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Ambiente

Fridays for Future, torna la protesta degli studenti per il clima

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Tornano in piazza gli attivisti del movimento Fridays for Future con manifestazioni in diverse città italiane. Dei pesci morti sono stati lasciati a Torino davanti al Palazzo della Regione in piazza Castello nel corso del corteo per il clima.

Il gesto è una protesta è stato spiegato nell’ambito “dell’inerzia degli istituzioni rispetto all’emergenza climatica”.

Sono circa un migliaio gli studenti che hanno preso parte al corteo milanese promosso da Fridays for future in occasione dello sciopero globale per il clima. I manifestanti si sono riuniti alle 9.30 in piazza Cairoli e stanno attraversando il centro in direzione di piazza Duca D’Aosta, dove il corteo dovrebbe poi sciogliersi. Passando davanti a palazzo Marino, gli attivisti hanno accusato il Comune di Milano di essere “il paradiso del green washing”. Tra cori e cartelloni a favore della giustizia climatica, contro l’alternanza scuola-lavoro e contro gli stereotipi di genere, al momento gli studenti stanno proseguendo secondo il percorso concordato. All’altezza della fermata della metropolitana Montenapoleone, alcuni manifestanti hanno esposto uno striscione con scritto ‘No Eni in uni’, accendendo alcuni fumogeni.

Un momento di tensione si è verificato, stamani, in centro a Milano, durante il corteo per il Global climate strike partito intorno alle 10 da largo Cairoli. Alcuni manifestanti si sono staccati dal grosso dei partecipanti, quando si trovavano ormai in piazza della Scala, e si sono diretti bombolette spray in mano verso la storica sede della Cariplo, oggi Intesa Sanpaolo. La polizia è intervenuta bloccandogli la strada e, secondo quanto riferito in questura, non ci sarebbe stato alcun contatto. In precedenza, sempre secondo quanto riferito dai responsabili dell’ordine pubblico, sarebbe stato lanciato del letame nei pressi di una ex sede Enel in via Broletto.

All’arrivo in piazza Duca d’Aosta, gli studenti del corteo Fridays for future hanno preso di mira palazzo Pirelli. Due manifestanti si sono arrampicati sulla cancellata dell’ingresso che dà sulla piazza, accendendo altrettanti fumogeni. Un gruppetto di attivisti ha poi esibito uno striscione con scritto che “il trasporto pubblico è ad un binario morto”, mentre le forze dell’ordine in tenuta antisommossa si sono schierate davanti alla cancellata. “Oggi il nostro corteo aveva l’intento molto chiaro di andare alla Regione a parlare con chi ci dovrebbe rappresentare”, ha detto uno dei promotori al megafono. Ciò che chiedono al Consiglio regionale è “un trasporto pubblico efficiente” e che sia “gratuito”. A terra hanno ricreato delle rotaie con un cartello di sbarramento e un gruppetto di manifestanti vi si è seduto intorno.

La lettera ai ministri Valditara e Bernini. “Sono anni che ci mobilitiamo per denunciare la crisi climatica ma la politica sembra essere intenzionata solo a strumentalizzarci. Il cambiamento climatico è in atto e il momento di agire è questo, ormai non c’è più altro tempo, non si può più rimandare a domani.” A dirlo è Andrea Ciuffarella di Link Coordinamento Universitario. “Oggi 3 Marzo scendiamo in piazza – aggiunge Tommaso Martelli dell’Unione Degli Studenti – Perché vogliamo delle scuole e delle università ecologiste, realmente attive nel contrasto all’emergenza climatica. Sono necessarie misure come l’introduzione di una didattica ecologista, che sappia consapevolizzare sulle cause e sulle possibili risoluzioni al cambiamento climatico. Vogliamo inoltre la costruzione di comunità energetiche in tutte le scuole e in tutte le università, per impedire che queste siano dipendenti da aziende energetiche private. È necessario investire anche sul trasporto pubblico, in modo da renderlo sostenibile e accessibile a tutti gli studenti.” “Abbiamo inviato una lettera ai ministeri dell’Istruzione e dell’Università e della Ricerca – conclude Andrea Ciuffarella – per porre alle attenzioni delle istituzioni le nostre rivendicazioni. Siamo stanchi della disintermediazione, in quanto studenti pretendiamo di essere ascoltati e vedere le nostre proposte concretizzate”.

