratore Dr. Adolfo Coletta, ha preso le mosse da un episodio avvenuto a Frosinone, in Via Cese, nei pressi del cimitero, la notte del 17 luglio 2014, quando si affrontarono in un violento scontro un gruppo di rumeni e una banda di cittadini albanesi, tutti stanziati da tempo nel capoluogo ciociaro e dediti ad attività delittuose.

In particolare, si accertò che la furiosa rissa era stata originata da una serie di circostanze in cui gli albanesi avevano infastidito alcune ragazze rumene intente a prostituirsi in Via A. Vona, nei pressi della zona industriale di Frosinone.
Così, i componenti della banda di rumeni, come espediente, concordavano un incontro chiarificatore col gruppo avverso nella zona del cimitero; all’appuntamento però si presentavano armati di coltelli e mazze di ferro che utilizzavano per picchiare selvaggiamente gli albanesi e poi distruggere completamente le due autovetture con le quali questi ultimi erano arrivati all’appuntamento. A partire da quel violento episodio, gli investigatori del dr. Carlo Bianchi hanno avviato due distinte attività di indagine sia nei confronti della banda di rumeni, sia nei confronti degli antagonisti albanesi.

In particolare, per quanto riguarda il gruppo delinquenziale rumeno
l’attività investigativa, conclusasi nel mese di giugno 2015 con l’esecuzione di 6 ordinanze di custodia cautelare, ha smantellato un’associazione per delinquere di carattere transnazionale finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, evidenziando come i destinatari delle misure facessero giungere in Italia giovanissime donne dell’est – trattate come vere e proprie schiave – per avviarle alla prostituzione sulle strade del nostro territorio.

La banda di albanesi – i cui componenti sono i destinatari delle odierne misure cautelari
, 5 in carcere e 3 agli arresti domiciliari – è stata invece oggetto di una diversa ed articolata attività di indagine, sia di tipo tecnico che tradizionale, nel corso della quale è stato dimostrato che costoro, unitamente ad un italiano, si rifornivano di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, soprattutto cocaina, da un loro connazionale dimorante nella Capitale, per poi spacciarla al dettaglio sul mercato del frusinate.

I destinatari delle misure cautelari sono sette cittadini albanesi, di cui 6 domiciliati nel capoluogo ciociaro e uno a Roma, e un quarantaduenne frusinate;
quest’ultimo, dedito abitualmente all’attività di pastorizia, si riforniva di varie tipologie di stupefacenti attraverso la banda di albanesi, per poi spacciarla al dettaglio nel capoluogo.

Le indagini hanno fatto emergere anche le modalità attraverso le quali l’organizzazione agiva in modo spregiudicato sul mercato frusinate degli stupefacenti;
le cessioni delle dosi avvenivano soprattutto nei bar o in luoghi pubblici, ma in alcuni casi gli acquirenti, per procurarsi la droga, si presentavano direttamente presso le abitazioni degli stranieri. Nel corso dell’attività investigativa, durata quasi due anni, gli agenti della Squadra Mobile – a riscontro specifico delle indagini che erano in atto – hanno eseguito altri 5 arresti in flagranza di reato per il delitto di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti a carico di altrettante persone che fungevano da “corrieri” della droga per conto degli albanesi.

Tra gli arrestati in flagranza, vi è anche un trentenne albanese già noto alle cronache per essersi reso responsabile di una rocambolesca fuga dal carcere di Cagliari nel più classico dei modi, ovvero annodando delle coperte alle sbarre della cella per poi calarsi dalla finestra e guadagnare così la temporanea libertà. A tali episodi sono seguiti consistenti sequestri di stupefacenti, così come numerosi recuperi di singole dosi cedute ai vari acquirenti (tutti segnalati in via amministrativa per uso personale) durante l’attività di spaccio al dettaglio. Le indagini hanno fatto emergere altresì come gli odierni arrestati offrissero anche una vera e propria base logistica per gruppi di connazionali che giungevano nel capoluogo ciociaro, provenienti dal Nord Italia, per perpetrare rapine e furti in ville ed in appartamenti sul territorio frusinate. A tal proposito, si richiama in particolare il noto episodio avvenuto la sera del  20 dicembre del 2014, quando la Squadra Mobile intercettò e bloccò tre cittadini albanesi che annoveravano numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, operanti prevalentemente in Liguria, e che verosimilmente avevano intenzione di intraprendere ulteriori attività criminali nella zona di Frosinone. I tre furono arrestati per i reati di resistenza, violenza e lesioni a P.U. in concorso, dopo una violenta colluttazione, in cui rimasero feriti due poliziotti, tra cui il Capo della Squadra Mobile, ed un inseguimento rocambolesco, iniziato dinanzi al bar Minotti e conclusosi presso l’incrocio di Brunella.
 

