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Frosinone, Lavinia Puggioni incoronata Miss Sorriso Lazio 2024

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Lavinia Puggioni, 19 anni di Ardea, receptionist in hotel che pratica ginnastica artistica sognando di diventare attrice, è la nuova Miss Sorriso Lazio 2024.

il momento “dell’incoronazione” di Lavinia Puggioni, neo Miss Sorriso Lazio 2024

Il centro storico della citta di Frosinone, per la prima volta nella sua storia, è divenuto il palcoscenico che consegna alla splendida Lavinia una delle fasce storiche del concorso Miss Italia: Miss Sorriso Lazio 2024
La sesta tappa del tour delle finali ha fatto tappa nel capoluogo laziale grazie all’organizzazione, come sempre impeccabile, della Delta Events che da oltre un decennio è esclusivista dello storico concorso e grazie all’iniziativa dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Riccardo Mastrangeli e curata dagli assessori Rossella Testa, con delega al Centro Storico, e Simona Geralico, alla Cultura.

la neo Miss Sorriso Lazio Lavinia Puggioni al centro tra le due assessori del comune di Frosinone, a dx Simona Geralico ed a sx Rossella Testa

29 ragazze hanno incantato con le loro performance le centinaia di persone accorse in piazza che hanno potuto poi ammirare le concorrenti che si sono dapprima sfilando e ballando sulle note della colonna sonora del film “Barbie” e presentando in passerella i capi della collezione della stilista Sabrina Minucci ed una capsule collection del brend “Nero Luce made in Rebibbia”, marchio sartoriale nato nel 2013 all’interno del carcere femminile di Rebibbia a Roma con il progetto “Ricuciamo” un laboratorio sartoriale aperto all’interno della Casa Circondariale.


Come sempre “padrona di casa” la straordinaria Margherita Praticò, agente del concorso per il Lazio, che ha presentato la serata mirabilmente diretta dalla regia di Mario Gori arricchita dall’esibizione del cantautore Federico Pisano.
La giuria, composta da Rossella Testa assessore del Comune di Frosinone con delega al Centro Storico, Simona Geralico assessore del Comune di Frosinone con delega al Turismo, Alessia Turriziani consigliere comunale di Frosinone, lo chef personaggio televisivo Bruno Brunori, la modella Veronica Iovini, il preparatore atletico Tommaso Capezzone, il produttore cinematografico Luca Mastrangelo, Federica Modesto per Miluna ha poi premiato con il secondo e terzo posto rispettivamente Beatrice Scintu, 18 anni romana, appassionata di moda, neo diplomata al liceo linguistico, iscritta all’università nella facoltà di architettura e Francesca Risi, 19 anch’essa romana studentessa universitaria in Giurisprudenza e che nel tempo libero suona la chitarra e canta.

la neo Miss Sorriso Lazio 2024, Lavinia Puggioni abbracciata a Beatrice Scintu e Francesca Risi

Prossimo appuntamento da non perdere domani 6 agosto nell’arena all’aperto del Teatro di Tor Bella Monaca nel VI Municipio Roma Le Torri andrà in scena una delle finali più attese del concorso di Miss Lazio: verrà assegnata l’ambitissima corona di Miss Roma 2024 alla presenza della patron del concorso Patrizia Mirigliani.

Ecco l’elenco delle successive date che culmineranno il 1 e 2 settembre con la corona di Miss Lazio 2024 sulla straordinaria e mitologica spiaggia di San Felice Circeo.

AGOSTO:
Martedì 6 a Roma (Arena all’aperto teatro Tor Bella Monaca) : Miss Roma 2024
Martedì 13 a Fiumicino ( Via di Torre Clementina) : Miss Riviera Tirrenica 2024
Domenica 18 ad Anzio(Stabilimento Tirrena – Riviera Zanardelli) : Miss Cinema Lazio 2024
Venerdì 23 a Trevignano Romano (Piazza del Molo): Miss Cinema Roma 2024
Domenica 25 ad Antrodoco (Piazza del Popolo) : Miss Framesi Lazio 2024

SETTEMBRE:
Domenica 1 e Lunedì 2 a San Felice Circeo (Giardini di Vigna la Corte): Miss Lazio 2024

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Croazia: boom di turisti e prezzi alle stelle

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La Croazia ad oggi è parte dell’Unione Europea e come tale ha acquisito i diritti e i doveri degli altri Paesi che ne fanno parte. Diverse testimonianze di turisti confermano che quest’anno si è osservato un boom turistico proveniente da zone limitrofe e oltre: Italia, Bulgaria, Romania, Moldavia, Grecia e Francia.