La manifestazione a Torino. Un corteo promosso dagli ambientalisti di Fridays for future è partito oggi a Torino da piazza Castello. Vi prendono parte diverse centinaia di persone, per la maggior parte giovani e giovanissimi. “Nonostante le mille promesse non ci sono ancora soluzioni per la crisi climatica”, ha detto uno speaker. Tra i presenti ci sono attivisti di Unione popolare, Sinistra anti capitalista, Anpi, Rifondazione comunista, No Tav, collettivi studenteschi. In piazza Castello c’erano anche i bambini di due classi della scuola elementare Marconi Antonelli che, come ha spiegato una insegnante, dallo scorso anno “svolgono un percorso di sensibilizzazione alle tematiche ambientali”. Un flash mob alla fontana monumentale di piazza Solferino, a Torino, è stato inscenato nel corso del corteo. Sulla sommità è stato appeso uno striscione con la scritta “acqua per tutti o champagne per qualcuno?”, mentre alcune figuranti abbigliate da sirene si sono sdraiate sul bordo come se fossero morte. L’acqua si è tinta intanto di rosso, come se vi fosse stato gettato del colorante.

La manifestazione a Genova. I ragazzi di Fridays for future sono tornati in piazza per ribadire che “C’è un solo futuro possibile, un futuro sostenibile”. I manifestanti,un centinaio, sono passati davanti a Palazzo Tursi, sede del Comune, dove i ragazzi, molti giovanissimi, si sono sdraiati a terra per simulare le conseguenze per le persone della crisi climatica. “Siamo qui per far capire quanto la giustizia climatica sia giustizia sociale perché le scelte climatiche impattano sulle persone, in particolare sui più deboli” dice Alice Maia Corso. Gli attivisti chiedono “che vengano fatte azioni concrete e immediate contro i cambiamenti climatici, perché è un problema attuale con popolazioni che perdono la loro casa o sono costrette a migrare, con persone che muoiono e se già in Europa e in Italia facciamo fatica ad accogliere le poche migliaia di persone che arrivano, i migranti climatici saranno molti di più”. “Siamo di nuovo in piazza a scioperare per il clima – aggiunge Andrea Cavalleroni di Cittadini Sostenibili – perché le emissioni a livello globale continuano a salire e il sussidio ai combustibili fossili ha raggiunto una soglia record. In Italia stiano procedendo nella direzione sbagliata continuando a investire su rigassificatori e metanodotti mentre dovremmo investire soprattutto in efficientamento energetico e rinnovabili”. Secondi Cittadini Sostenibili in Liguria per quanto riguarda le energie rinnovabili “la situazione è drammatica. Siamo gli ultimi in Italia e soprattutto non abbiamo rispettato gli obiettivi fissati per il 2020: in Liguria avremmo dovuto arrivare a un 14% di rinnovabili non siamo neanche all’8%”.

La manifestazione a Firenze. Un grande striscione con scritto ‘La nostra rabbia è energia rinnovabile’ apre il corteo a Firenze dell’11/o ‘Sciopero globale per la giustizia climatica’. Il capoluogo, insieme ad altre città toscane, ospita stamani l’iniziativa di protesta lanciata da Fridays For Future Italia per chiedere agli Stati misure per contrastare il cambiamento climatico. Alcune centinaia di giovani si sono ritrovati in piazza Santa Maria Novella per fare un corteo che, passando sui lungarni, arriverà in piazza Santa Croce. Molti gli striscioni e i cartelloni mostrati dai ragazzi. ‘Il clima sta cambiando perché noi no?’, si legge su uno. E poi ‘giustizia climatica ora!’, ‘Non c’è un pianeta B’ e ‘Meno fascisti, più ambientalisti’. Presente in corteo anche il collettivo di fabbrica Gkn con lo striscione ‘Insorgiamo’ e una grande bandiera della pace.

