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Latina

FORMIA, RIFIUTI TOSSICI IN CITTA': SI ATTENDE LA RISPOSTA DEL MINISTRO

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Tempo di lettura 2 minuti Timore e sconcerto nelle comunità locali del basso Lazio dopo le rivelazioni del pentito di camorra Carmine Schiavone

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Redazione

Formia (LT) – Da un po’ se ne parla di meno ma il tema, spiega, “resta prioritario” perché “salute e ambiente vengono prima di ogni cosa”. Ai cittadini di Penitro preoccupati dalle rivelazioni di Schiavone l’assessore Maria Rita Manzo aveva promesso il massimo impegno. “Coinvolgeremo gli organi nazionali perché aiutino Formia e l’intero territorio a far luce sugli scenari inquietanti spalancati dalle dichiarazioni del pentito”.

Questo intervento c’è stato. Prova ne è l’interrogazione a risposta scritta presentata al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando dai deputati Filiberto Zaratti, Arturo Scotto, Alessandro Zan e Serena Pellegrino. “Questa amministrazione – spiega l’assessore alle Politiche Ambientali – non ha alcuna intenzione di mollare la presa. Abbiamo sostenuto la concertazione tra i Comuni del territorio e partecipato alla delegazione di sindaci che ha fatto visita al procuratore di Santa Maria Capua Vetere proprio per raccogliere elementi di chiarezza sulla vicenda dei rifiuti interrati e sull’eventuale coinvolgimento di questo territorio. Abbiamo chiesto risposte definitive sull’indagine in corso raccogliendo segnali tranquillizzanti ma non intendiamo fermarci a questo. Proprio al fine di accumulare ulteriori elementi di conoscenza, abbiamo sollecitato i nostri parlamentari di riferimento affinché promuovessero un’iniziativa di trasparenza e portassero Formia al centro dell’attenzione nazionale. La politica s’è mossa. Attendiamo ora di conoscere la risposta del ministro”.

A seguire il testo dell’interrogazione che ha come primo firmatario Filiberto Zaratti.

“Al Ministro dell’Ambiente, della tutela del Territorio e del Mare

Per sapere,
premesso che:

•    le dichiarazioni del pentito di camorra Carmine Schiavone, rilasciate nel corso di alcune interviste concernenti lo sversamento e l’interramento illegale di rifiuti di ogni genere, anche tossici e nocivi, hanno suscitato timore e sconcerto nelle comunità locali del basso Lazio;
•    dalla desecretazione del verbale della Commissione bicamerale d’inchiesta presieduta all’epoca dall’on. Massimo Scalia viene sostanzialmente confermato quanto affermato dallo Schiavone nelle varie interviste. Si riferisce tra l’altro della presenza a Formia di un deposito illegale di alcune migliaia di fusti e che, nell’aprile del 1997, all’interno dell’ex cava di Penitro, sita nel territorio del Comune di Formia, furono rinvenuti fusti di rifiuti speciali, con il conseguente sequestro dell’area. Sempre nelle campagne di Formia si fa riferimento alla presenza di un deposito illecito di rifiuti pericolosi;
•    a distanza di anni e a seguito delle dichiarazioni di Schiavone, quel rinvenimento ha creato grande allarme e preoccupazioni nella comunità di Formia e del basso Lazio;
•    le rivelazioni pur a circa vent’anni di distanza, inquietano e preoccupano perché, se confermate, raccontano di un’ecomafia che avrebbe messo e mette in serio pericolo la vita delle comunità del basso Lazio;

–    se in passato, con riferimento al traffico e smaltimento illegale dei rifiuti che ha visto interessati anche i territori di cui in premessa e anche alla luce delle dichiarazioni di Schiavone, siano stati coinvolti i Prefetti, i Procuratori della Repubblica, e i vertici della Polizia e se siano state effettuate delle indagini e con quali esiti;
–    quali iniziative immediate si intendano adottare per verificare l’effettiva esistenza nel basso Lazio di depositi e smaltimenti illegali di rifiuti come affermato dal pentito Schiavone e conseguentemente se non si ritenga indispensabile monitorare, con le migliori e più aggiornate tecnologie disponibili e con la collaborazione dell’Arpa regionale e delle Asl, i territori oggetto dei probabili sversamenti, onde accertare, in prima istanza, gli eventuali luoghi oggetto di inquinamento e quindi procedere alla bonifica delle aree che risultassero contaminate e al controllo sanitario della popolazione e degli eventuali allevamenti”.


