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FROSINONE, QUOTE ROSA: LA SOLIDARIETA' DEL GRUPPO CONSULTA LE DONNE ALLA SENATRICE MARIA SPILABOTTE

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Tempo di lettura 2 minuti Sul tema politico delle pari opportunità la senatrice Spilabotte non interviene pro domo sua, ma per denunciare il deficit di democrazia che penalizza la Sua Amministrazione comunale

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Redazione

Frosinone – L'articolo relativo il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani sulla senatrice Maria Spilabotte ci è sembrato meritasse un commento critico da parte nostra. Vi ringrazio se darete voce alla nostra posizione a favore delle pari opportunità e rappresentanza di genere.
Ina Camilli – gruppo Consulta le Donne [ Articolo del 17/09/2013 FROSINONE: BOTTA E RISPOSTA TRA SINDACO E SENATRICE SPINABOTTE SULLE QUOTE ROSA ]

 

Riceviamo e con piacere pubblichiamo:

Frosinone – Sindaco Ottaviani,  “ desta meraviglia”  – è l’incipit del Suo articolo – che la senatrice Spilabotte  ignori l’esistenza e le condizioni in cui versa il centro storico Frosinone, ma la composizione monogenere della Sua Giunta più che destare meraviglia, può essere oggetto di impugnazione e, in caso di vittoria, di essere annullata a seguito di pronuncia del Tribunale Amministrativo Regionale per violazione del principio della equilibrata presenza di uomini e donne.

Non si tratta, per la verità, come ormai sappiamo tutti, di un fatto, ma della violazione di un principio di parità giuridica vigente a livello internazionale, europeo, nazionale, regionale , comunale e soprattutto costituzionale, nonché di un diritto riconosciuto dal TAR del Lazio, che si è pronunciato nei casi analoghi di Gaeta, Civitavecchia ed ora anche di Colleferro, a seguito del ricorso promosso e vinto dalla Rete per la parità, dal gruppo Consulta le Donne e da Cittadine e Cittadini.

Sul tema politico delle pari opportunità la senatrice Spilabotte  non interviene pro domo sua, ma per denunciare il deficit di democrazia che penalizza la Sua Amministrazione comunale, che non ha rispettato il principio di uguaglianza tra uomini e donne (contenuto nel Preambolo della Carta dell'ONU, nella Convenzione dei Diritti Politici delle Donne, nella Convenzione sulla eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le Donne, nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea e nel Trattato di Amsterdam).

Come sappiamo infatti “il principio della parità di accesso alle cariche amministrative tra uomini e donne costituisce espressione di un principio fondamentale del nostro ordinamento, contenuto negli artt. 3, 49, 51 e 97 Costituzione".

Il TAR del Lazio, anche con riferimento  al ricorso vinto dalla Rete per la parità, dal gruppo Consulta le Donne e da Cittadine e Cittadini, ha ribadito come  “la concreta attuazione del principio di non discriminazione, in relazione ai principi di proporzionalità e adeguatezza discendenti dal diritto europeo e dell'attuazione della Corte di Strasburgo, deve essere individuata nella garanzia del rispetto di una soglia quanto più approssimativa alla pari rappresentanza dei generi, da indicarsi dunque nel 40 per cento di persone del sesso sotto-rappresentato, altrimenti vendendosi a vanificare la portata precettiva delle norme sin qui richiamate e l'effettività dei principi in esse affermate”.

Le sentenza del TAR Lazio in materia di rappresentanza di genere,  Sindaco Ottaviani,  non possono essere qualificate come  "battaglie da riserva indiana", opinione che non offende sia perché frutto del pensiero di chi ignora gli obblighi legislativi  e la lenta evoluzione sociale dei costumi, sia perché, è vero, la parità tra i due sessi non è ancora un processo compiuto. Lei può , Sindaco Ottaviani, far rispettare, con riferimento alla Sua Giunta, principi costituzionalmente garantiti, in materia di parità di accesso alle cariche amministrative tra i due generi, e dare così concreta attuazione al principio di non discriminazione delle donne.