Frascati, criminalità: l’impero dei “Mercuri”

Si erano costruiti un impero di 10 milioni di euro di valore grazie a furti, truffe, ricettazione,  riciclaggio e contrabbando.  

Facevano tutto in famiglia e la loro attività criminale, avviata ormai dagli anni ’80, era ben radicata non solo ai Castelli Romani e nella Capitale ma aveva ramificazioni a Reggio Calabria, Frosinone, Latina, Livorno e Milano. È stato un maxi sequestro quello operato ieri dai finanzieri di Frascati.

Gli uomini delle fiamme Gialle sono partiti a contare gli immobili acquistati da moglie e marito ottantenni e due figli cinquantenni di origini calabresi ma ben radicati ai Castelli, dalla periferia di Frascati proseguendo con Guidonia e Gallicano nel Lazio.

Lunghi i curriculum criminali di questa famiglia a partire da Francesco Mercuri, capostipite “imprenditore”, la moglie Carmela Fazzari e i due figli Giuseppe Mercuri che attualmente si trova in carcere e Angelo Mercuri. Tutti gravati, a partire dagli anni ‘80, da numerosissimi precedenti penali e numerose sentenze definitive di condanna per reati contro il patrimonio, l’economia e la fede pubblica commessinell’area dei Castelli Romani e provincia di Roma. Il provvedimento di misura di prevenzione patrimoniale, eseguito dalla Compagnia di Frascati, è l’epilogo di complesse indagini condotte, ai sensi del “Codice Antimafia”, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Roma che ha ritenuto la famiglia di cirminali “un’allarmante pericolosità sociale”, perché, si legge ancora nel dispositivo “stabilmente dediti al compimento di attività delittuose compiute, nel corso di svariati anni, in forma associativa e altamente remunerativa”. Insomma soggetti ritenuti “irrecuperabili” in quanto nessun deterrente o terapia riabilitativa ha prodotto effetti su questi signori. E neppure le numerosissime condanne emesse a loro carico e i periodi di detenzione scontati come pene o in forza di misure cautelari. Il loro obiettivo, per tutti e quattro i personaggi, è sempre stato concentrato a imbrogliare le persone, rubare, raggirare chiunque gli capitasse a tiro, riciclare denaro e compiere numerosi altri atti. Grazie alle attività illecite, questa famiglia manteneva inalterato un tenore di vita di gran lusso. Ad esempio erano frequentatori assidui di esclusivi club in località marittime, spesso raggiunte a bordo della barca a vela “CiuCiu”, definita dallo stesso Angelo Mercuri sui social network un’imbarcazione foriera di grandi emozioni. Ma veniamo al regno di beni che negli anni si erano costruiti. Ovviamente sono emerse delle grosse sproporzioni tra i redditi dichiarati, quasi inesistenti, e il patrimonio costituito da 24 beni immobili, tra villa, appartamenti e terreni, 32 autovetture, un’imbarcazione a vela, conti correnti, quote societarie, capitale e un intero compendio aziendale costituito da cinque società operanti nei settori immobiliare e del commercio di autoveicoli. Dalle accurate indagini svolte dalle Fiamme Gialle dei Castelli, oltre alla titolarità di società immobiliari e di vendita di automobili, in capo ai fratelli Mercuri è emersa la gestione di un noto locale della movida romana, in zona Tiburtina, particolarmente attivo nell’organizzazione di eventi e concerti.