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Massimiliano Spiriticchio
Formia (LT) – Il voto per le comunali si avvicina e cresce l’interesse dei cittadini di Formia verso i temi al centro del futuro delle città, ma anche verso il modo di condurre il dibattito politico tra i vari soggetti in campo. Abbiamo fatto, su questo punto, alcune domande a Paola Villa, candidata sindaco per Rete dei Valori ed Un'Altra Città.
Ci racconti la campagna elettorale da cittadina e non da candidata sindaco: come sta svolgendo?
“La campagna elettorale è per alcuni versi molto sobria. Non ho sentito parole urlate, né ci sono state offese. La pubblicità è però un'offesa per il territorio, con manifesti ovunque e volantini distribuiti a volontà. Quanto scritto su alcuni programmi elettorali in merito a trasparenza e rispetto delle regole è già stato di fatto tradito”.
Nel suo ultimo comizio pubblico e, più in generale, c’è stato qualcosa che l’ha turbata?
“No. I comizi pubblici sono stati anzi un’esperienza molto positiva. Le persone hanno voglia di conoscere. Tutti vogliono sapere cosa si farà dopo, tutti si stanno interessando”.
Cosa c’è di diverso in questa campagna elettorale rispetto alle precedenti?
“Cala il voto clientelare, scontato. Stiamo coinvolgendo i cittadini. Noi li abbiamo coinvolti fin dalla fase di costruzione del programma. Si torna a parlare con i singoli nelle piazze, nei condomini, nei luoghi di lavoro. Noi siamo favorevoli alle nuove tecnologie, riteniamo che possano migliorare la vita dei cittadini, ma ora stiamo tornando a fare quello che la politica dovrebbe fare sempre, cioè avere un confronto reale con i cittadini”.
Perché, secondo lei, ci sono tante liste e tanti candidati?
“C’è un andamento nazionale, a causa della crisi dei grandi partiti che hanno abbandonato i valori. Si sono difese le filiere di appartenenza. Oggi esiste il civismo, c’è un fiorire di liste civiche legate al territorio”.
Cosa pensa in merito alle opere pubbliche da realizzare a Formia?
“Servono opere sulla viabilità. Qui negli ultimi anni non è stata considerata prioritaria. Negli ultimi cinque anni si sono fatte opere incomplete o fini a se stesse. Le opere pubbliche devono avere una valenza. Devono essere completate le opere incompiute, ma soprattutto si deve mettere mano al problema della viabilità”.
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