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FROSINONE, DISCARICA "LE LAME": UN ECOMOSTRO CHE INCOMBE SULLA SALUTE DEI CITTADINI

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Tempo di lettura 3 minutiLo scorso anno le ultime analisi di Arpa Lazio hanno accertato il superamento delle concentrazioni della soglia di contaminazione (Csc) nel suolo e nel sottosuolo.

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Massimiliano Mancini

Frosinone – Dopo la mia denuncia attraverso la realizzazione del documentario “Dossier N.5-La collina ecomostruosa”, lo scorso mese di giugno, sulla mia web TV www.youtube.com/mancinimassimiliano, c’è stata una grande mobilitazione dei media nazionali.

Diffusamente si è presa consapevolezza su una grave emergenza alla quale ci si era abituati al punto da divenire parte del paesaggio urbano.

Invece la discarica di via Le Lame a Frosinone rappresenta un vero eco mostro che incombe sulla salute non solo degli abitanti circostanti, ma almeno sull’intera valle del Liri e del Sacco.

Nel corso degli oltre trent’anni di attività è diventata una vera e propria collina che svetta a ridosso di un noto centro commerciale e altre attività, a ridosso del centro abitato di Frosinone e nelle immediate vicinanze del fiume Sacco.

Un carico di ben 625.000 tonnellate di rifiuti che in tutti questi anni ha disperso e continua a rilasciare un carico inimmaginabile di sostanze tossiche un enorme carico di veleni nel terreno e nelle falde acquifere, veleni che entrano nel ciclo alimentare e che pertanto interessano un’area non quantificabile.
 
Solo recentemente ci si è limitati a una piccola messa in sicurezza del sito che serve davvero a poco e sostanzialmente a salvaguardare le apparenze, perché nella sostanza ci si è limitati a ricoprire i rifiuti con un enorme telo nero per limitare l'ingresso di acqua piovana, e quindi la produzione di percolato', che comunque continua a essere prodotto dalla macerazione dei rifiuti.

Il percolato si forma per la macerazione dei rifiuti e soprattutto attraverso l'infiltrazione di acqua piovana.

Questo liquido nero e nauseabondo contiene moltissime sostanze pericolose, metalli pesanti e soprattutto diossina.

La diossina è tossica, cancerogena, modifica il DNA generando alterazioni trasmissibili, malformazioni, sterilità.

Altamente resistente alla degradazione, s’inserisce nel ciclo alimentare passando dalle piante agli animali e quindi all'uomo.

Inoltre sono stati realizzati dei pozzi di captazione di percolato tutti intorno ma non essendo isolata nel fondo, questa discarica continua incessantemente a disperdere il suo carico di veleni nell'ambiente e quindi nella catena alimentare, creando un’incredibile bomba ecologica.

L’insufficienza di questi interventi, costati quasi dieci milioni di euro di fondi stanziati dallo Stato, è riconosciuta anche da Rossana Cintoli, direttore tecnico Arpa Lazio, che ha dichiarato espressamente ad Adnkronos che la situazione critica di contaminazione dell’ex discarica “è nota da diverso tempo” e gli interventi di messa in sicurezza “non sono stati risolutivi”.

Da tempo, le analisi effettuate per verificare il livello di contaminazione realizzate dalla società incaricata dal Comune e validate dall’Arpa Lazio, hanno evidenziato, “una situazione di contaminazione che si estende al di fuori del perimetro della discarica rilevando la presenza di idrocarburi e alcuni metalli”.

Lo scorso anno le ultime analisi di Arpa Lazio hanno accertato il superamento delle concentrazioni della soglia di contaminazione (Csc) nel suolo e nel sottosuolo.

Quest’allarme ha portato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, a vietare con un'ordinanza la coltivazione e il pascolo lungo le aree circostanti la discarica, ma questo provvedimento è solamente un palliativo poiché non impedisce l'inquinamento delle falde acquifere e quindi attraverso di esse tutto il territorio della Ciociaria.

Questa discarica sino allo scorso anno, era di competenza statale, ma a gennaio, il decreto del ministro dell’Ambiente Corrado Clini, riclassificando i siti d’interesse nazionale (SIN), ha escluso Frosinone, pertanto la competenza per il controllo e il risanamento è passata integralmente al comune, perché manca la legge regionale che disciplini le forme e gli stanziamenti per la partecipazione della Regione Lazio.

Ma nel frattempo la discarica continua ad avvelenare, come dimostrano gli altissimi tassi d’incidenza tumorale e le malformazioni neonatali che affliggono la nostra città e la provincia. E poi…. chi può sapere se dentro le viscere di quell’enorme collina d’immondizia non ci siano anche rifiuti speciali, tossici, nocivi e radioattivi?
 

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