Frosinone
FROSINONE: IL MINISTRO LORENZIN A SORA E FROSINONE PER "VIVERE" IL PRONTO SOCCORSO
Tempo di lettura 3 minuti Il Ministro farà visita agli ospedali di Frosinone e Sora per prendere contezza direttamente dei problemi dei pronto soccorso
Pubblicato
10 anni fail
da
ggiardino![](https://www.osservatoreitalia.eu/wp-content/uploads/2017/10/laziale_6331-1.jpg)
Il Ministro Beatrice Lorenzin giovedì 23 gennaio 2014 sarà in Ciociaria per rendersi conto personalmente dei problemi che attanagliano la sanità del Frusinate.
Redazione
Frosinone – Il Ministro Lorenzin risponde all'invito del Sindaco Ottaviani e il 23 gennaio sarà a Frosinone.
Il titolare del dicastero della sanità, infatti, ha risposto positivamente e con sollecitudine all'invito del Sindaco di Frosinone, Nicola Oattaviani, ed ha annunciato telefonicamente al primo cittadino del capoluogo, che è anche Presidente della Conferenza dei Sindaci sulla sanità provinciale, la propria presenza in Ciociaria.
Il Ministro farà visita agli ospedali di Frosinone e Sora per prendere contezza direttamente dei problemi dei pronto soccorso e per avviare una riflessione a 360 gradi sullo stato della sanità in provincia di Frosinone e sulle sue prospettive, anche in considerazione della paventata ipotesi di trasferimento del Centro Trasfusionale da Frosinone a Roma così come vorrebbe un decreto del commissario regionale ad acta. "Voglio rivolgere un sentito ringraziamento al Ministro Lorenzin per aver risposto con grande disponibilità e sollecitudine al nostro invito a venire a Frosinone" ha dichiarato il Sindaco Nicola Ottaviani. "La presenza delle più alte istituzioni nel capoluogo – ha continuato il Sindaco Ottaviani – e l'interesse concreto verso le problematiche sanitarie del nostro territorio sono un segnale importante". "Alla luce degli ultimi scenari prospettati in materia di politica sanitaria a livello regionale – ha aggiunto il sindaco Nicola Ottaviani – è da scongiurare una ulteriore contrazione dei servizi ed un ridimensionamento ingiustificato delle strutture sanitarie presenti sul territorio, con un depotenziamento praticamente scientifico di servizi e strutture a mortificazione delle eccellenze professionali presenti nella nostra città e nella nostra provincia e a discapito delle esigenze di una popolazione di 500.000 abitanti. È impensabile ed inaccettabile che, ogni volta che si parla di riorganizzazione del servizio sanitario, di razionalizzazione delle risorse e di ristrutturazione delle aziende ospedaliere e sanitarie, i cittadini della provincia di Frosinone debbano essere gli unici a fare sacrifici e a pagare sulla propria pelle le storture e le inefficienze di un sistema che penalizza sempre la Ciociaria e premia sempre le altre province. L’ultima vicenda del trasferimento dell’efficientissimo Centro Trasfusionale di Frosinone a Roma è, in questo senso, emblematica. Come ho avuto modo di dire più volte, appare utile e indispensabile rivedere radicalmente le linee guida adottate dalla Regione, a partire da quelle indicate con il decreto 80, in riferimento alle previsioni della rete sanitaria ed ospedaliera per la provincia di Frosinone. Inoltre, non è più differibile l’istituzione del Dea di II livello nel capoluogo con la creazione dei reparti di chirurgia vascolare e di radiologia interventistica, con una implementazione della medicina territoriale e con il coinvolgimento di risorse consolidate al reparto di ematologia. Una popolazione di mezzo milione di persone, come quella della provincia di Frosinone, merita standard di assistenza sanitaria consoni e di qualità elevata, proporzionali al trasferimento delle risorse che, paradossalmente, la provincia sta versando alla Regione. Le alte professionalità esistenti nella sanità ciociara vanno salvaguardate e supportate adeguatamente, per questo è necessario che la Regione si attivi prontamente per scongiurare la programmata soppressione del servizio trasfusionale di Frosinone, anche allo scopo di migliorare la qualità ed i livelli delle prestazioni sanitarie erogate sul nostro territorio, considerata anche la possibilità, sempre secondo le nuove direttive regionali, che siano creati altri due centri trasfusionali regionali in sostituzione di quello attualmente allocato a Frosinone». «È diventato, ormai, ineludibile – ha continuato il sindaco di Frosinone – riequilibrare un quadro ritenuto troppo penalizzante e insufficiente per assolvere in maniera adeguata alle esigenze di assistenza sanitaria della popolazione della provincia di Frosinone. Riteniamo che sia necessaria una politica di federalismo sanitario sul territorio, che tenga presente, in maniera rigorosa, le specificità delle strutture, le criticità epidemiologiche e una più equa redistribuzione sul territorio regionale dei posti letto. Il rapporto tra popolazione residente e posti letto, a fronte di una previsione regionale di 3,7 ogni mille abitanti, è pari a 5 su buona parte delle Asl romane, mentre scende clamorosamente a 2,7 per la provincia di Frosinone. Se rappresentiamo il 10% della popolazione regionale, vogliamo che tornino risorse sul territorio pari al 10% degli investimenti in materia sanitaria da parte della Regione Lazio». «Ripeto: non è più tollerabile – conclude il sindaco di Frosinone – che la provincia di Frosinone, che conta oltre mezzo milione di residenti, non abbia un Dea di secondo livello, per la neurochirurgia e la cardiochirurgia. In caso d’infarto o d’ictus non possiamo limitarci a pregare, sperando di arrivare in tempo con un elicottero o un’ambulanza a Roma, per non parlare della vergogna sanitaria delle condizioni in cui versano i pazienti al pronto soccorso, costretti ad attendere dai due ai cinque giorni, in alcuni casi, prima di essere accettati dai singoli reparti. Ho chiamato il ministro della Sanità Lorenzin e ho chiesto di venire a fare una verifica diretta sullo stato della sanità in provincia di Frosinone».