Tuttavia, è credibile che l’entrata della Croazia tra le “stelle” dell’Unione Europea abbia incentivato la costruzione di alberghi e di ristoranti per ospitarne il turismo da un lato, ma dall’altro ha sicuramente rialzato le spese dell’economia croata.

Questo aspetto finanziario dettato dalla moneta unica, rispetto a quello che era il valore della moneta croata, ha “meravigliato” sia la popolazione croata che il turismo, subendo alcuni contraccolpi sia nelle spese che nei ricavi economici.

L’euro, in un certo senso, ha equiparato la Croazia con gli altri Stati Europei da un punto di vista dei tre settori economici: agricoltura, industria e turismo.

Questo requisito ha però modificato la vita quotidiana di ciascun croato che si è ritrovato a dar di conto ad un’economia più ampia e complessa rispetto al passato.

Non c’è alcun dubbio sul fatto che la Croazia si stia notevolmente sviluppando nel turismo con la costruzione di alberghi, di strutture marittime etc…, ma questi nuovi investimenti hanno richiesto all’economia croata di creare adeguate risorse non solo per il turismo, ma anche per gli abitanti stessi.

La Croazia ad ora ha prezzi elevati e poco concorrenziali soprattutto negli alimenti, nelle postazioni turistiche (es. ombrelloni, sdrai), nei vestiti e nell’oggettistica (es. souvenirs), rischiando un saldo economico di ritorno più basso del previsto.

Un tempo il turista che arrivava in Croazia pagava meno rispetto ai servizi di cui necessitava, oggi è inevitabile che l’aumento dei prezzi possa portare con sé il rischio di abbassare il flusso turistico.

La Croazia ha però una particolarità intrinseca rispetto al passato: nelle città costiere i prezzi si sono elevati rispetto alle isole. Questo dato è tratto da alcune ricerche svolte sul campo nei periodi di luglio e agosto; è come se la vita da isolano costasse meno rispetto a quella di città. Il dato potrebbe essere scontato, ma non lo è, poiché prima dell’ingresso nell’Unione Europea, l’intera Croazia aveva costi poco concorrenziali e soprattutto similari nel triangolo costa, città e isola.

Nel frattempo che la Croazia continui il suo “viaggio” di inserimento in Europa, ogni turista sicuramente “farà due conti in tasca prima di avventurarsi in zone della Croazia dove i costi sono saliti alle stelle”.

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I grandi pianisti della storia: da Franz Liszt alla divisione tra scuola italiana e russa

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Franz Liszt, uno dei più grandi pianisti e compositori della storia, ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della musica non solo per le sue composizioni e virtuosismi, ma anche per il suo ruolo di insegnante. La sua influenza si estende attraverso generazioni di pianisti che, a loro volta, hanno contribuito a plasmare due delle più importanti tradizioni pianistiche: la scuola italiana e la scuola russa.

Franz Liszt: Il Maestro

Nato nel 1811 in Ungheria, Liszt fu un prodigio del pianoforte, famoso per la sua tecnica straordinaria e per le sue esibizioni carismatiche. Dopo aver rivoluzionato il concerto per pianoforte con le sue innovazioni stilistiche e tecniche, si dedicò all’insegnamento, formando un gran numero di allievi provenienti da tutta Europa. La sua pedagogia era caratterizzata da un approccio olistico, in cui la tecnica pianistica era sempre al servizio dell’espressione musicale.

Liszt ebbe una profonda influenza su molti giovani pianisti, e i suoi insegnamenti si diffusero attraverso di loro, dando vita a due delle tradizioni pianistiche più significative: la scuola italiana e la scuola russa.

La Scuola Italiana

La scuola pianistica italiana, nota per il suo approccio lirico e cantabile, deve molto all’influenza di Liszt, anche se il pianoforte in Italia era già uno strumento di grande importanza grazie alla tradizione operistica del Paese. Tra i più importanti allievi italiani di Liszt spicca Giovanni Sgambati (1841-1914), considerato uno dei fondatori della moderna scuola pianistica italiana.