La manifestazione a Cagliari. Sono scesi in piazza anche a Cagliari e a Sassari gli studenti per la manifestazione organizzata da Fridays for future per sensibilizzare l’opinione pubblica sui cambiamenti climatici che stanno mettendo in crisi il pianeta. Pochi, per la verità, a Sassari, dove in piazza Castello c’era appena una trentina di giovani. Qualche studente con cartelli e slogan, visi dipinti e maschere anti gas, un drappello di poliziotti e carabinieri, una donna con la bandiera di Sinistra italiana, e giusto qualche passante curioso che si soffermava per pochi istanti. I ragazzi di Fridays for future con il megafono hanno lanciato comunque i loro messaggi. Quelli che ripetono ormai da anni: riduzione dei consumi energetici e delle emissioni inquinanti, sviluppo delle tecnologie rinnovabili, rafforzamento del tessuto sociale, transizione ecologica e sostenibilità. A Cagliari, invece, un corteo anche in questo caso non molto partecipato ma comunque con decine di studenti, ha attraversato le strade del centro, da piazza Garibaldi sino al Tribunale.

La manifestazione in Friluli Venezia Giulia. “Sciopero per il clima” oggi nelle piazze del Friuli Venezia Giulia. A Trieste un corteo, organizzato nell’ambito dei Fridays for Future, ha attraversato le vie del centro. Alla protesta hanno partecipato giovani e rappresentanti, tra gli altri, del Comitato No Ovovia, di Non una di meno, Usb, Cgil, Wwf, Adesso Trieste. Lo slogan utilizzato è stato “Basta violenza sul pianeta e i nostri corpi”. Alcune centinaia di persone hanno sfilato anche a Udine, al grido di “Non c’è un pianeta B”. La manifestazione ha visto in prima fila i giovani di Fridays for Future, ma anche Legambiente e i movimenti studenteschi che hanno protestato davanti a Palazzo D’Aronco e poi in piazza Venerio. “L’aria a Udine è irrespirabile da mesi e nessuno dice nulla – l’accusa dei dimostranti -. L’industria di combustibili fossili sta distruggendo l’ecosistema da cui dipendiamo. Udine è al 59/o posto su mille città europee per scarsa qualità dell’aria”.

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Traffico, New York la città più congestionata al mondo nel 2023, Roma al 15° posto

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Il traffico nelle grandi città è un problema sempre più pressante, e New York si conferma la città più congestionata al mondo nel 2023, secondo il Global Traffic Scorecard di Inrix, aggiornato al primo trimestre del 2024. Gli automobilisti di New York hanno trascorso ben 101 ore bloccati nel traffico durante gli orari di punta, un dato leggermente migliorato rispetto alle 105 ore del 2022, ma comunque peggiore rispetto ai tempi pre-pandemia, quando si perdevano in media 91 ore.

Lo studio ha analizzato 947 città in tutto il mondo, mettendo in luce un problema che non riguarda solo la qualità della vita, ma ha anche un impatto economico significativo. Negli Stati Uniti, ad esempio, la congestione del traffico è costata 70,4 miliardi di dollari nel 2023, un aumento del 15% rispetto all’anno precedente. Questo costo deriva dal tempo perso nel traffico, che riduce la produttività e influisce negativamente sulle economie locali.

Dietro New York, altre città con gravi problemi di traffico sono Città del Messico, Londra, Parigi, Chicago e Istanbul, tutte con oltre 90 ore perse all’anno negli ingorghi. Queste città, nonostante le loro dimensioni e infrastrutture, lottano per gestire l’afflusso di veicoli nelle ore di punta.

