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Latina

Formia, bomba ecologica "Marina di Castellone": braccio di ferro tra sindaco e amministratrice giudiziaria

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Tempo di lettura 2 minuti Con il provvedimento firmato questa mattina, Bartolomeo ordina di “procedere prontamente agli interventi di pulizia” in modo da “garantire la perfetta pulitura e manutenzione dei luoghi”.

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Red. Cronaca

FORMIA (LT) – Prima la lettera ai vertici dello Stato. E ora l’ordinanza. Il Sindaco preme per la bonifica e messa in sicurezza dell’ex complesso alberghiero “Marina di Castellone”, sequestrato alla criminalità organizzata e lasciato per anni a marcire in attesa che l’iter giudiziario si concluda. Il primo cittadino è la massima autorità sanitaria sul territorio comunale. Con il provvedimento firmato questa mattina, Bartolomeo ordina all’amministratrice giudiziaria del bene di “procedere prontamente agli interventi di pulizia” in modo da “garantire la perfetta pulitura e manutenzione dei luoghi”. E ciò “ogni qualvolta si renda necessario” ai fini della sicurezza stradale (la vegetazione è così folta da coprire la segnaletica) e della salubrità dei luoghi dove proliferano ratti e animali di ogni tipo, senza contare il rischio di incendi. All’Amministratrice ordina anche di “garantire la rimozione dei rifiuti accumulatisi o gettati attraverso gli interstizi dei serramenti all’interno dell’immobile” e di “sostituire ogni qualsivoglia elemento danneggiato prospiciente la pubblica via che possa arrecare pregiudizio all’incolumità pubblica ed alla sicurezza urbana”.

L’immobile, infatti, non è adeguatamente chiuso e col tempo è divenuto alcova per senzatetto, letteralmente coperto di rifiuti, sporcizia e macerie. Una vera e propria bomba sanitaria nel cuore della città, a due passi dal mare e dallo straordinario sito archeologico che il Comune si appresta a recuperare. E' anche un rischio costante per l’incolumità di chi accede all'area sfruttando le carenze della recinzione, per chi vi transita o vi soggiorna stabilmente e per gli abitanti dei palazzi che sorgono nelle immediate adiacenze del sito.
L’ordinanza cita il sopralluogo effettuato con il comando di Polizia Locale e con gli agenti del Commissariato di Polizia di Formia. “Contestualmente all’allontanamento di persone senza fissa dimora”, furono appurate le terribili condizioni in cui versa l’immobile, “colmo di rifiuti ed escrementi”, gravato da una situazione “estremamente precaria e rischiosa per i cittadini, frequentatori dei luoghi e dei residenti del vicinato”. Pur avendo più volte segnalato lo stato dell’arte, “nessun intervento è stato effettuato”.
“Dal 2013 ad oggi – spiega la Delegata alla Legalità Patrizia Menanno – questa Amministrazione ha fatto tutto ciò che era in suo potere per sollecitare una definizione della questione. E’ assurdo pensare di porre al centro delle tematiche sui beni confiscati il loro riutilizzo senza fornire anche gli strumenti finanziari e giuridici per attuarlo”.

“Lo scarto – sostiene il primo cittadino Sandro Bartolomeo – è ancor più evidente se consideriamo il lasso di tempo che intercorre tra il momento del sequestro, quello della confisca definitiva e quello della sua destinazione. Un tempo sufficiente per vanificare ogni buon proposito di riutilizzo. Solo chi ha vissuto nella pratica le difficoltà di gestione dei beni confiscati comprende quanto sia importante un correttivo sulla legislazione che interessi i tempi dei procedimenti e anche le gestioni degli amministratori giudiziari. Detto questo, l’ex ‘Marina di Castellone’ non è solo un simbolo pericoloso per l’immagine dello Stato. E’ un rischio per la salute dei miei concittadini e farò tutto quanto in mio potere per sbloccare la situazione”.
 