  • Giovanni Sgambati: Pianista, compositore e direttore d’orchestra, Sgambati studiò con Liszt a Roma e fu uno dei primi a portare le innovazioni lisztiane in Italia. Il suo stile era caratterizzato da una fusione tra il lirismo melodico italiano e la virtuosità tecnica appresa dal suo maestro. Sgambati ebbe un ruolo fondamentale nella diffusione del repertorio sinfonico in Italia, oltre a promuovere le opere pianistiche di Liszt.

Un altro importante esponente della scuola italiana fu Ferruccio Busoni (1866-1924), un pianista di livello mondiale che, pur non essendo un allievo diretto di Liszt, subì profondamente la sua influenza. Busoni fu noto per le sue interpretazioni innovative delle opere di Bach e Beethoven, e per la sua capacità di unire la tradizione con l’avanguardia musicale.

Da Giovanni Sgambati a Renzo Silvestri, Umberto De Margheriti e Sergio Perticaroli

Giovanni Sgambati, pianista e compositore, ha avuto un ruolo fondamentale nella formazione di una tradizione pianistica che ha continuato a svilupparsi attraverso i suoi allievi e le generazioni successive. Una scuola pianistica che combinava la virtuosità tecnica con un approccio profondamente espressivo e lirico, unendo così l’influenza del suo maestro Liszt con le tradizioni musicali italiane. Tra gli allievi di Sgambati ricordiamo Renzo Silvestri, Umberto De Margheriti e Sergio Perticaroli tutti protagonisti nel mantenere viva e nel rinnovare questa importante eredità.

Renzo Silvestri: l’erede di Sgambati

Renzo Silvestri (1906-1974) è stato uno dei più importanti allievi della scuola di Sgambati. Silvestri, noto per la sua tecnica impeccabile e per la sua sensibilità interpretativa, divenne un punto di riferimento per la scuola pianistica italiana nel XX secolo.

Umberto De Margheriti e Sergio Perticaroli: gli eredi di Renzo Silvestri

Oltre alla sua carriera di concertista, Silvestri fu un insegnante di grande fama, formando molti pianisti che avrebbero poi continuato a diffondere l’insegnamento della tradizione italiana. Il suo approccio didattico era rigoroso ma anche profondamente umano, e cercava sempre di far emergere la personalità musicale di ciascun allievo.

Umberto De Margheriti: Il continuatore della tradizione

Umberto De Margheriti (1924-2015) fu uno degli allievi più talentuosi di Renzo Silvestri. Proseguendo l’eredità del suo maestro, De Margheriti si distinse non solo come pianista, ma anche come insegnante. La sua interpretazione del repertorio classico e romantico, in particolare di Beethoven e Chopin, era caratterizzata da una profondità emotiva e da un controllo tecnico straordinario.

De Margheriti portò avanti la tradizione della scuola pianistica italiana, formando a sua volta numerosi pianisti che continuarono a promuovere e sviluppare l’approccio lirico e tecnico che caratterizzava questa tradizione.

Sergio Perticaroli: L’ambasciatore della scuola italiana nel mondo

Sergio Perticaroli (1930-2019) rappresenta una delle figure più importanti della scuola pianistica italiana della seconda metà del XX secolo. Allievo di Umberto De Margheriti, Perticaroli si affermò come uno dei più grandi pianisti della sua generazione, con una carriera internazionale che lo portò a esibirsi nelle sale da concerto più prestigiose del mondo.

Perticaroli fu noto per le sue interpretazioni eleganti e raffinate, in cui riusciva a coniugare la chiarezza tecnica con una profonda comprensione musicale. Come insegnante, lasciò un’impronta significativa, continuando la tradizione dei suoi predecessori e formando numerosi pianisti che hanno poi intrapreso carriere di successo.

Perticaroli fu anche uno degli ambasciatori della scuola pianistica italiana nel mondo, contribuendo a far conoscere e apprezzare il patrimonio musicale italiano a livello internazionale.

La scuola pianistica italiana, attraverso le figure di Giovanni Sgambati, Renzo Silvestri, Umberto De Margheriti e Sergio Perticaroli, ha saputo mantenere viva una tradizione musicale che combina virtuosismo tecnico e profondità espressiva. Ogni generazione ha contribuito a preservare e rinnovare questa eredità, garantendo che l’approccio unico della scuola italiana continuasse a influenzare pianisti di tutto il mondo.

