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di Silvio Rossi
Fiumicino (RM) – Una soluzione positiva per i lavoratori Groundcare, grazie all’accordo trovato tra il curatore fallimentare e la società Aviation Services, che aveva presentato la proposta migliore per l’acquisizione delle attività di handling e il riassorbimento delle oltre settecento unità lavorative. La trattativa è stata particolarmente complessa, perché alcune società che avevano partecipato alla gara avevano presentato ricorso, provocando l’allungamento dei tempi, cosa che aveva fatto temere a un certo punto la liquidazione della società con la conseguente perdita del posto di lavoro per tutto il personale.
“Fondamentale è stato l’apporto delle organizzazioni sindacali del trasporto aereo Cgil, Cisl, Uil e Ugl – ci spiega in una nota Tommasino Torzi, segretario provinciale dell’UGL Trasporto aereo – che hanno raggiunto l’accordo, e sottoposto questo a referendum. I lavoratori l’hanno accettato, per salvaguardare i 629 posti di lavoro, accettando una decurtazione media del 15% sulle buste paga”.
Ieri sera le due parti sono andate dal notaio, per ufficializzare l’accordo tra il curatore e la società che dal 2006 opera nel settore hanling, capofila di un gruppo che vede anche la partecipazione di Bcube, che assorbirà 44 unità, impegnate nella movimentazione delle merci, e da Airpartner, che si farà garante dell’occupazione di 125 operatori del settore handling.
Con l’accordo si conclude quindi una trattativa che è iniziata il 25 marzo 2014, quando l’assemblea dei soci di Groundcare Holding ha deliberato la liquidazione della società. Nel mese di maggio il Tribunale di Civitavecchia (che ha competenza per Fiumicino), ha decretato il fallimento, affidando la società a un curatore che, in amministrazione controllata, avrebbe dovuto trovare in breve tempo un acquisitore per mantenere i posti di lavoro e l’attività.
I tempi sono stati più lunghi di quanto previsto inizialmente, cosa che ha inasprito i contrasti tra i lavoratori e le parti in gioco, con una serie di manifestazioni organizzate dai lavoratori cui stavano sfuggendo le garanzie occupazionali. Dopo l’ultimo rinvio, in un momento in cui sembrava non si riuscisse a concludere positivamente la vertenza, due lavoratori hanno iniziato da domenica uno sciopero della fame, per sollecitare la soluzione, accompagnata dalla protesta di alcuni rappresentanti sindacali, che hanno rischiato una denuncia per tutelare i lavoratori.
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