Frosinone
FROSINONE: COLPO GROSSO DEL COMUNE CHE ACQUISTA IL TEATRO NESTOR A SOLI 640MILA EURO
Tempo di lettura 3 minuti L’immobile, del valore di 5 milioni di euro, è stato acquistato dal Comune di Frosinone a poco più di 640.000 euro, mediante un'anticipazione di cassa
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10 anni fail
Redazione
Frosinone – Per la prima volta nella sua storia la città di Frosinone avrà un teatro di proprietà comunale, già immediatamente funzionante. L’Amministrazione Ottaviani, infatti, nelle scorse ore, ha proceduto all’acquisto del “Teatro Nestor”, nell’ambito della procedura di vendita senza incanto dell’immobile, che oggi ospita la sala teatrale e il multisala cinematografico. Un’operazione di portata storica, che si inserisce, come fiore all’occhiello, nel progetto di creazione del “Polo delle Arti e della Cultura”, nel centro storico, che l’Amministrazione Ottaviani sta portando avanti fin dal giorno del proprio insediamento. L’immobile, del valore di 5 milioni di euro, è stato acquistato dal Comune di Frosinone a poco più di 640.000 euro, mediante un'anticipazione di cassa, che sarà iscritta in bilancio, concordata nel corso delle ultime settimane con la Corte dei Conti.
Il teatro “Nestor”, assieme al “Teatro Delle Vittorie”, andrà a formare un polo integrato teatrale, che coprirà tutte le esigenze. Il teatro “Nestor” potrà ospitare rappresentazioni di respiro più ampio e destinate al grande pubblico, potendo disporre di oltre 1.000 posti sedere, peraltro di recente parzialmente rinnovate. Il teatro “Delle Vittorie”, invece, potrà essere destinato ad attività strettamente teatrale, per le compagnie più piccole, anche di carattere locale, divenendo un laboratorio permanente di idee culturali e di progetti artistici, con lo sviluppo di un’Accademia di recitazione.
Ma, l'operazione dell'acquisto del Teatro “Nestor”, oltre a costituire un valore aggiunto per tutto il centro storico, costituisce anche un vero e proprio affare per le casse comunali.
“Con l'acquisizione di un teatro del valore di oltre 5 milioni di euro, al prezzo di circa 640.000 euro – ha commentato il Sindaco Nicola Ottaviani – potremo iscrivere in bilancio una plusvalenza patrimoniale con un incremento di oltre 4 milioni di euro. Inoltre, le verifiche sommarie effettuate in questi giorni dall'ufficio tributi, ci indicano che il Comune è creditore nei confronti del fallimento per circa 100.000 euro, a titolo di Imu e Tarsu non versate, ragion per cui la differenza netta che il Comune dovrà versare sarà ancora inferiore rispetto al prezzo di aggiudicazione. Senza contare che, affittando le sei sale cinematografiche a terzi, in meno di dieci anni ci ritroveremo l'acquisto del teatro, sostanzialmente, a costo zero. Abbiamo lavorato a fari spenti, in gran segreto, da circa un anno a questo obiettivo per evitare che vi fossero speculazioni edilizie nella procedura esecutiva. Il risultato è merito anche di un grande lavoro, al quale hanno preso parte i tecnici dei nostri uffici, con una dirigenza sicuramente all'altezza d compito”.
La struttura
Il lotto acquistato dal Comune di Frosinone è costituito dalle sette sale del “Cinema Teatro Nestor”, poste al primo e al secondo piano di viale Mazzini. L’immobile, che si estende per oltre 1.000 mq, fu realizzato tra l’inizio del 1957 e la fine del 1960, su progetto dell’Ing. Nestore Evangelisti, approvato dalla Commissione Edilizia Comunale del 26 gennaio 1957.
La sala grande, che ospita le rappresentazioni teatrali, ha una capienza superiore ai 1.000 posti a sedere, mentre le sei sale più piccole, adibite a proiezione cinematografica, hanno una capienza media di 150 posti l’una. Tra i locali di servizio sono presenti un punto ristoro, servizi igienici e uffici amministrativi.