Questa tradizione, che affonda le sue radici nell’insegnamento di Liszt e si sviluppa attraverso le sfumature tipiche della cultura musicale italiana, rimane una delle pietre miliari del panorama pianistico internazionale, dimostrando come l’insegnamento di Sgambati sia riuscito a creare un legame indissolubile tra passato e presente.

La Scuola Russa

La scuola pianistica russa, conosciuta per la sua intensità emotiva e la sua tecnica rigorosa, trovò in Liszt una figura di ispirazione cruciale. Gli allievi russi di Liszt contribuirono a sviluppare un linguaggio pianistico che combinava l’espressività tipica della cultura russa con la brillantezza tecnica del maestro ungherese.

  • Alexander Siloti (1863-1945) fu uno degli allievi più influenti di Liszt in Russia. Dopo aver studiato con Liszt, Siloti tornò in Russia, dove divenne uno dei più importanti insegnanti e pianisti del suo tempo. Fu anche direttore d’orchestra e curatore di concerti, e contribuì a promuovere le opere di compositori russi e occidentali.
  • Sergei Rachmaninoff (1873-1943), sebbene non abbia studiato direttamente con Liszt, fu profondamente influenzato dalla tradizione pianistica che Liszt aveva contribuito a creare. Rachmaninoff, uno dei più grandi pianisti e compositori della storia, combinava un’incredibile tecnica con una profonda capacità espressiva, caratteristiche che possono essere ricondotte all’eredità lisztiana.
  • Vladimir Horowitz (1903-1989), un altro gigante del pianoforte, ereditò l’influenza di Liszt attraverso i suoi insegnanti, che erano allievi diretti della scuola lisztiana. Horowitz è noto per la sua tecnica sbalorditiva e la sua capacità di far risuonare il pianoforte con una gamma dinamica e timbrica straordinaria.

L’eredità di Liszt

L’influenza di Franz Liszt si estende ben oltre i confini geografici e temporali. Le scuole italiana e russa rappresentano due ramificazioni della stessa radice, entrambe arricchite dall’insegnamento di un maestro che ha saputo coniugare tecnica, espressione e innovazione.

Mentre la scuola italiana si distinse per il suo legame con la tradizione lirica e melodica, la scuola russa fu caratterizzata da una drammaticità e una profondità espressive che divennero il marchio di fabbrica dei grandi pianisti russi del XX secolo. Entrambe queste tradizioni continuano a influenzare il modo in cui il pianoforte viene suonato e insegnato oggi, a testimonianza della duratura eredità di Franz Liszt.

I grandi pianisti della storia, molti dei quali formati direttamente o indirettamente da Franz Liszt, hanno lasciato un’impronta indelebile sul mondo della musica. Le scuole italiana e russa rappresentano due delle più importanti tradizioni pianistiche, ognuna con il proprio stile distintivo, ma entrambe unite dall’influenza di un maestro che ha trasformato per sempre il modo di concepire il pianoforte. Franz Liszt non solo ha creato una nuova era per il pianoforte, ma ha anche formato generazioni di pianisti che hanno continuato a portare avanti il suo legato, arricchendo la storia della musica con il loro talento e la loro dedizione.

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Critico cinematografico: Percorso di studi e figure storiche del giornalismo italiano

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Diventare un critico cinematografico è il sogno di molti appassionati di cinema che desiderano trasformare la propria passione in una professione. Questo mestiere, che unisce amore per il cinema e capacità di analisi critica, richiede un percorso di formazione specifico e un costante impegno nella pratica. Di seguito, esploreremo i passi fondamentali per intraprendere questa carriera, i percorsi scolastici e universitari più indicati e faremo un excursus sui critici cinematografici che hanno lasciato un segno nella storia del giornalismo italiano.