Ambiente

Terracina, i cittadini riaprono la sorgente dei Ponticelli

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Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, ha sottolineato l’importanza di interventi come quello di Terracina: “Non possiamo più permetterci di sprecare una goccia d’acqua. È il momento di ottimizzare tutte le risorse disponibili, dalla raccolta delle acque piovane all’efficientamento delle reti idriche”

Terracina – In un’estate segnata da temperature record e siccità diffusa, un gruppo di cittadini di Terracina ha dato vita a un piccolo miracolo di comunità, riaprendo una sorgente che era stata dimenticata da anni. La sorgente dei Ponticelli, situata in provincia di Latina, è tornata a sgorgare grazie all’iniziativa di un comitato di residenti, che insieme agli enti locali ha ripulito l’area circostante e reso nuovamente accessibile questa risorsa preziosa.

L’intervento ha attirato l’attenzione delle autorità locali e nazionali, diventando simbolo di resilienza e di collaborazione sul territorio. Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), ha definito l’azione dei cittadini come “un esempio di resilienza idrica”, sottolineando come questa iniziativa rappresenti la strada da seguire per affrontare la crisi climatica che sta colpendo il Paese.

Una rinascita collettiva

La storia della sorgente dei Ponticelli è quella di un luogo abbandonato, trascurato per anni. Tuttavia, con l’acuirsi della crisi idrica e la crescente consapevolezza dei cittadini riguardo al valore dell’acqua, la comunità locale ha deciso di agire. Armati di pale e buona volontà, i residenti hanno ripulito il sito, liberando la fonte da detriti e vegetazione incolta. Il loro obiettivo era semplice, ma fondamentale: riportare alla luce una risorsa che potesse alleviare le difficoltà idriche che sempre più spesso colpiscono la zona.

“Abbiamo sempre saputo che la sorgente era qui, ma era come se fosse stata dimenticata”, racconta uno dei volontari che ha partecipato alla pulizia dell’area. “Con questa estate così calda, ci siamo resi conto che dovevamo fare qualcosa. Non potevamo più aspettare che qualcuno agisse per noi.”

La riapertura della sorgente non è solo un successo tecnico, ma un simbolo di coesione e di speranza per il futuro. In un momento in cui l’acqua è sempre più scarsa e preziosa, la riscoperta di questa piccola fonte ha risvegliato un senso di responsabilità collettiva verso l’ambiente.

La crisi idrica e le risposte del territorio

La provincia di Latina, come gran parte del centro-sud Italia, ha vissuto un’estate infernale. La siccità ha messo a dura prova l’agricoltura locale e le risorse idriche disponibili. Il Consorzio di Bonifica Lazio Sud Ovest ha dovuto affrontare una sfida senza precedenti per mantenere in efficienza la rete di canali e corsi d’acqua, lunga oltre 4.800 chilometri.

Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, ha sottolineato l’importanza di interventi come quello di Terracina: “Non possiamo più permetterci di sprecare una goccia d’acqua. È il momento di ottimizzare tutte le risorse disponibili, dalla raccolta delle acque piovane all’efficientamento delle reti idriche.”

Le attività del Consorzio hanno incluso il riescavo di alvei per riportare i corsi d’acqua alla loro portata originaria e il ricorso a turnazioni irrigue per gestire le emergenze idriche. Si è trattato di interventi cruciali per garantire i raccolti e prevenire danni irreparabili all’agricoltura, un settore vitale per l’economia locale.

La reazione dei residenti

La riapertura della sorgente ha suscitato entusiasmo e orgoglio tra i residenti di Terracina. “È stato un vero lavoro di squadra,” afferma Maria, un’anziana abitante del paese. “Ci siamo riuniti, giovani e meno giovani, perché sapevamo quanto fosse importante l’acqua per noi. Ora guardiamo alla sorgente come a un bene comune, qualcosa che dobbiamo proteggere.”

Giovanni, un agricoltore della zona, aggiunge: “La crisi idrica è stata devastante per noi. Sapere che possiamo contare su questa fonte ci dà un po’ di respiro. Ma non dobbiamo fermarci qui. La gestione dell’acqua sarà sempre più cruciale in futuro.”

