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FROSINONE PROVINCIA, QUADRINI AL CONGRESSO UNITARIO DEL PDL: "DOBBIAMO IMPARARE A CAMMINARE SULLE NOSTRE GAMBE"

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Redazione

"Sono consapevole che al già difficile compito di cui siamo gravati dal governo di questa provincia dove stiamo soffrendo la crisi economica come non mai e dove il ceto sociale medio ormai è alla soglia della povertà parlare di partito politico e di elezioni del coordinamento provinciale sembra anacronistico ma per alcuni la fine del governo Berlusconi ha impresso scoramento e tanta volgia però di riprendersi i propri ruoli di partito e mossi da questo senso di appartenenza ci accingiamo a predisporre questo congresso che per i motivi su esposti deve e sarà sicuramente unitario. Ed allora mi rivolgo ai cari amici e colleghi politici iscritti, militanti e coloro che occupano ruoli istituzionali come il sottoscritto, di ricercare mai come in questo momento congiunturale particolare, la voglia di unità e di senso di responsabilità e quello che dobbiamo fare oggi è ripartire per trasformare le difficoltà in occasioni e gli imprevisti in opportunità!" E' con queste parole che l'assessore rpvinciale Gianluca Quadrini interviene sulla questione del congresso unitario del PDL in Provincia di Frosinone.

"E’ questo il motivo per cui sono sicuro, nonostante gli ostacoli non mancassero, che l’obiettivo del un congresso unitario verrà centrato. Ritengo che tra tutte le componenti prevarranno alla fine le idee sui rapporti personali, il bene comune sulle rendite di posizione. Tutti sembra che potrebbero rinunciare a qualcosa ma nessuno perderà nulla, perché tutti avranno in cambio il rafforzamento del partito.

Candidarsi a guidare il nuovo corso impone quindi senso di responsabilità e di apertura al confronto.

Una strada che intraprendiamo tutti insieme nella consapevolezza che non siamo all’anno zero e che chi ha lavorato fino ad oggi, anche in condizioni difficili, sia dal punto di vista ambientale che da quello strutturale interno, merita il riconoscimento di avere percorso una lunga traversata nel deserto.

Quella traversata in questa nostra provincia è ancora in corso e noi oggi raccogliamo il testimone con la lucida follia di chi vuole portarla finalmente a termine.

Inutile dunque negare che l’assetto che ci troviamo a imprimere al nostro movimento del PDL in questo congresso che ci apprestiamo a celebrare non sarebbe stato possibile senza il fondamentale contributo di chi, facendo una scelta di grande lungimiranza e dimostrando una fiducia non solo a parole nelle nuove generazioni favorirà le candidature e propizierà una mozione unitaria.

Sono consapevole che molti vorranno i conoscere programmi ed i metodi che la nuova classe dirigente vorrà mettere in campo per battere le sinistre nei comuni nei quali andremo al voto sia in primavera che in futuro, ma non possiamo prescindere dall’analisi della situazione nazionale che a seguito del venir meno della maggioranza in entrambi i rami del parlamento a causa della sconsideratezza di Gianfranco Fini le elezioni sarebbero state sicuramente la soluzione principe per uscire da questa crisi.

Una volta terminata l’esperienza di governo, il Presidente Berlusconi ha dimostrato di essere consapevole del fatto che difficilmente una maggioranza parlamentare chiara sarebbe potuta uscire dalle urne non tanto per effetto della legge elettorale, ma dell’assetto costituzionale e già lui ha dato esempio di attaccamento alla Nazione ed al proprio partito che ha fondato, mettendo da parte i personalismi e pensando al bene del paese.

Se infatti nel 2006 un premio di maggioranza, cardine del bipolarismo, abbiamo potuto inserirlo, questo riguarda solo la Camera dei Deputati, ma non il Senato della Repubblica per il quale la Costituzione prevede un sistema elettorale a base regionale. Senza cambiare un assetto costituzionale vecchio di sessant’anni, e ormai anacronistico, è impensabile arrivare a riforme serie per questo Paese. Siamo l’unico stato al mondo che, con due camere identiche fra loro, non riesce, nell’arco di una legislatura, ad approvare un disegno di legge. Un bicameralismo perfetto ormai chiaramente inadeguato alle esigenze del Paese.

L’unico pregio della situazione attuale, cioè di un governo tecnico a vasta base parlamentare, potrebbe proprio essere quello di porre rimedio a questa situazione. In questi giorni si è aperto qualche spiraglio ed un grande partito come il nostro – Pdl è inevitabilmente tenuto a comportamenti responsabili nel nome del superiore interesse nazionale, stesso comportamento che sono sicuro applicheranno i nostri big del partito in Provincia.

Inutile nascondersi dietro un dito: il PDL nasce come partito carismatico e sta gradualmente tentando di uscire dallo schema al quale tutti eravamo abituati. Dobbiamo insomma imparare a camminare sulle nostre gambe senza considerarci orfani del Presidente Berlusconi qualora egli gradualmente intenda passare la mano. Non significa né rinnegare il berlusconismo, né sostenere che il Presidente Berlusconi voglia lasciarci soli nella quotidiana battaglia contro le sinistre ma il suo comportamento di grande responsabilità deve guidarci nel nostro essere e nella coesione del partito e di tutti noi nelle candidature unitarie.

Sono sicuro che alla fine la sensibilità dei dirigenti provinciali e regionali avrà il sopravvento sugli interessi personali, dobbiamo dimostrare che siamo coesi ed uniti nell’interesse del partito e soprattutto dei cittadini che ci hanno votato".

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