 

Cronaca

Roma e Latina, traffico di droga: sequestro beni da 4,5 milioni a capi organizzazione

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Maxi sequestro di beni da circa 4,5 milioni di euro tra Roma e Latina. Ad eseguire il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma. Interessati beni e assetti societari, tra cui immobili e società riconducibili ai tre capi di un’associazione dedita al traffico di droga recentemente arrestati nell’ambito di un’operazione della Squadra Mobile coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Sulla base di accertamenti svolti dalla Divisione Anticrimine di Roma sarebbe emerso che dall’attività illecita avrebbero accumulato ingenti proventi reinvestendoli in parte in società di sale scommesse a Pomezia e Ardea e in una rivendita di veicoli a Roma, e, in parte, nell’acquisizione di proprietà mobiliari, immobiliari e in polizze assicurative. Tra i beni interessati dal sequestro disposto dal Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione di Roma – 4 compagini societarie e 4 immobili, tra cui una villa di notevoli dimensioni con piscina.

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Cronaca

Cisterna di Latina, duplice omicidio: lei si è salvata scappando dalla finestra

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Desyrée Amato, la 22enne sopravvissuta ieri alla furia dell’ex fidanzato che a Cisterna di Latina ha ucciso la sorella e la madre della giovane (49 e 19 anni), è riuscita a salvarsi fuggendo dalla finestra del bagno dove si era rifugiata. Cristian Sodano, finanziere di 27 anni, dopo aver sparato alle due donne con l’arma d’ordinanza ha seguito la ragazza in bagno e ha sfondato la porta a calci. Lei è riuscita a scappare dalla finestra e a nascondersi in una legnaia in giardino, poi ha raggiunto la strada dov’è stata trovata in stato di choc. Nel pomeriggio di ieri l’uomo – originario di Minturno ma in servizio nel reparto navale di Ostia – è arrivato nella casa delle tre donne, nel quartiere San Valentino. Al culmine di un litigio ha aperto il fuoco. Alcuni quotidiani scrivono che l’uomo aveva dormito in quella casa soltanto la notte prima del duplice omicidio, nonostante la rottura sentimentale. “Ho litigato e poi ho sparato”, ha detti ai poliziotti che l’hanno arrestato.

Nei confronti di Sodano la procura di Latina ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, scattato dopo le indagini della Squadra Mobile e l’interrogatorio davanti al pm di turno, durante il quale l’uomo ha confessato la sua responsabilità, confermando quanto già dichiarato in prima battuta agli agenti intervenuti sul posto. Al termine degli atti di rito, è stato portato in carcere in attesa della convalida.

Secondo quanto si apprende Cristian Sodano, questo il nome dell’uomo, avrebbe ucciso Nicoletta Zomparelli e Reneé Amato dopo che queste erano probabilmente intervenute per difendere la sua ex fidanzata, Desyrée Amato. Il 27enne è stato rintracciato e portato in Questura dagli agenti della squadra mobile nel quartiere Q4 mentre stava cercando di raggiungere casa, nei pressi dell’abitazione di un parente. 

Di Reneé Amato e della sorella Desyreé si sa che avevano la passione per il ballo, come emerge dalle immagini sui loro profili social: la giovane uccisa aveva anche vinto qualche premio. La madre Nicoletta Zomparelli lavorava in un’agenzia immobiliare. 

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Cronaca

Pontinia, maltrattamenti di animali: chiusa azienda zootecnica

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La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Pontinia, unitamente alle componenti specializzate del Gruppo Carabinieri Forestali di Latina, del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina e con il supporto del Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Latina, hanno effettuato un controllo presso un’azienda zootecnica di Pontinia operante nell’allevamento di bufale.
Durante l’ispezione i Carabinieri ed i Veterinari hanno potuto accertare come gli animali fossero allevati e tenuti in condizioni non compatibili con le proprie caratteristiche etologiche.
Nello specifico gli operanti hanno rilevato come gli animali fossero costretti a stabulare in consistenti liquami, senza acqua, con mangimi contaminati.

Gli animali, di cui molti vitellini legati, sono stati inoltre riscontrati affetti da varie problematiche sanitarie e la mancanza dei requisiti minimi per la gestione degli stessi, con evidente sofferenza del bestiame e compromissione della salute degli animali.

Nella stessa azienda sono state trovate, poco distante dalle stalle, due carcasse di vitelli bufalini non smaltiti ed una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi, nonché lo scarico nel canale attiguo all’azienda dei liquami e reflui prodotti dall’azienda.

Per tutti questi motivi l’azienda ed i 117 animali sono stati posti sotto sequestro. La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

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