La storia
Tra il 1871 e il 1875, il Marchese Filippo Berardi, nel lodevole intento di dare impulso e decoro all’allora cittadina della provincia di Roma che contava tra i 9.000 e i 10.000 abitanti, pose mano alla costruzione delle belle palazzate lungo la cosiddetta “Via Nova”, oggi corso della Repubblica. Sorse, allora, in quel contesto edilizio, il primo teatro coperto, di proprietà privata, ma a gestione comunale, di modestissime proporzioni, modellato sul tipo dell’edificio sei-settecentesco, con i suoi palchi, le sue barcacce, il suo loggione, privo di marmi e di decorazioni, ma, tuttavia, aggraziato e sicuramente rispondente alle esigenze di allora che Berardi, per onorare la sua primogenitura, chiamo “Isabella”. Il tempo e le vicende hanno, poi, mutato nome (Excelsior) e destinazione del locale che, nei decenni successivi, è stato destinato a proiezioni cinematografiche. Dopo il primo conflitto mondiale, tornata la città al rango di capoluogo, che ha sempre storicamente incarnato, nuovamente per iniziativa privata venne costruito un altro teatro. Nel 1930, infatti, i fratelli Aristodemo ed Ilio Vona, dalla spelonca di un vecchio “montano” sottostante a un agglomerato di vecchie casupole nella zona denominata San Simeone, ricavarono un locale che prese nome di “Cinema Teatro Vittoria”, in onore della vittoria della prima guerra mondiale, poi mutato in “Delle Vittorie” a seguito dei successi nelle guerre coloniali del regime fascista. Il “Delle Vittorie” era più spazioso e, in un certo qual modo, anche più moderno del vecchio “Isabella”.
Negli anni ’50 del secolo scorso, il Consiglio Comunale. In una rosa di tre progetti per la costruzione di un teatro a Frosinone, scelse quello proposto dalla ditta Doni-Evangelisti.
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“Sono qui oggi per chiedervi di scrivere una pagina di giustizia giusta”. E’ quanto ha affermato l’avvocato Dario De Santis, legale dei familiari di Serena Mollicone, uccisa Arce nel 2001, nell’udienza del processo d’appello che vede imputata l’intera famiglia Mottola e i carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale. Nei giorni scorsi la procura generale ha depositato le conclusioni della requisitoria sollecitando una condanna a 24 anni per il maresciallo Franco Mottola, a 22 per la moglie Annamaria e il figlio Marco. Per Quatrale chiesta l’assoluzione mentre per Suprano il proscioglimento “per intervenuta prescrizione”. “Io rappresento anche Guglielmo, padre di Serena e ho l’onore e l’onere di dargli voce perché la sua vita è stata spenta prematuramente – ha aggiunto il legale -. Vi sono prove che escludono che l’omicidio di Serena sia stato commesso in caserma? Serena è entrata in caserma quella mattina? A queste domande dovete rispondere. Perché se è entrata in caserma è stata uccisa lì per due semplici ragioni: la prima è che non è uscita viva e la seconda è che i Mottola sostengono che non sia mai entrata. La somma di questi due elementi fa sì che sia morta lì”.
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Nel pomeriggio di giovedì, i Carabinieri del Radiomobile di Frosinone, impegnati nei controlli di routine al Casermone, hanno visto due persone affacciate al balcone di un appartamento che avrebbe dovuto essere vuoto e hanno deciso di capire cosa stesse succedendo. Prima che potessero raggiungere l’appartamento, tuttavia, i due si sono dati alla fuga, aiutati dalle telecamere piazzate in punti strategici, che hanno consentito loro di visionare e anticipare i movimenti dei militari.
Ai Carabinieri non è rimasto che dividersi: una squadra è andata a caccia dei due fuggitivi mentre un’altra è rimasta a presidiare l’appartamento, alla ricerca di eventuali complici o di elementi utili all’identificazione dei due soggetti. Lo sforzo congiunto ha dato in breve i suoi frutti: i due soggetti intravisti poco prima al balcone sono stati bloccati dai militari mentre tentavano di allontanarsi dal Casermone, intanto che all’interno dell’abitazione veniva trovato il passaporto di uno di loro.
I Carabinieri hanno quindi proceduto ad effettuare un’approfondita perquisizione dell’appartamento da cui erano scappati i due uomini, rivelatisi essere due albanesi, rinvenendo due coltelli a serramanico e una pistola semiautomatica con matricola abrasa pronta all’uso, considerato che aveva già caricato il colpo in canna ed erano presenti altri 7 colpi nel caricatore. In una scatola della libreria sono stati recuperati altre 10 cartucce di calibro diverso, destinate ad un’altra arma.
L’appartamento fungeva da vera e propria base di spaccio, considerato che al suo interno sono state rinvenute 3 dosi di cocaina, circa 10 grammi di hashish suddivisi in 3 pezzi e materiale vario per il confezionamento delle singole dosi.
La perquisizione è stata poi estesa ad un altro alloggio che i due soggetti hanno rivelato di avere in uso, scovando ulteriore materiale utilizzato per la preparazione degli stupefacenti.
I militari hanno proceduto pertanto all’arresto dei due stranieri che, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati condotti al carcere di Frosinone, ove sono rimasti anche dopo la convalida dell’arresto.