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Latina

Formia: 50 anni di storia della squadra Volanti di Roma

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Tempo di lettura 2 minutiOggi il raduno annuale dei poliziotti che hanno gestito gran parte degli eventi più critici avvenuti nella Capitale nell'ultimo mezzo secolo

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Red. Cronaca


FORMIA (LT) – C’è grande euforia tra i poliziotti, che hanno fatto la storia delle Volanti della Questura di Roma.  Oggi  un centinaio di operatori di polizia, in pensione e in servizio, che hanno gestito gran parte degli eventi più critici avvenuti a Roma negli ultimi 50 anni, si ritroveranno a Formia per il raduno annuale.
Ogni anno grazie a Luigi Mazza, promotore ed organizzatore dell’evento insieme ad Antonio De Meo, una “squadra” di poliziotti, un pezzo di storia della cronaca romana, si ritrova a ripercorrere centinaia di eventi vissuti o gestiti in prima persona come gli attentati terroristici con omicidi, stragi, sequestri, sabotaggi, dirottamenti.
Ci sono i ricordi di uomini che hanno gestito il pronto intervento per la strage di via Fani e il sequestro di Aldo Moro, l’attacco alla sede regionale DC di piazza Nicosia, l'attentato a Giovanni Paolo II in piazza San Pietro, la strage all’aeroporto di Fiumicino, l'esplosione di un'autobomba ai Parioli, in via Ruggero Fauro e per centinaia di altri atti criminali commessi durante gli anni di piombo come la rapina di autofinanziamento dei brigatisti  in via dei Prati di Papa dove uccisero due agenti delle Volanti Giuseppe Scravaglieri e Rolando Lanari.


Una carrellata di ricordi tornando indietro nel tempo: Piazza dei Caprettari, il pozzo di Vermicino che inghiottì Alfredino Rampi, la tragica e sanguinosa rapina dei NAR alla BNL in piazza Irnerio, le aggressioni di “Jack Lametta” così soprannominato dalla stampa perché aggrediva uomini e donne sfregiandoli con una lametta, i delitti commessi da Giuseppe Mastini detto Johnny lo Zingaro, la vendetta del canaro della Magliana, le rapine di Mariano Catellani "il bandito con le bombe a mano” soprannominato il "bavosetto”.


Un flusso di memoria che arriva ai giorni nostri con il vissuto di chi ancora è in servizio a Roma o in altre Questure e reparti. Tante storie a volte di disperazione e tristezza gestite sempre coraggio, etica, umanità e con un grande esemplare spirito di squadra. Una squadra solida e compatta unita da un sentimento di appartenenza molto forte non scalfibile dal tempo e dagli avvenimenti. Un modello di riferimento per il successo. Tutti legati da un filo conduttore: il reciproco rispetto e la stessa unità d’intenti nel Servire le persone in difficoltà anche a costo di sacrificare i propri diritti e quelli delle proprie famiglie.