Correlati
Potrebbe interessarti
-
Frosinone, in 500 persone fanno festa in un locale in periferia
-
Frosinone e Latina, l’appello di Copagri su invasione di cinghiali: “Serve un patto tra agricoltori e cacciatori”
-
Frosinone, disagi per il cantiere stradale tra Picinisco e San Biagio: accoltellato operaio al lavoro
-
Frosinone, crolla una parte di ponte a Picinisco: vola un auto
-
Frosinone, sgominato il business dei migranti nel Lazio, Campania e Molise: coinvolti anche sindaci e pubblici ufficiali VIDEO
-
Sora, la predica del parroco Piacentini sui migranti: “Hanno telefonini e catenine al collo e dicono di venire da persecuzioni. Ma quali persecuzioni?”
Cronaca
Arce, delitto Serena Mollicone. Il legale: “Nulla esclude sia morta in caserma”
Pubblicato
3 settimane fail
24 Giugno 2024![](https://www.osservatoreitalia.eu/wp-content/uploads/2020/06/guglielmo-mollicone.jpg)
“Sono qui oggi per chiedervi di scrivere una pagina di giustizia giusta”. E’ quanto ha affermato l’avvocato Dario De Santis, legale dei familiari di Serena Mollicone, uccisa Arce nel 2001, nell’udienza del processo d’appello che vede imputata l’intera famiglia Mottola e i carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale. Nei giorni scorsi la procura generale ha depositato le conclusioni della requisitoria sollecitando una condanna a 24 anni per il maresciallo Franco Mottola, a 22 per la moglie Annamaria e il figlio Marco. Per Quatrale chiesta l’assoluzione mentre per Suprano il proscioglimento “per intervenuta prescrizione”. “Io rappresento anche Guglielmo, padre di Serena e ho l’onore e l’onere di dargli voce perché la sua vita è stata spenta prematuramente – ha aggiunto il legale -. Vi sono prove che escludono che l’omicidio di Serena sia stato commesso in caserma? Serena è entrata in caserma quella mattina? A queste domande dovete rispondere. Perché se è entrata in caserma è stata uccisa lì per due semplici ragioni: la prima è che non è uscita viva e la seconda è che i Mottola sostengono che non sia mai entrata. La somma di questi due elementi fa sì che sia morta lì”.
Correlati
Cronaca
1943/1944, “linea Gustav”teatro di feroci combattimenti: Medaglia d’Oro al Valor Civile per la Provincia di Frosinone
Pubblicato
3 mesi fail
25 Aprile 2024![](https://www.osservatoreitalia.eu/wp-content/uploads/2024/04/IMG-20240425-WA0029.jpg)
Tempo di lettura 5 minuti
![]() |
Privo di virus.www.avast.com |
Correlati
Cronaca
Frosinone, armi e droga negli appartamenti dell’Ater: in manette 2 cittadini albanesi
Pubblicato
4 mesi fail
4 Marzo 2024![](https://www.osservatoreitalia.eu/wp-content/uploads/2024/03/IMG-20240301-WA0017.jpg)
Tempo di lettura 2 minuti
Nel pomeriggio di giovedì, i Carabinieri del Radiomobile di Frosinone, impegnati nei controlli di routine al Casermone, hanno visto due persone affacciate al balcone di un appartamento che avrebbe dovuto essere vuoto e hanno deciso di capire cosa stesse succedendo. Prima che potessero raggiungere l’appartamento, tuttavia, i due si sono dati alla fuga, aiutati dalle telecamere piazzate in punti strategici, che hanno consentito loro di visionare e anticipare i movimenti dei militari.
Ai Carabinieri non è rimasto che dividersi: una squadra è andata a caccia dei due fuggitivi mentre un’altra è rimasta a presidiare l’appartamento, alla ricerca di eventuali complici o di elementi utili all’identificazione dei due soggetti. Lo sforzo congiunto ha dato in breve i suoi frutti: i due soggetti intravisti poco prima al balcone sono stati bloccati dai militari mentre tentavano di allontanarsi dal Casermone, intanto che all’interno dell’abitazione veniva trovato il passaporto di uno di loro.
I Carabinieri hanno quindi proceduto ad effettuare un’approfondita perquisizione dell’appartamento da cui erano scappati i due uomini, rivelatisi essere due albanesi, rinvenendo due coltelli a serramanico e una pistola semiautomatica con matricola abrasa pronta all’uso, considerato che aveva già caricato il colpo in canna ed erano presenti altri 7 colpi nel caricatore. In una scatola della libreria sono stati recuperati altre 10 cartucce di calibro diverso, destinate ad un’altra arma.
L’appartamento fungeva da vera e propria base di spaccio, considerato che al suo interno sono state rinvenute 3 dosi di cocaina, circa 10 grammi di hashish suddivisi in 3 pezzi e materiale vario per il confezionamento delle singole dosi.
La perquisizione è stata poi estesa ad un altro alloggio che i due soggetti hanno rivelato di avere in uso, scovando ulteriore materiale utilizzato per la preparazione degli stupefacenti.
I militari hanno proceduto pertanto all’arresto dei due stranieri che, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati condotti al carcere di Frosinone, ove sono rimasti anche dopo la convalida dell’arresto.