Roma, la Capitale italiana, si trova al 15° posto in questa classifica globale, con 69 ore perse nel traffico nel 2023, un aumento del 15% rispetto all’anno precedente. La velocità media a cui si riesce a percorrere un miglio (circa 1,6 km) nel centro di Roma è di 21 km/h, leggermente superiore a quella di New York, dove la velocità è di 17,7 km/h. In Europa, Roma è la terza città più congestionata, superata solo da Londra e Parigi.

Altre città italiane figurano nella classifica: Milano si posiziona al 25° posto, con 60 ore perse nel traffico e una velocità media di 22,5 km/h. Torino, invece, è al 94° posto, con 46 ore perse in un anno e una velocità media di 19,3 km/h.

Questi dati evidenziano come il traffico non sia solo una questione di disagi quotidiani, ma un problema globale che richiede soluzioni urgenti per migliorare la mobilità urbana e ridurre l’impatto economico e ambientale delle congestioni stradali.

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Torvajanica, sopralluogo di Ecoitaliasolidale al Fosso della Crocetta: Nonostante i risultati positivi, restano alcune criticità

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Un sopralluogo cruciale è stato condotto presso il Fosso della Crocetta a Torvajanica, nel Comune di Pomezia, per verificare la qualità degli interventi di bonifica e disinquinamento delle acque dei fossi che si riversano in mare. L’iniziativa, organizzata dal Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale, ha visto la partecipazione del presidente Piergiorgio Benvenuti, del responsabile per il litorale romano Gaetano Di Staso, e dello staff tecnico guidato dal Dott. Paolo Amicucci, responsabile della ISAM Srl Divisione BIORGANIC.
 
**Un Apprezzamento con Riserva**
Durante il sopralluogo, gli esponenti di Ecoitaliasolidale hanno espresso soddisfazione per il protocollo adottato dal Comune di Pomezia, in collaborazione con il Consorzio di Bonifica Alto Lazio e finanziato dall’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Lazio. Il progetto, inserito nella strategia della “Blue Economy”, ha permesso di garantire interventi di alta qualità per il trattamento delle acque dei canali che sfociano nella costa. Tuttavia, c’è rammarico per il fatto che, nonostante i finanziamenti regionali siano stati offerti a tutti i 24 comuni rivieraschi e lacustri del Lazio, solo Pomezia sembra averne fatto richiesta.
 
**L’Importanza degli Interventi Biologici**
Gli interventi effettuati si sono distinti per l’uso di composti biologici, piuttosto che di sostanze chimiche o farmaceutiche. Questi prodotti hanno il compito di ripristinare i cicli vitali dell’ambiente, favorendo la ripresa della vita biologica, dal fitoplancton ai predatori primari, e aumentando le popolazioni vegetali e animali tipiche degli ecosistemi trattati.
 
**Criticità e Prospettive Future**
Nonostante i risultati positivi, restano alcune criticità. “Abbiamo riscontrato la presenza di rifiuti e plastica nei fossi, compreso quello della Crocetta, che potrebbero raggiungere il mare in caso di mareggiata,” hanno dichiarato Benvenuti e Di Staso. Inoltre, solo due dei cinque canali del Comune di Pomezia sono stati trattati, il che ha limitato l’efficacia complessiva degli interventi.
 
