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di Angelo Barraco
Firenze – Il gup disporrà una perizia psichiatrica per Riccardo Viti, l’idraulico 55enne accusato di aver violentato e seviziato una prostituta di 26 anni fino alla morte. La perizia servirà per stabilire se Riccardo Viti sia capace di intendere e di volere. Il gup ha accolto la richiesta del difensore di Riccardo Viti che ha richiesto di giudicarlo con rito abbreviato ma condizionato. L’esito di questa perizia sarà decisiva per definire l’imputabilità di Viti e la sua pericolosità sociale. Viti attualmente si trova in carcere. Andreea Cristina Zamfir era una giovane prostituta di 26 anni che è stata stata trovata morta il 5 maggio del 2014 sotto il cavalcavia della A1. La ragazza era legata, crocifissa. Un episodio che ha scosso l’Italia e che per un attimo ha riportato nella mente degli italiani l’incubo del Mostro di Firenze, sia per la brutalità del gesto e sia per la vicinanza del luogo del delitto, con i luoghi in cui sono stati compiuti i delitti del Mostro di Firenze. Viti è accusato anche di altri cinque episodi di simili avvenuti tra luglio 2011 e marzo 2014 nelle zone di Firenze e Calenzano. Vi sarebbe anche un settimo episodio che inizialmente è stato attribuito al Viti, ma il pm Eligio Paolini ha chiesto l’archiviazione per quest’ultimo episodio. Il modus operandi delle azioni del Viti è uguale in tutti i casi; ovvero violenza esercitata verso un altro soggetto con la consapevolezza che il soggetto che aveva di fronte stava per morire, come nel caso di Andreea Cristina Zamfir. Questi episodi hanno fatto sobbalzare dalla sedia tutti coloro che ricordano le oscure vicende accadute proprio in quelle campagne toscane, dal 68 all’85, e hanno porre un quesito; che forse, sarebbe il caso di riesaminare i fatti del Mostro di Firenze, con l’ausilio delle nuove tecniche investigative e soprattutto intraprendere filoni di indagine non battuti all’epoca.
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