Costume e Società

Frosinone, Lavinia Puggioni incoronata Miss Sorriso Lazio 2024

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

Lavinia Puggioni, 19 anni di Ardea, receptionist in hotel che pratica ginnastica artistica sognando di diventare attrice, è la nuova Miss Sorriso Lazio 2024.

il momento “dell’incoronazione” di Lavinia Puggioni, neo Miss Sorriso Lazio 2024

Il centro storico della citta di Frosinone, per la prima volta nella sua storia, è divenuto il palcoscenico che consegna alla splendida Lavinia una delle fasce storiche del concorso Miss Italia: Miss Sorriso Lazio 2024
La sesta tappa del tour delle finali ha fatto tappa nel capoluogo laziale grazie all’organizzazione, come sempre impeccabile, della Delta Events che da oltre un decennio è esclusivista dello storico concorso e grazie all’iniziativa dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Riccardo Mastrangeli e curata dagli assessori Rossella Testa, con delega al Centro Storico, e Simona Geralico, alla Cultura.

la neo Miss Sorriso Lazio Lavinia Puggioni al centro tra le due assessori del comune di Frosinone, a dx Simona Geralico ed a sx Rossella Testa

29 ragazze hanno incantato con le loro performance le centinaia di persone accorse in piazza che hanno potuto poi ammirare le concorrenti che si sono dapprima sfilando e ballando sulle note della colonna sonora del film “Barbie” e presentando in passerella i capi della collezione della stilista Sabrina Minucci ed una capsule collection del brend “Nero Luce made in Rebibbia”, marchio sartoriale nato nel 2013 all’interno del carcere femminile di Rebibbia a Roma con il progetto “Ricuciamo” un laboratorio sartoriale aperto all’interno della Casa Circondariale.


Come sempre “padrona di casa” la straordinaria Margherita Praticò, agente del concorso per il Lazio, che ha presentato la serata mirabilmente diretta dalla regia di Mario Gori arricchita dall’esibizione del cantautore Federico Pisano.
La giuria, composta da Rossella Testa assessore del Comune di Frosinone con delega al Centro Storico, Simona Geralico assessore del Comune di Frosinone con delega al Turismo, Alessia Turriziani consigliere comunale di Frosinone, lo chef personaggio televisivo Bruno Brunori, la modella Veronica Iovini, il preparatore atletico Tommaso Capezzone, il produttore cinematografico Luca Mastrangelo, Federica Modesto per Miluna ha poi premiato con il secondo e terzo posto rispettivamente Beatrice Scintu, 18 anni romana, appassionata di moda, neo diplomata al liceo linguistico, iscritta all’università nella facoltà di architettura e Francesca Risi, 19 anch’essa romana studentessa universitaria in Giurisprudenza e che nel tempo libero suona la chitarra e canta.

la neo Miss Sorriso Lazio 2024, Lavinia Puggioni abbracciata a Beatrice Scintu e Francesca Risi

Prossimo appuntamento da non perdere domani 6 agosto nell’arena all’aperto del Teatro di Tor Bella Monaca nel VI Municipio Roma Le Torri andrà in scena una delle finali più attese del concorso di Miss Lazio: verrà assegnata l’ambitissima corona di Miss Roma 2024 alla presenza della patron del concorso Patrizia Mirigliani.

Ecco l’elenco delle successive date che culmineranno il 1 e 2 settembre con la corona di Miss Lazio 2024 sulla straordinaria e mitologica spiaggia di San Felice Circeo.

AGOSTO:
Martedì 6 a Roma (Arena all’aperto teatro Tor Bella Monaca) : Miss Roma 2024
Martedì 13 a Fiumicino ( Via di Torre Clementina) : Miss Riviera Tirrenica 2024
Domenica 18 ad Anzio(Stabilimento Tirrena – Riviera Zanardelli) : Miss Cinema Lazio 2024
Venerdì 23 a Trevignano Romano (Piazza del Molo): Miss Cinema Roma 2024
Domenica 25 ad Antrodoco (Piazza del Popolo) : Miss Framesi Lazio 2024

SETTEMBRE:
Domenica 1 e Lunedì 2 a San Felice Circeo (Giardini di Vigna la Corte): Miss Lazio 2024

Continua a leggere

Cronaca

Arce, delitto Serena Mollicone. Il legale: “Nulla esclude sia morta in caserma”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

