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Latina

FORMIA, BENI CONFISCATI ALLA MAFIA: E' GIALLO SULL'INERZIA DELLA COMMISSIONE SPECIALE PER I BENI SEQUESTRATI

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Tempo di lettura 4 minutiUno dei compiti principali di questa commissione dovrebbe essere la pubblicazione dell'elenco di tutti i beni confiscati alla mafia

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A cura di Rifondazione Comunista Formia​, Gennaro Varriale / Movimento civico “Un'Altra Città”​​, Paola Villa / Movimento 5 Stelle Formia​, Paolo Costa 

Formia (LT) – Nell'ottobre del 2013 veniva approvato in consiglio comunale il regolamento con il quale si disciplina la concessione dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata. Contestualmente si eleggeva la  commissione speciale composta dai consiglieri comunali: Bortone (presidente), Costa, De Meo, Ciaramella, Schiano (vice presidente), Taddeo e D'Urso. Questa commissione, che tanta speranza di riscatto e giustizia sociale aveva suscitato nell'atto della sua istituzione, sta dimostrando di essere l'ennesimo strumento di controllo politico delle risorse del nostro territorio, fatto salvo per il provvedimento che assegna immobili a utenti senza casa e bisognosi.

Infatti, già dalla seconda delle uniche due riunioni di commissione, l'influenza della politica in deroga ai regolamenti risulta evidente, come nel caso dell'affidamento di un bene ad una associazione “raccomandata” direttamente e personalmente dalla delegata alla Legalità. Ferma restando la validità del merito della singola iniziativa, che non è oggetto della nostra contestazione, riteniamo invece scorretto il metodo utilizzato dalla commissione di “raccomandare” talune proposte senza rendere pubblica alla cittadinanza l'intenzione e la modalità del riutilizzo del bene in oggetto, come chiaramente esplicitato nell'art. 2 del regolamento.

Uno dei compiti principali di questa commissione dovrebbe essere la pubblicazione dell'elenco di tutti i beni confiscati alla mafia, ai sensi del D.L. 159/2011, indicando di ogni singolo bene: la consistenza, la destinazione, l'utilizzo, la situazione urbanistica ed il valore, e, in caso di assegnazione a terzi, la tipologia dell’attività svolta sul bene, i dati identificativi del concessionario, gli estremi, l'oggetto e la durata dell'atto di concessione, con allegato lo stralcio planimetrico di ogni singolo bene, il tutto perentoriamente entro 90  giorni dalla pubblicazione del regolamento medesimo.

 ​Denunciamo inoltre la mancata applicazione del regolamento comunale in molte sue parti, come la mancata istituzione del nucleo speciale permanente “per l’affidamento dei beni confiscati alla criminalità”, previsto dall'articolo 4, e la mancata pubblicazione, ad oggi, del bando per l'affidamento dei beni, previsto dall'articolo 5, con il quale si stabiliscono i criteri di assegnazione.   

Troviamo inoltre incomprensibile che i criteri del bando di gara per l'assegnazione dei beni confiscati, articolo 4, siano prerogativa della Giunta Municipale e non della commissione dei beni confiscati, previo indispensabile voto in consiglio comunale, così come incomprensibile è la scelta che disciplina la durata della concessione, in particolare nella parte che riguarda la proroga di dieci anni della concessione, in caso di richiesta da parte del concessionario, senza passare per un nuovo bando di gara, come previsto per legge.

Riteniamo inoltre falsa e strumentale l'opera di controllo effettuata nei confronti di chi gestisce beni confiscati assegnati precedentemente all'entrata in vigore del regolamento comunale, nonostante lo stesso reciti che all'atto della entrata in vigore del regolamento i beni concessi devono essere sottoposti a immediata verifica in ordine alle attività svolte  in riferimento alle previsioni di cui all’atto di assegnazione, e alla loro compatibilità con le indicazioni dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati. In caso di esito negativo della verifica, l’amministrazione procede alla revoca.

 Revoca che questa amministrazione tarda inspiegabilmente ad emettere nei confronti dell'associazione affidataria dell'immobile sito in località Acquatraversa, affidato nel 2004 alla Associazione Emmanuel 2000 per realizzare un centro diurno per disabili, un centro per minori svantaggiati, un centro per bambini artistici e una colonia estiva .

 Più volte è stata fatta ufficiale richiesta delle relazioni annuali e degli atti che dimostrano le iniziative realizzate all’interno di quell'immobile negli ultimi 10 anni, ma un inspiegabile ostracismo da parte degli amministratori e funzionari preposti lo ha di fatto  impedito.

Abbiamo chiesto di sapere i giorni nei quali il centro diurno è fruibile agli utenti, con quali modalità e attività, quanti utenti sono stati accolti e assistiti sino ad oggi e con quali risultati, quanti addetti operano alla funzionalità del centro e con quali specifiche mansioni e professionalità, che tipologia di utenza nello specifico viene accolta,  quanta e che tipologia di utenza usufruisce del centro come dimora abituale,  se sono state apportate modifiche sostanziali alla struttura interna ed esterna, con quali modalità si accede al centro diurno, quali rette sono previste,  quali contributi pubblici ha ricevuto il centro “Giovanni Paolo II” nel corso degli anni,  quali spese per la manutenzione ordinaria e straordinaria ha affrontato l’affidatario, qual’è l’attuale stato dei luoghi, quali contributi pubblici ha ricevuto l’affidatario del bene confiscato nel corso degli anni, spiegando come sia stato possibile che l'associazione Emmanuel duemila Onlus abbia ricevuto nel 2013 un finanziamento regionale di oltre 100 mila euro per la realizzazione dei  “Lavori di ristrutturazione con rifacimento balconi terrazzi ed infissi”, quando invece la convenzione firmata con il Comune di Formia prevede che i lavori di manutenzione siano a carico del concessionario.

 E' innegabile che a fronte dell'inattività del centro e di  tutta una serie di infrazioni che a nostro avviso sono state commesse, l'omertà delle istituzioni comunali risulta esserne complice. Come complice è l'inerzia dei membri della commissione speciale per i beni sequestrati e del suo presidente, dell'assessora ai Servizi Sociali e del sindaco che, se non altro per motivi professionali, dovrebbe conoscere il dramma quotidiano che i giovani disabili e con difficoltà vivono quotidianamente a causa della cronica carenza di strutture adeguate sul nostro territorio.

 

Chiediamo quindi che l'assegnazione dell'immobile venga immediatamente e definitivamente revocata all'associazione Emmanule 2000 e che venga emanato al più presto un bando pubblico per la sua riassegnazione a organizzazioni più idonee e professionali, sulla base di una analisi dei bisogni seria e concreta elaborata dal settore Servizi Sociali,  così da poter almeno in parte rimediare al decennale sopruso subito da centinaia di giovani vulnerabili della nostra città e generato dall'arroganza politica e personale di alcuni soggetti.