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Frascati (Rm) – Carlos Llavador è uno degli “stranieri” del Frascati Scherma che si è fatto maggiore strada negli ultimi tempi. Il 28enne fiorettista nato a Madrid racconta come è iniziata la sua esperienza alla “Simoncelli”: “Avevo già parlato con un mio compagno di nazionale di Frascati e mi ero allenato qualche volta qui, così nel 2015 decisi di fermarmi per un anno e tentare la qualificazione olimpica a Rio 2016, dopo aver conquistato il bronzo ai campionati europei. Ero veramente impressionato di quello che potevo vivere alla “Simoncelli” perché potevo confrontarmi con tanti atleti forti in allenamento. Tutto il Frascati Scherma mi ha accolto benissimo e mi ha fatto sentire parte di una famiglia, poi dopo le Olimpiadi a cui purtroppo non sono riuscito a partecipare sono tornato in Spagna per completare il mio percorso di studi universitario. A gennaio del 2018, però, sono tornato ad allenarmi alla “Simoncelli” e in questa stagione proverò a partecipare alla mia prima Olimpiade: ad oggi sarei dentro, ma bisogna attendere un’ultima gara”. A Frascati lo spagnolo ha conosciuto il maestro Fabio Galli con cui è nato un rapporto molto forte: “Quasi simile a quello tra un padre e un figlio. Fabio sa gestire il rapporto con gli atleti anche fuori dalla pedana: è sempre disponibile e mi ha fatto crescere tantissimo dal punto di vista tecnico. A Frascati, poi, è nato un bel rapporto anche con l’altro fiorettista brasiliano Guilherme Toldo: siamo molto amici”. Llavador apre il libro dei ricordi e parla di come è cominciato il suo feeling con la scherma: “In Spagna non c’è una grande tradizione schermistica, io ho mosso i primi passi in questo sport a otto anni in una palestra a Madrid e da quel momento non ho più spesso. Dovevo scegliere tra hockey su prato e scherma, ma ho preferito la seconda perché potevo fare le gare internazionali. Speriamo che ci possano essere sempre maggiori investimenti sulla scherma nel nostro Paese e ovviamente molto potrà dipendere anche dai risultati che riusciremo a ottenere alle Olimpiadi”. Llavador ricorda le gare più belle della sua carriera: “Indubbiamente il doppio bronzo ottenuto agli europei nel 2015 e ai mondiali nel 2018. Medaglie speciali anche perché c’era tutta la delegazione spagnola a sostenermi e a fare un grande tifo per il sottoscritto. D’altronde la Spagna nella sua storia ha conquistato complessivamente una decina di medaglie mondiali, quindi si può immaginare facilmente cosa possa significare per noi raggiungere un obiettivo simile. Al momento non possiamo fare gare ufficiali e questa è una cosa che mi manca tanto, soprattutto perché ora ci si allena senza un obiettivo preciso. Ma spero che al più presto saremo liberi di tornare a fare quello che più amiamo”.
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