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Latina

Fondi, mercato ortofrutticolo: rischio criminalità e infiltrazioni mafiose

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Tempo di lettura 2 minuti Nardone: "Il settore dell'ortofrutta in generale è esposto al pericolo di infiltrazioni"

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Red. Cronaca

 

Fondi (LT) – La sicurezza del primo e l'interesse della seconda verso il mercato in provincia di Latina sono stati al centro, ieri pomeriggio, di un'audizione della commissione sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità organizzata nel territorio regionale del Consiglio regionale del Lazio. A riferire su sicurezza del Mof ed eventuali fatti in grado di evidenziare interesse per il mercato da parte della criminalità organizzata il direttore Stefano Nardone, con una relazione la cui versione scritta – completa di proposte – sarà consegnata in occasione di una prossima visita a Fondi da parte della stessa commissione speciale. Visita analoga a quella già annunciata per il Car di Guidonia.

Due gli aspetti sottolineati da Nardone, da 37 anni in servizio al mercato, il quale non ha nascosto che il settore dell'ortofrutta in generale sia esposto al pericolo di infiltrazioni. Ma in questi stessi anni, sempre secondo il direttore, non è mai stata sequestrata droga nel Mof. Anche per il rilascio delle concessioni (il mercato ha 115 stand) i controlli sarebbero piuttosto scrupolosi, senza mai grandi problemi se non un caso due anni fa. Discorso diverso per il mondo dei trasporti: in un carico di 2500 cassette su un camion – e il numero di mezzi giornaliero che fa ingresso al Mof varia dai 2000 ai 2550 – è difficile da parte degli investigatori individuare eventuali carichi illegali nascosti. Elementi criminali possono infiltrarsi, pertanto, tra chi lavora onestamente. La soluzione sarebbe quella di un rapporto ancor più sinergico tra chi amministra il mercato e le forze dell'ordine. L'ipotesi di trasferire il commissariato di Fondi all'interno del Mof, nonostante un investimento sulla palazzina da parte della spa di circa 450 mila euro, pare però tramontata.
 
I consiglieri presenti all'audizione hanno formulato richieste di chiarimento sulle numerose notizie di stampa che riguardano il Mof. Inoltre si è parlato della necessità di evitare che il mercato ortofrutticolo entri nel percorso dei prodotti delle agromafie, dell'ipotesi di un Mof parte civile nelle vicende giudiziarie e del fatto che in passato siano state avviate indagini di Dia, Dda e forze dell'ordine. È emerso anche che esiste un Mof "obiettivo sensibile", che da un lato produce e dà lavoro a tantissime famiglie e dall'altro, per fattori esterni legati al mondo dei trasporti, è esposto a problemi sul piano della legalità. Invocata la presenza di più presidi di legalità, commissariato incluso, e apprezzata la prassi del direttore di accompagnare in giro per il mercato ufficiali delle forze dell'ordine. Durante l'audizione è stato anche ricordato che la società è da tre anni senza presidente e vicepresidente, il primo di nomina regionale e il secondo comunale.

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Cronaca

Roma e Latina, traffico di droga: sequestro beni da 4,5 milioni a capi organizzazione

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Maxi sequestro di beni da circa 4,5 milioni di euro tra Roma e Latina. Ad eseguire il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma. Interessati beni e assetti societari, tra cui immobili e società riconducibili ai tre capi di un’associazione dedita al traffico di droga recentemente arrestati nell’ambito di un’operazione della Squadra Mobile coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Sulla base di accertamenti svolti dalla Divisione Anticrimine di Roma sarebbe emerso che dall’attività illecita avrebbero accumulato ingenti proventi reinvestendoli in parte in società di sale scommesse a Pomezia e Ardea e in una rivendita di veicoli a Roma, e, in parte, nell’acquisizione di proprietà mobiliari, immobiliari e in polizze assicurative. Tra i beni interessati dal sequestro disposto dal Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione di Roma – 4 compagini societarie e 4 immobili, tra cui una villa di notevoli dimensioni con piscina.

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Cisterna di Latina, duplice omicidio: lei si è salvata scappando dalla finestra

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Desyrée Amato, la 22enne sopravvissuta ieri alla furia dell’ex fidanzato che a Cisterna di Latina ha ucciso la sorella e la madre della giovane (49 e 19 anni), è riuscita a salvarsi fuggendo dalla finestra del bagno dove si era rifugiata. Cristian Sodano, finanziere di 27 anni, dopo aver sparato alle due donne con l’arma d’ordinanza ha seguito la ragazza in bagno e ha sfondato la porta a calci. Lei è riuscita a scappare dalla finestra e a nascondersi in una legnaia in giardino, poi ha raggiunto la strada dov’è stata trovata in stato di choc. Nel pomeriggio di ieri l’uomo – originario di Minturno ma in servizio nel reparto navale di Ostia – è arrivato nella casa delle tre donne, nel quartiere San Valentino. Al culmine di un litigio ha aperto il fuoco. Alcuni quotidiani scrivono che l’uomo aveva dormito in quella casa soltanto la notte prima del duplice omicidio, nonostante la rottura sentimentale. “Ho litigato e poi ho sparato”, ha detti ai poliziotti che l’hanno arrestato.

Nei confronti di Sodano la procura di Latina ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, scattato dopo le indagini della Squadra Mobile e l’interrogatorio davanti al pm di turno, durante il quale l’uomo ha confessato la sua responsabilità, confermando quanto già dichiarato in prima battuta agli agenti intervenuti sul posto. Al termine degli atti di rito, è stato portato in carcere in attesa della convalida.

Secondo quanto si apprende Cristian Sodano, questo il nome dell’uomo, avrebbe ucciso Nicoletta Zomparelli e Reneé Amato dopo che queste erano probabilmente intervenute per difendere la sua ex fidanzata, Desyrée Amato. Il 27enne è stato rintracciato e portato in Questura dagli agenti della squadra mobile nel quartiere Q4 mentre stava cercando di raggiungere casa, nei pressi dell’abitazione di un parente. 

Di Reneé Amato e della sorella Desyreé si sa che avevano la passione per il ballo, come emerge dalle immagini sui loro profili social: la giovane uccisa aveva anche vinto qualche premio. La madre Nicoletta Zomparelli lavorava in un’agenzia immobiliare. 

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Pontinia, maltrattamenti di animali: chiusa azienda zootecnica

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La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Pontinia, unitamente alle componenti specializzate del Gruppo Carabinieri Forestali di Latina, del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina e con il supporto del Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Latina, hanno effettuato un controllo presso un’azienda zootecnica di Pontinia operante nell’allevamento di bufale.
Durante l’ispezione i Carabinieri ed i Veterinari hanno potuto accertare come gli animali fossero allevati e tenuti in condizioni non compatibili con le proprie caratteristiche etologiche.
Nello specifico gli operanti hanno rilevato come gli animali fossero costretti a stabulare in consistenti liquami, senza acqua, con mangimi contaminati.

Gli animali, di cui molti vitellini legati, sono stati inoltre riscontrati affetti da varie problematiche sanitarie e la mancanza dei requisiti minimi per la gestione degli stessi, con evidente sofferenza del bestiame e compromissione della salute degli animali.

Nella stessa azienda sono state trovate, poco distante dalle stalle, due carcasse di vitelli bufalini non smaltiti ed una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi, nonché lo scarico nel canale attiguo all’azienda dei liquami e reflui prodotti dall’azienda.

Per tutti questi motivi l’azienda ed i 117 animali sono stati posti sotto sequestro. La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

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