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Roma

FRASCATI: LA VERGOGNA DELLE PALAZZINE ATER

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Tempo di lettura 3 minutiCrepe nei muri portanti, infiltrazioni d'acqua e presenza di amianto mettono a repentaglio la sicurezza degli appartamenti in via Angelo Celli

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Era febbraio del 2012 quando parlavamo della vergogna delle palazzine Ater di Frascati. “Non appena ho letto l’articolo di Chiara Rai, esordì l'allora presidente Ater Massimo Cacciotti –  sono venuto di persona a rasserenare gli inquilini rispetto ai prossimi interventi che interesseranno la palazzina Ater”. Ebbene sono passati più di tre anni da quel giorno e la situazione più che migliorata è ormai una vera e propria emergenza tra cui i cassoni di eternit.. Gli inquilini sono disperati. 

LEGGI ANCHE: 24/02/2012 FRASCATI, EMERGENZA PALAZZINE ATER

 

 

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di Maurizio Costa

Frascati (Rm) – Gli inquilini delle palazzine Ater di Frascati, in via Angelo Celli, non ne possono più. Le numerose denunce che giornalmente vengono inviate all'agenzia che dovrebbe gestire queste abitazioni non vengono prese in considerazione e la situazione diventa sempre più insostenibile. Crepe nei muri, fogne che straripano e cassoni dell'acqua in amianto mettono a repentaglio la sicurezza di uomini, donne e bambini che vivono all'interno delle palazzine.

“Non ci lamentiamo per un fattore estetico – dichiarano gli inquilini – ma è proprio un problema strutturale. Dai balconi del palazzo cadono pezzi di cornicione molto grandi, che rischiano di colpire passanti e pedoni, ma soprattutto le persone che abitano al piano sottostante”. Appena entrati nello stabile, infatti, abbiamo subito notato i grandi pezzi di intonaco che i condomini hanno accuratamente messo da parte per utilizzarli come prova, qualora ce ne fosse bisogno. Inoltre, i cornicioni cadono dai piani alti, aumentando la pericolosità e le probabilità di un incidente.

Le numerose lettere inviate all'Ater per denunciare questi problemi non hanno avuto gli esiti sperati. Le risposte dell'agenzia sono state molto vaghe: “Gli stabili di via Celli 21/23 – si legge in una lettera dell'Ater -, in gestione all'azienda, sono stati inseriti in un progetto di recupero, con finanziamenti della Regione Lazio. Non appena ci sarà la copertura finanziaria – continua la missiva – sarà cura di questo servizio mettere in atto opportuni interventi”. L'Ater ammette di non avere soldi e, quindi, di non poter avviare interventi strutturali, ma la situazione è ancor più complicata.

Le proprietà sono del demanio e sono state concesse all'Ater, usufruttuario degli stabili. I condomini dicono che “il problema è che il comune di Frascati ha detto che si prenderebbe gli appartamenti ma il demanio deve accatastarli”. Infatti, da quello che ci hanno detto gli abitanti, gli appartamenti non sono accatastati totalmente e molti piani non compaiono nelle piante comunali. Per questo, tutta la responsabilità per gli interventi strutturali ricaderebbe sull'Ater, che però ammette di non avere disponibilità finanziarie.

Ma i problemi non finiscono qui. “Le infiltrazioni d'acqua intaccano i fili elettrici, facendo saltare spesso la luce e rendendo lo stabile contro la norma. Inoltre, l'acqua arriva fino all'interno degli appartamenti, rendendo l'aria irrespirabile”. I numerosi interventi dei Vigili del Fuoco hanno fatto trasparire pericoli importanti, come, per esempio, le crepe nei muri portanti, così grandi da poterci infilare dentro una tessera telefonica. “L'Ater non è mai venuta a vedere le condizioni della palazzina – denunciano i condomini – e con i nostri soldi abbiamo rifatto l'ingresso, spendendo 9mila euro”.

Una delle cose più preoccupanti che abbiamo notato sono i cassoni dell'acqua costruiti con l'eternit. Queste vasche non sono più in funzione, ma il pericolo è enorme perché le sostanze volatili tossiche che si staccano dai cassoni potrebbero entrare tranquillamente nelle case, trovandosi in un locale con le finestre aperte e che dista solamente pochi metri dai balconi degli appartamenti. L'eternit è dannosissimo e provoca tumori con una percentuale altissima di mortalità.

La situazione è insostenibile e si spera che l'Ater, che fra poco cambierà nome con l'introduzione della Città Metropolitana, riesca a risolvere questi problemi strutturali per evitare incidenti come quello di Napoli, dove un ragazzo che stava passeggiando per la strada è morto colpito da un pezzo di cornicione.