Un modello per il futuro

L’esempio della sorgente dei Ponticelli non è solo una storia di successo locale, ma un modello di cooperazione che potrebbe essere replicato in molte altre aree d’Italia. Come ha spiegato Pasquale Conti, Presidente del Consorzio di Bonifica Lazio Sud Ovest, “questo tipo di intervento dimostra quanto sia fondamentale il coordinamento tra enti, istituzioni e comunità locali per affrontare le sfide del cambiamento climatico. Solo lavorando insieme possiamo garantire sicurezza e risorse per le future generazioni.”

L’iniziativa di Terracina è la prova tangibile che, anche in un periodo di emergenze climatiche, la forza di una comunità unita può fare la differenza.

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Cultura e Spettacoli

Latina, il rapper Paky insulta i carabinieri: a giudizio per diffamazione aggravata

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Il rapper Vincenzo Mattera, noto come Paky, è stato citato a giudizio per diffamazione aggravata ai danni dell’Arma dei Carabinieri. La decisione è della Procura di Latina, e arriva ad un anno da quanto avvenuto durante l’Explosive Festival, 24 agosto 2023, a Latina: durante l’esibizione il rapper aveva incitato il pubblico a saltare, insultando l’Arma dei Carabinieri. Il Sim carabinieri, associazione sindacale, prima per nascita e numero di iscritti (circa 12mila tesserati), esprime “grande soddisfazione per la notizia”. All’indomani del concerto, il Sim aveva querelato Paky per diffamazione aggravata, incaricando l’avvocato Antonello Madeo di tutelare l’immagine e la dignità degli appartenenti all’Arma. Il 18 dicembre 2025 Paky dovrà difendersi dalle accuse davanti al Tribunale di Latina in composizione monocratica. “Per il Sim Carabinieri – sottolinea Antonio Serpi segretario generale – è un risultato storico, poiché è la prima volta che viene riconosciuto il diritto di un sindacato militare a tutelare penalmente la reputazione non solo dei propri iscritti, ma di tutti gli appartenenti al Corpo, ciò che costituisce il cosiddetto patrimonio morale dell’ente. Ci auguriamo – conclude Serpi – che questa vicenda possa fungere da deterrente nei confronti di quanti strumentalizzano la propria posizione privilegiata per alimentare il clima di odio e diffidenza nei confronti delle forze dell’ordine”. Il Sim, che nel processo si costituirà parte civile, in caso di eventuale risarcimento devolverà interamente la somma a un’associazione benefica.

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Latina

Fondi, molesta una 14enne: faceva il guardiano in un camping

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Gli agenti del Commissariato di Fondi e della Polizia Ferroviaria di Roma hanno arrestato un uomo di 57 anni di nazionalità pakistana, dando esecuzione all’ordinanza emessa dal gip del tribunale di Latina con la quale sono stati disposti gli arresti domiciliari per violenza sessuale aggravata dalla minore età della vittima. La vicenda ha origine agli inizi di luglio, quando una giovane di anni 14 ha raggiunto un’amica e la sua famiglia in un campeggio di Fondi. Il giorno 7, mentre entrambe erano sedute sulle sdraio del campeggio, sopraggiungeva l’uomo – regolarmente assunto con la mansione di guardiano notturno della struttura ricettiva -, il quale dapprima avrebbe importunato le ragazze con frasi inerenti la loro sfera sessuale, dopodiché avrebbe chiesto loro se fossero fidanzate. Afferrato un braccio della giovane ospite, l’avrebbe poi palpeggiata, cingendola ed impedendole di sottrarsi alla stretta e tentando di baciarla sulla bocca sotto gli occhi atterriti dell’amica. Riuscita a divincolarsi, la ragazza faceva subito rientro con l’amica presso il proprio alloggio, raccontando l’accaduto a due addetti alla reception ed ai rispettivi genitori. Appreso quanto riferito, l’amministrazione del campeggio provvedeva immediatamente a sospendere dal lavoro l’uomo indicato dalle giovani come l’autore della violenza. Sporta denuncia presso l’Ufficio della Polfer di Roma, veniva informata l’autorità giudiziaria ed avviate le indagini, le quali hanno portato all’emissione della misura cautelare, con l’uomo che è stato arrestato presso un’azienda locale dove lavorava e posto agli arresti domiciliari nella sua abitazione a Fondi.

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