**L’Auspicio per il Futuro**
Gli esponenti di Ecoitaliasolidale auspicano che nella prossima stagione balneare del 2025 si possa avviare un’azione di coordinamento più ampia su tutta la costa laziale, coinvolgendo più comuni e garantendo un’attenzione maggiore alla balneabilità e alla qualità delle acque del Mar Tirreno. “Consideriamo l’esperienza di quest’anno a Pomezia come un primo passo verso un futuro di maggiore attenzione alla qualità del nostro mare,” hanno concluso Benvenuti e Di Staso, evidenziando la necessità di un impegno più esteso e coordinato per combattere l’inquinamento marino.
Privo di virus.www.avast.com



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L’Emilia Romagna brevetta il futuro della sicurezza idraulica: dai Consorzi di Bonifica arrivano le paratoie intelligenti contro le piene improvvise

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Castellani: “Un passo avanti nella protezione del territorio contro le piene improvvise, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici”

In un momento storico segnato dalle sfide climatiche sempre più pressanti, l’Emilia Romagna si pone all’avanguardia nella gestione delle emergenze idrauliche con un innovativo sistema di paratoie intelligenti, appena brevettato dal Consorzio di Bonifica Emilia Centrale. Questo nuovo strumento, progettato per contrastare le piene improvvise, rappresenta una svolta tecnologica per la sicurezza del territorio e la gestione delle risorse idriche.

Il progetto, nato dalla profonda conoscenza del territorio e dall’esperienza consolidata nel campo della bonifica, introduce un modello di paratoia altamente performante, automatizzato e controllabile in tempo reale. Grazie a un sistema composto da motore, stazione energetica e telecontrollo, queste paratoie possono essere attivate a distanza, sia da smartphone che dalla sede consorziale, garantendo così un intervento tempestivo e preciso in caso di emergenze.

“L’Emilia Romagna si conferma all’avanguardia negli interventi a tutela del territorio e della sua popolazione”, afferma con orgoglio Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI). Questa innovazione, infatti, non solo sfrutta tecnologie avanzate come i sensori di livello e l’analisi dei big data per monitorare la rete idrica, ma lo fa in maniera sostenibile, grazie all’utilizzo di pannelli fotovoltaici che alimentano l’intero sistema, riducendo così i costi energetici.

Le nuove paratoie, realizzate in acciaio inox 314, garantiscono una resistenza superiore alle intemperie rispetto alle tradizionali strutture in ferro zincato, e il loro design leggero ne facilita l’installazione e la manutenzione. La possibilità di integrare questo sistema con paratoie manuali già esistenti rappresenta un ulteriore vantaggio, permettendo un aggiornamento tecnologico senza la necessità di sostituire interamente le infrastrutture attuali.

“Abbiamo brevettato questo nuovo modello tecnologico per la sicurezza idraulica a dimostrazione che la nostra esperienza si traduce in valore per i consorziati, gli abitanti ed il comprensorio gestito”, spiega Lorenzo Catellani, Presidente del Consorzio di Bonifica Emilia Centrale, evidenziando come questo sistema rappresenti un passo avanti nella protezione del territorio contro le piene improvvise, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici.

Il Direttore Generale di ANBI, Massimo Gargano, sottolinea l’importanza di questo progresso: “Quanto realizzato in Emilia Romagna, ma estendibile all’intera Penisola, è la virtuosa testimonianza dello spirito, che permea i Consorzi di bonifica, enti di straordinaria modernità con le radici nella storia, ma lo sguardo attento al futuro”. Gargano evidenzia come questo progetto sia un esempio di eccellenza che potrebbe presto essere adottato in altre regioni italiane, contribuendo a prevenire tragedie legate alla gestione inefficace delle risorse idriche.

L’obiettivo ora è quello di estendere l’applicazione di queste paratoie intelligenti a tutto il comprensorio gestito dal Consorzio, utilizzando il sistema di telecontrollo per monitorare e gestire da remoto il loro funzionamento. Grazie a questa innovazione, il personale di campo, i “dugaroli”, potrà accedere in tempo reale alle informazioni necessarie, garantendo interventi più rapidi ed efficienti.

Questo progetto non solo dimostra l’importanza dell’integrazione tra tecnologia e conoscenza del territorio, ma segna anche un passo significativo verso un futuro in cui la gestione delle emergenze idrauliche sarà sempre più automatizzata e sostenibile, proteggendo così le comunità locali dalle conseguenze devastanti delle piene improvvise.

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