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Ci sono già alcune ragazze che stanno ‘bussando’ alla porta di inquirenti e investigatori per raccontare le loro storie di ospiti dei festini organizzati da Alberto Genovese, l’imprenditore fondatore di Facile.it – start up poi venduta nel 2014 ad altra azienda – in cella da venerdì scorso con l’accusa di aver stuprato, dopo averla stordita con un mix di droghe, una 18enne nel suo attico di Milano.
Da quanto si è saputo, oltre a essere già stati sentiti gli invitati del party al centro dell’inchiesta, altre giovani si stanno facendo avanti per parlare. La Procura intende inoltre accendere un faro sull’agenzia di modelle di cui Genovese detiene una quota.
Intanto, è emerso che fu anche l’etoile della Scala Roberto Bolle a chiamare la Polizia per il frastuono che proveniva dall’appartamento nel centro di MIlano in cui l’imprenditore Alberto Genovese violentò una ragazza di 18 anni dopo averle fatta assumere stupefacenti durante una festa.
Bolle, come racconta Il Corriere della Sera, e un altro inquilino, il 10 ottobre scorso chiamarono la polizia per far cessare gli schiamazzi e la musica ad alto volume e i poliziotti intervennero due volte per porre fine ai rumori, andandosene poi perché la festa era sostanzialmente finita. Poco dopo, quindi, sarebbe avvenuta la brutale violenza sessuale ai danni della ragazza per la quale Genovese si trova ora in carcere da dove ha chiesto di essere curato dalla dipendenza dalla cocaina che, a detta sua, in certi frangenti non gli fa capire più nulla. Un’altra ragazza ha denunciato alla Polizia di aver subito violenze da Genovese. .
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