Il percorso formativo: dalla scuola superiore all’università

Scuola Superiore

Per iniziare il cammino verso la carriera di critico cinematografico, è consigliabile scegliere un indirizzo di studi superiori che sviluppi competenze umanistiche e capacità di analisi critica. Tra i percorsi più indicati troviamo:

  1. Liceo Classico: Offre una solida base culturale, con un forte accento sulla letteratura, la filosofia e la storia, discipline che sono essenziali per formare un pensiero critico e approfondito.
  2. Liceo Scientifico: Sebbene orientato alle scienze, il liceo scientifico può essere una buona scelta per coloro che vogliono mantenere un approccio logico e rigoroso, ma senza tralasciare l’importanza delle materie umanistiche.
  3. Liceo delle Scienze Umane: Questo indirizzo, con focus su psicologia, sociologia e pedagogia, aiuta a comprendere i meccanismi sociali e culturali che influenzano il cinema, rendendolo un’opzione valida per chi aspira a diventare critico cinematografico.

Università

Dopo il diploma, è necessario proseguire gli studi universitari per acquisire competenze specifiche nel campo della critica cinematografica:

  1. Laurea in Lettere o in Filosofia: Questi corsi di laurea offrono un approfondimento della cultura, della storia e della teoria critica, essenziali per un critico cinematografico.
  2. Laurea in Scienze della Comunicazione: Focalizzata sui media e sulla comunicazione, questa laurea fornisce strumenti pratici per analizzare e scrivere di cinema.
  3. Laurea in DAMS (Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo): Questo percorso è forse il più direttamente collegato al mondo del cinema. Gli studenti possono studiare storia del cinema, teoria del cinema, regia e sceneggiatura, acquisendo una conoscenza completa dell’industria cinematografica.
  4. Master in Critica Cinematografica: Dopo la laurea triennale o magistrale, un master specializzato in critica cinematografica o in studi cinematografici può affinare ulteriormente le competenze, offrendo opportunità di stage e contatti con professionisti del settore.

Fare pratica: collaborare con un giornale

Mentre si prosegue con gli studi, è fondamentale iniziare a fare pratica. Collaborare con un giornale, un sito web o un blog specializzato è il modo migliore per acquisire esperienza sul campo. Scrivere recensioni, partecipare a festival cinematografici e confrontarsi con altri critici aiuta a sviluppare uno stile personale e a farsi notare nel settore.

Molti critici cinematografici hanno iniziato la loro carriera con collaborazioni freelance, scrivendo per piccole testate o siti web indipendenti. Questo permette non solo di costruire un portfolio di recensioni e articoli, ma anche di sviluppare un network di contatti nel mondo del giornalismo e del cinema.

I grandi critici cinematografici del giornalismo italiano

La storia del giornalismo italiano è ricca di figure di spicco nel campo della critica cinematografica, professionisti che hanno lasciato un segno indelebile grazie alla loro visione, stile e capacità di analisi.

  1. Gianni Rondolino: Storico del cinema e critico, Rondolino è stato una figura fondamentale per la critica cinematografica italiana, autore di numerosi saggi e manuali sul cinema.
  2. Morando Morandini: Considerato uno dei pilastri della critica cinematografica in Italia, Morandini è noto per il suo celebre “Dizionario dei Film”, un’opera di riferimento per generazioni di appassionati e critici.
  3. Tullio Kezich: Critico cinematografico e sceneggiatore, Kezich è stato una delle voci più influenti della critica italiana. Ha lavorato per “Il Corriere della Sera” e ha scritto biografie e saggi su registi come Federico Fellini.
  4. Enrico Ghezzi: Creatore di programmi come “Blob” e “Fuori Orario”, Ghezzi è un critico visionario, capace di offrire interpretazioni originali e profonde sul cinema contemporaneo.
  5. Goffredo Fofi: Critico e saggista, Fofi ha sempre unito alla critica cinematografica un impegno sociale e politico, offrendo riflessioni acute sui film in rapporto alla società.
  6. Lietta Tornabuoni: Giornalista e critica cinematografica per “La Stampa”, Tornabuoni è stata una delle penne più raffinate del giornalismo italiano, con un approccio critico sempre elegante e incisivo.

Intraprendere la carriera di critico cinematografico richiede passione, dedizione e una solida formazione. Dalla scelta del percorso scolastico e universitario alla pratica sul campo, ogni passo è fondamentale per costruire una carriera in questo settore affascinante. Guardando ai grandi critici che hanno segnato la storia del giornalismo italiano, si può trarre ispirazione e comprendere l’importanza di sviluppare una voce critica unica, capace di arricchire il dibattito culturale sul cinema.

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