“Sono qui oggi per chiedervi di scrivere una pagina di giustizia giusta”. E’ quanto ha affermato l’avvocato Dario De Santis, legale dei familiari di Serena Mollicone, uccisa Arce nel 2001, nell’udienza del processo d’appello che vede imputata l’intera famiglia Mottola e i carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale. Nei giorni scorsi la procura generale ha depositato le conclusioni della requisitoria sollecitando una condanna a 24 anni per il maresciallo Franco Mottola, a 22 per la moglie Annamaria e il figlio Marco. Per Quatrale chiesta l’assoluzione mentre per Suprano il proscioglimento “per intervenuta prescrizione”. “Io rappresento anche Guglielmo, padre di Serena e ho l’onore e l’onere di dargli voce perché la sua vita è stata spenta prematuramente – ha aggiunto il legale -. Vi sono prove che escludono che l’omicidio di Serena sia stato commesso in caserma? Serena è entrata in caserma quella mattina? A queste domande dovete rispondere. Perché se è entrata in caserma è stata uccisa lì per due semplici ragioni: la prima è che non è uscita viva e la seconda è che i Mottola sostengono che non sia mai entrata. La somma di questi due elementi fa sì che sia morta lì”.

Continua a leggere

Cronaca

1943/1944, “linea Gustav”teatro di feroci combattimenti: Medaglia d’Oro al Valor Civile per la Provincia di Frosinone

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 5 minuti

image_pdfimage_print

“Territorio di rilevante importanza strategica, in quanto posto a ridosso della ‘Linea Gustav’ e attraversato dalla via Casilina, maggiore arteria di collegamento tra la Capitale ed il Sud del Paese, dal 10 settembre 1943 fu teatro di una violenta occupazione militare e subì devastanti bombardamenti che causarono la distruzione di ingente parte del patrimonio edilizio e culturale. La popolazione, oggetto di feroce barbarie e costretta allo sfollamento, sorretta da eroico coraggio, profonda fede nella libertà ed altissima dignità morale, sopportava la perdita di un numero elevato di concittadini ed indicibili sofferenze, offrendo un luminoso esempio di abnegazione, incrollabile fermezza ed amore patrio”. 1943/1944 – Provincia di Frosinone.
 
È questa la motivazione con la quale stamattina, presso il salone di rappresentanza dell’Amministrazione provinciale di Frosinone, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha fissato sul gonfalone della Provincia di Frosinone, la Medaglia d’Oro al Valor Civile. Alla cerimonia di conferimento, dall’alto profilo istituzionale, accolti dal Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano, hanno preso parte il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Prefetto di Frosinone Ernesto Liguori, il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli e lo storico e giornalista Paolo Mieli. Presenti in sala anche le massime autorità civili, militari e religiose, gli amministratori provinciali e tantissimi sindaci del territorio.
 
A scandire i vari momenti della cerimonia è stata la presentatrice Valeria Altobelli che ha anche letto una testimonianza di Giuseppina Capuano, nata ad Aquino il 19-10-1905 e residente a Piedimonte San Germano in via Petrone, defunta il 16 aprile 2009, tratta dal libro ‘Tra le pieghe della memoria’ di Elena Montanaro.
 
 
IL PRESIDENTE DI STEFANO: “UN TRIBUTO AI NOSTRI VALOROSI CITTADINI”
 
“La Medaglia D’Oro al Merito Civile è un segno tangibile dell’ammirevole coraggio e della straordinaria resilienza dimostrata dalla nostra provincia durante i terribili eventi legati alla seconda guerra mondiale. Le ferite del passato hanno modellato il nostro presente, ma non hanno mai minato la nostra determinazione e la nostra speranza nel futuro” ha detto il Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano.
 
“Quando ogni pilastro era stato raso al suolo, abbiamo trovato la forza di ricostruire, quando il destino sembrava contro di noi, abbiamo trovato la forza di resistere. Il conferimento di questa alta onorificenza su cui ho l’obbligo morale e istituzionale di ringraziare, per l’impegno profuso, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ci insigne di un compito ancora più importante: quello di impegnarci solennemente ad assicurare che le sofferenze patite non siano vane, che le vite perdute non siano dimenticate, e che le lezioni apprese siano tramandate alle future generazioni”, ha aggiunto.
 
“Questa medaglia rappresenta un tributo ai nostri valorosi cittadini, che hanno dimostrato con la loro forza d’animo che la vita e la speranza possono risorgere anche dalle ceneri della distruzione. In questo giorno solenne, giuriamo di onorare il passato, di abbracciare il presente e di costruire un futuro che rifletta la forza e la dignità che ha sempre contraddistinto il nostro territorio” ha concluso il Presidente di Stefano.
 
 
IL SINDACO MASTRANGELI: “LA NOSTRA POPOLAZIONE HA SUBITO L’IMMANE DRAMMA DELLE VIOLENZE”
 
Il primo cittadino della città capoluogo di Provincia ha ripercorso brevemente quei drammatici momenti. “La nostra è stata una popolazione civile che ha vissuto sulla propria pelle anche l’immane dramma delle violenze ad opera dei goumiers francesi su donne, uomini e bambini” ha spiegato in un passaggio il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli ricordando le ‘marocchinate’. Inoltre ha anche sottolineato “l’altissimo prezzo pagato dalla Città di Frosinone nel corso del sanguinoso conflitto bellico”. 
 
