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Cronaca

FORTUNA LOFFREDO: LA MADRE TRA I FALSARI DI NAPOLI

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Tempo di lettura 2 minutiLe e' stata notificata un'ordinanza con la misura di divieto di dimora. Secondo l'accusa Domenica Guardato acquistava consistenti quantità di banconote contraffatte

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Redazione

Napoli – C'e' anche la mamma di Fortuna Loffredo, la bimba morta in circostanze misteriose – secondo gli inquirenti uccisa in un giro di pedofilia a Caivano – tra i membri di una banda di falsari scoperti nel Napoletano. I falsi venivano smerciati nelle province di Torino, Bologna, Foggia, Genova, Milano, Cassino, in Sicilia e in Calabria, ed anche all'estero. Il gip ha emesso 29 provvedimenti di custodia in carcere, concedendo ad altri 10 indagati gli arresti domiciliari, mentre per 12 c'e' un provvedimento di divieto di dimora e per altri 5 l'obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.

Le indagini sono cominciate nel 2012 e sono state coordinate sia dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che dai pm di Santa Maria Capua Vetere, cercando di localizzare i canali di distribuzioni e le stamperie clandestine di banconote false, riconducibili a gruppi legati a clan dell'hinterland napoletano.
  In particolare, a Napoli, c'era una stamperia clandestina con macchinari di stampa Offset 'specializzata in banconote', che ne ha prodotte nell'ordine di diversi milioni. A Gallicano, nel Lazio, una zecca clandestina produceva monete da uno ai due euro false e ad Arzano, nel Napoletano, venivano confezionate marche da bollo telematiche e 'Gratta e vinci' falsi.

Gli inquirenti hanno anche appurato che le banconote false stampate in Italia, sottolinea una nota della Procura, e soprattutto quelle fatte in Campania, nel mercato criminale vengono considerate prodotti 'di alta qualita''. Le intercettazioni rivelano che la 'merce' dei falsari aveva dei nomi di convenzione: cosariello, ambasciata, l'americano (per indicare i dollari), cartolina, pavimenti, scarpe e gnocchi per indicare le monete. Anche il luogo venivano spese veniva valutato con attenzione dall'organizzazione, scegliendo quasi sempre per la produzione luoghi isolati e insonorizzati. Le banconote false arrivavano al 'distributore' attraverso raccomandata postale, mentre i luoghi in cui utilizzarle erano scelti tra quelli molto frequentati, compresi i mercatini, fiere e sagre di paese.

Questi falsari , cosi' abili e organizzati, erano riconosciuti nella sigla Napoli Group, sigla segnalata persino da Europol e dalle forze di polizia di alcuni Paesi europei. Nel corso dei due anni di indagine, sequestrate 5.500 tra banconote e monete per un valore complessivo di un milione di euro, e arrestate in flagranza di reato 30 persone. La banda aveva ramificazioni in tutto il mondo. Come spiegato dagli inquirenti avevano ottenuto il "controllo completo del mercato internazionale mediante la distribuzione di rilevanti quantitativi di denaro falso immesso in Italia e in ogni parte del mondo". Oltre a Napoli le basi erano Francia, Spagna, Germania, Romania, Bulgaria, Albania, Senegal, Marocco, Tunisia e Algeria i Paesi piu' colpiti.

Coinvolta nell'inchiesta anche domenica Guardato, la mamma della piccola Fortuna, vittima di abusi sessuali e morta il 24 giugno a Caivano. Le e' stata notificata un'ordinanza con la misura di divieto di dimora. Secondo l'accusa Domenica Guardato acquistava consistenti quantita' di banconote contraffatte da Giuseppe Manzo, un altro abitante del parco Verde di Caivano arrestato questa mattina. Dopo averle acquistate le rivendeva ad acquirenti abituali

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