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Cronaca

Foggia, Emiliano: "Associazione mafiosa nel ghetto"

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Tempo di lettura 2 minutiL'organizzazione dunque lucra sui "servizi" offerti al campo

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di Angelo Barraco
 
 
FOGGIA – "Nel gran ghetto" della Provincia di Foggia è nata ed è cresciuta una vera e propria associazione mafiosa". Il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha scritto un post sulla sua pagina facebook in cui spiega le precarie condizioni igienico-sanitarie dei lavoratori migranti che si occupano della raccolta dei pomodori e che vivono del cosiddetto “Ghetto”. Spiega infatti che “Nel "gran ghetto" della Provincia di Foggia infatti, è nata ed è cresciuta una vera e propria associazione mafiosa che avvalendosi della forza di intimidazione che deriva dal vincolo associativo perdurante da anni tra i capi ed organizzatori del campo stesso, ha determinato una condizione di assoggettamento e di omertà che induce tutti i lavoratori agricoli stranieri che giungono nell'area a dover risiedere nel ghetto per poter sperare di ottenere un lavoro attraverso i caporali che pure fanno parte della organizzazione”. Il Ghetto viene imposto come unica opportunità per l’ottenimento di un lavoro, spiega inoltre “Chi non risiede nel "gran ghetto" o in altri luoghi minori egualmente controllati, non può ottenere un ingaggio.

L'organizzazione dunque lucra sui "servizi" offerti al campo (affitto delle baracche, cibo, bevande, prostituzione, droga, e naturalmente l'intermediazione della mano d'opera) per ottenere un vantaggio economico. Le aziende agricole pugliesi e soprattutto non pugliesi che alimentano il circuito nelle fabbriche del pomodoro sempre più in crisi per la concorrenza estera, devono per forza fare riferimento ai caporali collegati al ghetto per trovare manodopera che non potrebbero ottenere altrimenti”. Specifica inoltre che negli ultimi dieci anni ha denunciato questa macchina organizzativa dedita allo sfruttamento della persona, denunce presentate alla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e “in funzione di tale denunzia l'area è stata sequestrata "con facoltà d'uso" allo scopo di consentire alle Autorità di Polizia di sgombrare il campo e restituirlo alla Regione Puglia (parte offesa del reato di occupazione abusiva) nel rispetto dei diritti delle persone ivi ridotte in schiavitù. Contemporaneamente la Regione Puglia ha avviato con il Governo una collaborazione per costruire una moderna struttura che ospiti civilmente i lavoratori (che non sono migranti) che ogni anno con regolare permesso di soggiorno rendono possibile l'economia agricola della Capitanata e dell'Italia intera”. Specifica inoltre che la Regione Puglia ha messo a disposizione due aree di sua proprietà per realizzare provvisoriamente la “Foresteria della Aziende Agricole Foggiane”, assumendo l’impegno nel sostenere i costi di gestione della struttura e nel portare i lavoratori nei loro luoghi di lavoro. Ma tale operazione non è andata in porto e spiega che “Nonostante fossimo partiti con ampio anticipo l'operazione non si è potuta realizzare per inaspettate e improvvise difficoltà burocratiche del Governo nel finanziare la realizzazione della Foresteria, nonostante gli impegni presi in tal senso”. Ma quanto prima tutto cambierà poiché “la Regione Puglia pretende al più presto lo sgombero dell'area del ghetto e la sua restituzione al demanio regionale. Chiede inoltre che le aziende agricole pugliesi si facciano carico dell'allestimento permanente delle Foresterie necessarie allo svolgimento della stagione agricola con l'aiuto anche economico della Regione”. Chiude il messaggio rivolgendo lanciando “un appello al Ministro Orlando, che domani farà un viaggio lampo in Capitanata, e al Parlamento, affinché la nuova legge contro il Caporalato sia approvata al più presto. La Puglia non può più essere lasciata sola a difendere i diritti umani il cui rispetto è il fondamento della nostra civiltà”.