 
LO STORICO PAOLO MIELI: “NON DIMENTICHIAMO QUANTA DIGNITÀ LE NOSTRE FAMIGLIE ABBIANO AVUTO NEL RESISTERE”
 
Una attenta e puntuale lectio magistralis, quella tenuta dallo storico e giornalista, professor Paolo Mieli, ringraziato più volte dal Ministro e dal Presidente della Provincia per la sua presenza. Mieli ha raccontato delle “violenze subite da questa provincia” e delle “marocchinate”, evidenziando come “far passare la storia delle sofferenza di questa area solo per le violenze subite dai liberatori è stato un trucco per omettere le sofferenze degli otto mesi che hanno preceduto la liberazione”, che “sono il motivo della medaglia”. “Se potessi vivere in un mondo in cui tutti si comportano come si comportarono i cittadini di questo territorio né sarei lieto” ha ancora detto, mettendo in evidenza la dignità e la resistenza del popolo ciociaro e raccomandando di “non dimenticare quanta dignità le nostre famiglie abbiano avuto nel resistete, nel non farsi abbattere”.
 
 
IL MINISTRO PIANTEDOSI: “L’INTERA CIOCIARIA FU, IN VIRTÙ DELLA SUA VALENZA STRATEGICA, PESANTEMENTE SEGNATA E COLPITA”
 
“Sono lieto di poter consegnare questa medaglia alla Provincia di Frosinone – ha detto fra l’altro il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi -. Un importante riconoscimento voluto  a tributo delle ingenti perdite umane, delle immani sofferenze, delle privazioni, dei diffusi fenomeni di distruzione e devastazione che questo territorio ha dovuto patire durante il secondo conflitto mondiale”.
 
“Un conferimento, quello alla Provincia – ha aggiunto il titolare del Viminale in un altro passaggio – a cui tengo particolarmente, nella consapevolezza che l’intera Ciociaria fu, in virtù della sua valenza strategica, pesantemente segnata e colpita nel corso dei tragici eventi bellici”.
 
“Rievocare le pene sofferte dal popolo ciociaro da parte dei nazifascisti, e anche dalla parte di truppe aggregate degli alleati, deve servire a riconoscere il merito di una comunità che, nonostante le immani sofferenze patite, scelse di proiettarsi e credere nel futuro oltre ogni rivendicazione, senza cedere a tentazioni divisive. I ciociari, come il resto degli italiani, compirono enormi sforzi per contribuire, una volta conclusa la tragedia della seconda guerra mondiale, alla rinascita del nostro paese” ha concluso il Ministro dell’Interno.
 
CENNI STORICI
 
La Linea Gustav è stata una linea difensiva tedesca che si estendeva lungo l’Italia centrale durante la seconda guerra mondiale. Costruita nel 1943-1944 in risposta all’inasprimento dell’offensiva alleata in Italia, la Linea Gustav era uno dei principali ostacoli che l’Asse doveva superare per avanzare verso il nord e liberare il Paese dall’occupazione tedesca.
 
La linea si estendeva approssimativamente da Pescara sulla costa adriatica fino a Grosseto sulla costa tirrenica, attraversando montagne, fiumi e terreni difficili. Era costituita da una serie di fortificazioni, bunker, trincee, campi minati e ostacoli naturali, progettati per rallentare e bloccare l’avanzata delle forze alleate.
 
La battaglia per superare la Linea Gustav è stata estremamente feroce e ha visto pesanti combattimenti tra le forze tedesche e alleate. Gli Alleati hanno lanciato diverse offensive lungo la linea, tra cui la battaglia di Monte Cassino, una delle più celebri e sanguinose della guerra. Questa battaglia, in particolare, ha coinvolto scontri durissimi e pesanti perdite su entrambi i fronti, con gli Alleati che hanno cercato di sfondare le difese tedesche per avanzare verso Roma e il nord Italia.
 
Nonostante le difficoltà e le perdite, gli Alleati sono riusciti a rompere la Linea Gustav nell’ambito dell’operazione Diadem nel maggio 1944. Questo successo ha permesso loro di avanzare verso Roma, liberata il 4 giugno 1944, e di continuare la loro campagna per la liberazione dell’Italia settentrionale.
 
L’avanzata alleata per liberare l’Italia dopo aver superato la Linea Gustav ha rappresentato un momento cruciale nella guerra in Europa, portando alla caduta del regime fascista e alla fine dell’occupazione tedesca nel Paese. Tuttavia, la campagna per la liberazione dell’Italia è stata lunga e difficile, e ha comportato ingenti perdite umane e materiali su entrambi i lati.
 
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com



Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti